Dopo 6 anni di carcere l’Egitto rilascia l’attivista Alaa Abd El Fattah: è uno dei leader del movimento per la democrazia e le riforme economiche che, nel 2011, ha portato milioni di manifestanti in piazza
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha concesso la grazia all’attivista britannico-egiziano Alaa Abd El Fattah insieme ad altri cinque prigionieri.
L’attivista, scrittore e sviluppatore informatico con passaporto egiziano e britannico è stato tra i leader del movimento per la democrazia e le riforme economiche che, nel 2011, ha portato milioni di manifestanti in piazza, fino alle dimissioni dell’allora presidente Hosni Mubarak.
Arrestato poi nel 2019 in seguito a un’altra ondata di proteste per invocare diritti e migliori condizioni socio-economiche, El Fattah si è visto comminare una condanna a cinque anni di carcere da un tribunale d’emergenza per la sicurezza dello stato, con l’accusa di “diffusione di notizie false”, riferita a un post pubblicato sui social media.
Le organizzazioni per i diritti umani egiziane e internazionali sono subito intervenute per chiederne il rilascio per via della “infondatezza” delle accuse, definendolo quindi un prigioniero di coscienza. Per la sua liberazione, la madre Laila Soueif ha osservato oltre 150 giorni di sciopero della fame, fino al ricovero in un ospedale di Londra e l’interruzione dell’iniziativa, volta a fare pressione sul governo britannico affinché intervenisse per il rilascio del figlio.
In una nota, la direttrice delle campagne e delle ricerche di Amnesty International, Erika Guevara-Rosas commenta: “La grazia presidenziale per Alaa Abd El Fattah e il fatto che possa finalmente riunirsi con la sua famiglia rappresentano un sollievo, seppur assai tardivo. Il provvedimento pone fine a una grave ingiustizia e testimonia i costanti sforzi dei suoi avvocati, della sua famiglia – compresa la coraggiosa madre Laila Soueif – e delle persone attiviste di ogni parte del mondo che negli ultimi sei anni hanno incessantemente chiesto la sua scarcerazione, che speriamo arrivi presto”.
Come continua Guevara-Rosas, “Alaa Abd El Fattah è un prigioniero di coscienza preso di mira per il suo attivismo pacifico. La sua grazia non cancellerà l’incubo dei sei anni passati in carcere. Le autorità egiziane devono dare seguito alla decisione presa oggi scarcerando tutte le persone condannate per aver esercitato i loro diritti umani e consentendo loro di riunirsi coi loro cari”.
Amnesty ricorda che la condanna dell’attivista era terminata il 29 settembre 2024, in quanto la legge egiziana tiene conto anche dei mesi di detenzione preventiva, che erano stati 26. Secondo quanto dichiarato dalle autorità egiziane, sarebbe uscito dal carcere solo nel gennaio 2027.
Alaa Abd El Fattah è stato sottoposto a condizioni detentive inumane, tra le quali il diniego di visite consolari e di quelle degli avvocati nonché la privazione di ventilazione e luce naturali. Un prolungato sciopero della fame ne ha messo a rischio la salute.

