Sara Guerrieri attraverso le turbolenze emotive se la cava come donna e come autrice di versi: la raccolta poetica disponibile nelle librerie e online
Le turbolenze atmosferiche spesso disturbano il volo degli aerei e li costringono ad un atterraggio di emergenza o a deviazione della rotta intrapresa. Le “turbolenze emotive”, invece, hanno spinto Sara Guerrieri, autrice della silloge poetica, a contrastare le ragioni illogiche e irrazionali che hanno sconvolto la propria esistenza. In Sara tali turbolenze hanno seminato scompiglio nella propria vita, ma lei ha cercato di arginarle, contenerle e dominarle facendo ricorso alla scrittura poetica. Sara ha conseguito la laurea magistrale in Strategia e consulenza aziendale nell’università di Trieste.
Per farla conoscere al vasto pubblico si propone il suo personale punto di vista attraverso questa intervista.
1-Le emozioni permeano ogni cosa, gesti, parole, immagini: per esprimersi lei ha impiegato la scrittura, i versi e non la pittura, la scultura o altra forma di espressione: perché?
<Perché sono profondamente convinta che le parole abbiano un potere curativo e che, attraverso la scrittura, si possa innovare qualunque scenario, come scrivo ne La bellezza della poesia. Ripensando a momenti del passato in cui sono stata attraversata da emozioni ‘negative’ -paura, tristezza, vergogna, senso di inadeguatezza- il solo ricordo di quelle esperienze mi faceva rivivere le stesse sensazioni con la stessa intensità della prima volta. Ho pensato allora che, grazie alle parole, avrei potuto conferire un nuovo volto a quelle situazioni, rendendole più conformi alla mia sensibilità>.
2-Le turbolenze emotive seminano scompiglio e disordine in alcune persone: nella sua vita come le ha arginate?
<Inizialmente cercavo di evitare un confronto diretto con esse. Provavo ad arginarle o a schivarle, ma come un boomerang tornavano indietro, riproponendosi con ancora maggiore frequenza. Con il tempo, però, ho imparato ad accogliere anche i momenti meno belli della vita, perché senza di essi non saremmo in grado di apprezzare davvero i momenti di gioia e di serenità. Se non ci fosse il dolore, probabilmente non ci sarebbe neppure la felicità. È il dualismo della vita>.
3-Gli amori, le opinioni ardite, le passioni, le parole desuete in quale misura le preferisce e riesce a dominarle?
<Con il passare del tempo ho imparato a ricercare attivamente l’inconsueto, tutto ciò che fuoriesce dalla ordinarietà. Se la realtà appare noiosa e non può essere mutata, allora mi servo della immaginazione per trasformarla. Attraverso i miei scritti cerco di puntare un faro su ciò che non riesce a trovare un posto in questo mondo, rimanendo sotto la superficie>.
4-Le ‘sovrastrutture’ morali, sociali e i comportamenti quotidiani standardizzati che impediscono l’esercizio della libertà, in che modo li ha ‘appesi’ al muro?
<Scelgo di vivere assecondando unicamente il mio sentire. Mi metto in ascolto, per quanto mi sia possibile, dei pensieri, dei desideri e dei sogni che mi abitano. Seguo il flusso senza lasciarmi imbrigliare da ciò che viene considerato universalmente accettato. Non ho mai voluto rimettere i giudizi nelle mani altrui su cosa fosse giusto o sbagliato: solo noi stessi siamo in grado di prenderci cura del nostro bene>.
5-La libertà della donna -così preziosa per lei- ha forse condizionato gli amori, i sogni dei suoi genitori e le promesse di quando era bambina?
<Senza ombra di dubbio, credo li abbia condizionati positivamente. È difficile trovare la propria strada senza curarsi delle aspettative altrui. La difficoltà principale risiede proprio nell’imparare a riconoscere quali sogni ci appartengono davvero e quali, invece, sono soltanto il frutto di condizionamenti. In fondo, penso che il desiderio di ciascuna sia quello di essere accettata e apprezzata; ma ciò che è ancora più difficile, perché richiede maggiore coraggio, è riuscire a esserlo per ciò che realmente si è>.
6-In solitudine lei dialoga spesso con la sua anima: presta particolare attenzione ai suoi pensieri e alla libertà di azione o tenta di ‘risolverli’ secondo il comune sentire gli altri?
<Presto molta attenzione ai miei pensieri e mi piace crogiolarmi in essi. Ho una mente decisamente iperattiva. Il rischio che corro è quello di rimanere delusa dalla realtà, perché tendo a immaginare il mondo come vorrei che fosse in un modo del tutto personale e impossibile da replicare poiché non sono la sola ad abitarlo>.
7-Lei preferisce volteggiare col pensiero tra le nuvole, per “osservare” il mondo capovolgendosi nell’aria col paracadute della fantasia?
<Sì, mi piace questa interpretazione. Mi piace scrutare il mondo da più angolazioni e, in questo, la lettura e la scrittura vengono in mio soccorso. Avere più visioni della realtà e di ciò che ci accade ci permette di alimentare quel senso di ottimismo immotivato che dona leggerezza ad ogni nuovo giorno>.
8-Dai sui versi emerge una forte carica di libertà in quanto donna e persona: si sente di dare consigli alle donne per affermare sé stesse secondo i propri desideri e la propria femminilità?
<Sarebbe bello se si potesse invertire quella tendenza che riduce le donne a una sola dimensione, solitamente coincidente con la maternità. È importante, invece, vivere questa vita con pienezza, diventando protagoniste non solo del contesto familiare di appartenenza, ma anche di quello sociale e culturale in cui si abita. L’invito è a non rimpicciolirsi, ma a espandersi>.
9-Essere donna, per lei, significa sfidare ad ogni costo l’oscurità, prendersi cura del mondo, evitare le città spoglie di gente: cosa suggerisce in concreto alle altre donne?
<Non so se questo debba avvenire a ogni costo; ciò che importa, però, è impegnarsi a combattere questa profonda ingiustizia, sensibilizzando le comunità a riconoscere il diritto inviolabile delle donne a vivere con pienezza la propria vita>.
10-Ha scritto che temeva che la vita non le potesse offrire più nulla: ora ha fiducia nel mondo che le darà una nuova speranza?
<È difficile dirlo. La fiducia e la speranza sono intrinseche nella natura umana, finché non vengono raggiunte dal disincanto e dalla disillusione per una vita che, forse, come direbbe Vasco Rossi, un senso non ce l’ha>.
11-Secondo lei, questa raccolta di poesie come è stata accolta nel suo ambiente cittadino di Lauropoli e Cassano? Ne è rimasta soddisfatta?
<Non potevano esserci location più suggestive per presentare nella mia città questo mio primo lavoro letterario, Turbolenze emotive, edito da “La Mongolfiera” di Doria, del dott. Giovanni Spedicati. Sono contenta dell’accoglienza che questa mia prima raccolta di poesie ha avuto presso il numeroso e attento pubblico che è intervenuto sia alla prima, tenutasi presso la sede dell’Associazione Lettere Meridiane di Lauropoli, che all’appuntamento che ha avuto luogo nel centro storico di Cassano presso il “Giardino degli Aranci” organizzato dall’amministrazione comunale. Appuntamento al quale incontro è intervenuto il sindaco della città di Cassano, Gianpaolo Iacobini con il quale, tra l’altro, sono stata contenta di aver interloquito durante l’incontro, offrendo alla platea spunti e riflessioni che hanno evidenziato, a mio avviso, un concetto importante. Ovvero, che la poesia è un potente strumento attraverso cui è possibile comprendere anche il mondo altrui.”
In chiusura si riportano le impressioni della dottoressa Lucia Lupo, dirigente d’azienda originaria di Lauropoli: <Ho letto e riletto le poesie più volte, e ogni volta ci ho trovato qualcosa di nuovo. Si sente che nascono da emozioni vere, profonde, raccontate con grande sensibilità. L’introduzione aiuta a entrare nel modo di sentire di Sara, a cogliere il suo percorso interiore. Mi colpisce per la sincerità e per la capacità di far sentire chi legge parte di quel mondo. Un piccolo viaggio nell’anima, che lascia il segno e le auguro sia solo il preludio di molto altro>.
La strada della scrittura spesso presenta molte difficoltà, però, constatata la valenza del tema trattato e le capacità espressive dimostrate di Sara Guerrieri, senza meno la sua sarà abbastanza agevole. Auguri!
(Sara Guerrieri, Turbolenze emotive, La Mongolfiera, Doria, 2025).

