Nel trattamento della psoriasi lo switch da un farmaco biologico a un altro è risultato efficace, senza differenze significative in termini di sicurezza per la maggior parte dei pazienti
Nel trattamento della psoriasi lo switch da un farmaco biologico a un altro è risultato efficace, senza differenze significative in termini di sicurezza per la maggior parte dei pazienti, come ha evidenziato una revisione sistematica e metanalisi pubblicata sulla rivista JAMA Dermatology.
I pazienti affetti da psoriasi potrebbero dover cambiare terapia a causa degli elevati costi del trattamento, del fallimento dell’efficacia primaria o degli effetti avversi associati al trattamento biologico iniziale, tuttavia non vi sono evidenze riguardo all’efficacia e alla sicurezza dello switch a un altro farmaco biologico, hanno premesso gli autori.
«Abbiamo condotto questa revisione sistematica e metanalisi per comprendere meglio l’efficacia e la sicurezza dello switch a un farmaco biologico su due livelli, ovvero efficacia e sicurezza del trattamento a breve e lungo termine prima e dopo il passaggio ed efficacia e sicurezza dello switch rispetto alla prosecuzione della terapia con lo stesso agente» hanno scritto i ricercatori guidati da Miao Zhang, del Dipartimento di Dermatologia dello Yueyang Hospital of Integrated Traditional Chinese and Western Medicine di Shanghai.
Obietti della metanalisi
Il team ha analizzato una serie di studi clinici randomizzati nei quali erano coinvolti pazienti adulti affetti da psoriasi a placche che avevano effettuato il crossover (sostituzione sequenziale) o lo switch da un singolo farmaco biologico a un altro, sia all’interno della stessa classe di farmaci che a una classe diversa.
L’outcome primario pre-specificato era il raggiungimento, tra i partecipanti, di una risposta PASI 90 (riduzione di almeno il 90% vs basale dello Psoriasis Area and Severity Index), mentre gli outcome secondari includevano sia gli esiti riferiti dal clinico che quelli riferiti dal paziente (PROM), oltre ai profili di sicurezza.
Le valutazioni di efficacia hanno considerato le risposte PASI 75, PASI 90 e PASI 100, così come il raggiungimento di un punteggio pari a 0 o 1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) nell’Investigator’s and Physician’s Global Assessment e di un coinvolgimento ≤1% della superficie corporea (BSA, body surface area) .
I PROM valutati includevano i punteggi del Dermatology Life Quality Index e dello Psoriasis Symptoms and Signs Diary. Gli endpoint di sicurezza comprendevano eventi avversi (EA) complessivi, EA gravi, EA seri, EA correlati al trattamento e categorie specifiche di EA.
Con lo switch l’efficacia può migliorare senza impattare sulla sicurezza
In totale sono stati valutati 24 studi RCT, con 12.661 partecipanti e 8 categorie di switch di farmaci biologici. In linea generale la metanalisi ha dimostrato che il passaggio tra classi di farmaci biologici si è rivelato efficace in una percentuale sostanziale dei soggetti coinvolti in questi studi. Nello specifico è stato riscontrato un miglioramento significativo delle risposte PASI 90 tra la quarta settimana e il basale (odds ratio [OR], 6,53). Sono state inoltre osservate differenze sostanziali negli altri endpoint PASI, ovvero PASI 90 (OR, 28,61), PASI 75 (OR, 11,11) e PASI 100 (OR, 18,76).
Le analisi di sicurezza non hanno evidenziato differenze significative tra gli endpoint e il basale per eventi avversi seri (OR, 1,63), eventi avversi gravi (OR, 1,40) ed eventi avversi correlati al trattamento (OR, 1,79). Tassi di infezione più elevati sono stati osservati nello switch da farmaci anti-TNF-α ad agenti anti-interleuchina (IL)-17A (0,54%), anti-IL-23p19 (0,62%) o anti-IL-12/23p40 (0,39%).
«Questo studio ha evidenziato che, sulla base dei risultati di 24 RCT, lo switch da un farmaco biologico a un altro è risultato efficace, senza differenze di sicurezza per la maggior parte dei pazienti» hanno concluso gli autori. «In particolare il passaggio da agenti anti-TNF-α ad agenti anti-IL-23p19 e da agenti anti-IL-12/23p40 ad agenti anti-IL-23p19 ha migliorato significativamente l’efficacia, come dimostrato dal miglioramento delle risposte PASI 75, 90 e 100».
Questi risultati suggeriscono che, con la crescente gamma di opzioni biologiche mirate a diverse vie immunologiche, per una quota significativa di pazienti lo switch da una classe all’altra può rappresentare un approccio utile, e potenzialmente superiore, per la gestione della psoriasi. Gli autori hanno comunque sottolineato la necessità di studi più ampi con follow-up prolungato per corroborare questi dati e l’importanza della vigilanza sulle infezioni durante lo switch da un farmaco biologico a un altro.
Referenze
Zhang M et al. Biopharmaceutical Switching in Psoriasis Treatment: A Systematic Review and Meta-Analysis. JAMA Dermatol. 2025 Aug 6:e252714.

