Dal governatore della Sicilia al sindaco di Corleone, fino ai cittadini: il video del podcast con il figlio di Totò Riina ha collezionato un’ondata di commenti negativi
Non si placa la polemica dopo l’intervento di Salvatore Giuseppe Riina, figlio del boss di mafia, a Lo Sperone Podcast. Un coro di indignazione si è alzato all’indomani della pubblicazione del video che, su Youtube, prima che venissero disattivati, ha collezionato un’ondata di commenti negativi. Il popolo del web insorge, così come autorità e personalità televisive e politiche.
IL SINDACO DI CORLEONE: “INTOLLERABILE CHE L’IMMAGINE DI CORLEONE SIA IMPROPRIAMENTE UTILIZZATA”
Il sindaco di Corleone, Walter Rà, in una nota ufficiale, ha dichiarato: “Apprendo di affermazioni, distorte e a tratti del tutto false, dell’intervista pubblicata dal sig. Gioacchino Gargano con Giuseppe Salvatore Riina, figlio del più noto boss di Cosa Nostra Salvatore. Appare del tutto intollerabile che l’immagine di Corleone possa essere impropriamente utilizzata, ancora una volta, come mero strumento di speculazioni mediatiche. Il contenuto podcast proposto da Gargano e Riina appare finalizzato esclusivamente ad ottenere maggiori pubblicità e visibilità”. Prendendo le distanze da quanto ascoltato in quella che è stata definita con troppa semplicità “una chiacchierata”, il primo cittadino ha aggiunto: “Nessun contesto ha mai obbligato le persone a scegliere la violenza e la corruzione. Ed anzi, negli anni in cui sono avvenute tragedie ed atti di criminalità, una grande moltitudine di corleonesi ha deciso di seguire la strada della legalità, spesso pagando con il prezzo della vita il proprio coraggio”.
“Come Sindaco- ha concluso- sento il dovere di tutelare l’immagine e la dignità della città che rappresento, protagonista negli ultimi decenni di una straordinaria storia di riscatto e di libertà. Sto ricevendo, a proposito dei contenuti del podcast, messaggi di sconcerto e deplorazione da parte di molti corleonesi e non solo. Vi invito dunque a continuare ad esternare pubblicamente questo crescente risentimento nei confronti dell’ennesima speculazione ai danni del buon nome della città e della stragrande maggioranza dei siciliani onesti. Attraverso video, reels, storie, immagini, commenti sui social facciamo risuonare la nostra indignazione”.
LA VARDERA: “PRESENTERÒ ESPOSTO PER APOLOGIA ALLA CRIMINALITÀ”
Il deputato all’Assemblea regionale siciliana e leader di Controcorrente Ismaele La Vardera ha annunciato sui social l’intenzione di presentare “un esposto alle autorità per apologia alla criminalità al fine di rimuovere il video”. In un video successivo, La Vardera ha commentato: “Una puntata di questo pseudo podcast che è agghiacciante. Un tentativo di eroicizzare Totò Riina e lo hanno fatto invitando il figlio del boss Riina, anche lui condannato per associazione mafiosa, con tanto di ingresso negli studi in pompa magna. Ho visto questa puntata ed è un continuo tentare di far passare la figura di Totò come un uomo onesto e contro il sistema, ma la cosa più vergognosa è stata la totale sudditanza degli intervistatori che non sono stati in grado di fare neanche una domanda sulla storia efferata e criminale del padre. Chiedo formalmente al gestore del podcast di togliere questo scempio dalla rete poiché fortemente diseducativo per le nuove generazioni diversamente”.
“Anche io ho partecipato una volta a quel podcast ma non si può di certo associare la mia faccia a quel podcast, per questo voglio che cancelli la mia puntata e tutti i miei riferimenti o me o i Riina – ha aggiunto -. Venga anche chiesto scusa alla Sicilia e ai siciliani“.
Sulla questione dell’esposto ha spiegato: “Un boss mafioso, e non un grande boss italiano come l’hanno definito, come Riina non va ricordato per essere beatificato e chiunque faccia ‘apologia crimininale o mafiosa’, proprio come hanno fatto questi del podcast solo per fare visualizzazioni online si qualificano da soli per questa ragione sto preparando un esposto alla polizia postale e sto facendo una segnalazione all’Agcom per fare in modo che quando si parli di mafia, si ricordi che questi hanno distrutto la nostra terra e rovinato la vita dei siciliani“.
Il post di La Vardera è stato condiviso da molti. Tra questi Stefania Petyx di Striscia La Notizia: “No Salvatore, tuo padre non era un padre con la P maiuscola, era un pezzo di m***a con la P maiuscola”, ha detto l’inviata citando le frasi di Riina Jr. sul Totò vissuto in famiglia.
IL CENTRO STUDI BORSELLINO ESPRIME SDEGNO
“È con profondo sdegno che il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino prende atto delle recenti esternazioni durante il podcast lo Sperone del 18 settembre 2025, in cui Salvatore Giuseppe Riina ha cercato di presentare un’immagine ‘umanizzata’ di Totò Riina, addirittura un padre che ‘combatté il sistema’, una persona ‘onesta’, uno ‘uomo con la U maiuscola’”. Così in una nota il Centro Borsellino.
“Nessuna retorica può cancellare il torto enorme fatto alla memoria delle vittime, alle loro famiglie, e allo Stato tutto – si legge ancora -. Non si può ignorare che Riina senior è stato mandante di decine di omicidi, di stragi e attentati che hanno insanguinato l’Italia intera, mietendo vittime innocenti. Non basta nascondersi dietro la retorica della ‘militarizzazione di Palermo’ o dei poteri occulti per scusare un individuo che non ha mai collaborato con la giustizia, che non ha mai mostrato alcun ravvedimento, che ha continuato fino alla fine a rappresentare un pericolo per la società. Totò Riina non è mai stato vittima, ma il carnefice“.
E su Riina Jr. la nota prosegue: “Nemmeno suo figlio può sottrarsi alle sentenze definitive che lo hanno condannato definitivamente a 8 anni e 10 mesi e per reati gravissimi connessi all’organizzazione mafiosa. Non è la prima volta che l’intervistato tenta di offrire la propria immagine da bravo ragazzo, già a partire dal periodo della libertà vigilata a Padova, quando è stato sorpreso più volte a violare gli obblighi connessi alla sorveglianza speciale: frequentazioni con pregiudicati, consumo di cocaina durante feste private, lasciando sempre dei dubbi sulla sua reale condotta“.
Il Centro Studi, poi, passa ai conduttori che non hanno manifestato nessun dubbio, “neppure quando l’intervistato ha avuto l’ardire di paragonare la latitanza della famiglia Riina alla negazione del diritto all’esistenza dei bambini di Gaza. È bene ricordare che Salvuccio Riina non è un osservatore neutrale: egli stesso ha ammesso di essere sempre stato consapevole di crescere in una famiglia di criminali, di aver accettato quella condizione e, anzi, di averla ‘abbracciata’ sin da piccolo, descrivendola persino come motivo di gioia, ‘per noi era una festa’”.
Si sottolinea poi che “i valori etici che sono stati decantati in quel podcast – famiglia, onestà, rispetto, moralità – non potranno mai coincidere con il silenzio su stragi, su omicidi, sulla strategia del terrore. Nessuno che abbia amato davvero la giustizia, la democrazia, la verità potrà accettare che la memoria venga offuscata da revisionismi velati o da tentativi di pietismo, in questa e in diverse altre occasioni che in passato si sono presentate”. Poi l’appello: “Chiediamo a tutti i media, a tutte le istituzioni, alla società civile: non lasciamo che la storia venga riscritta in modo da indebolire la memoria delle vittime; non lasciamo spazio a narrazioni che trasformano carnefici in vittime. Verità, giustizia, responsabilità concreta: queste devono rimanere le parole guida del nostro presente e del futuro”.
SINDACO DI PALERMO: “PAROLE RIINA DELIRANTI, FALSE E OFFENSIVE”
“Le parole pronunciate in un’intervista da Giuseppe Salvatore Riina sono deliranti, false e profondamente offensive per Palermo, per la Sicilia e per la memoria collettiva di chi ha pagato con la vita il proprio impegno per la legalità. Negare l’evidenza storica e giudiziaria sull’omicidio di Giuseppe Di Matteo, infangare la memoria di Giovanni Falcone e screditare chi ogni giorno combatte la mafia, equivale a riscrivere la storia in modo vigliacco e strumentale”. Lo dice il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
“Palermo conosce bene il dolore causato da Cosa nostra e non permetterà che la voce di chi tenta di riabilitare l’orrore mafioso trovi spazio o legittimazione pubblica – aggiunge -. La nostra città sta voltando pagina, anche grazie al sacrificio di magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, imprenditori e semplici cittadini. A questi eroi silenziosi va il nostro rispetto e il nostro ricordo. A chi cerca visibilità, riabilitando il passato criminale della propria famiglia, Palermo risponde con il silenzio del disprezzo. Alcuni nomi non meritano alcuna ribalta, né attenzione“.
SCHIFANI: “PAROLE RIINA OFFENDONO MEMORIA FALCONE E SICILIA”
“Le dichiarazioni del figlio di Totò Riina sono gravissime e offensive non solo nei confronti della memoria di Giovanni Falcone e delle vittime della mafia, ma anche verso tutti i siciliani che ogni giorno lottano per affermare la legalità. Non accetto che si provi a riscrivere la storia con falsità indegne: Falcone è stato ucciso perché era il simbolo della lotta alla mafia, punto”. Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
“La Sicilia – prosegue – non dimentica e non permetterà mai che si tenti di minimizzare la responsabilità di chi ha seminato morte e terrore nella nostra terra. La nostra comunità continuerà a trarre forza dall’esempio di Falcone, Borsellino e di tutti gli eroi caduti per la giustizia, respingendo con fermezza chi tenta di infangarne la memoria”.
CORECOM SICILIA: “SDEGNO PER LE PAROLE DI RIINA JR”
Il presidente del Corecom Sicilia Andrea Peria Giaconia esprime “sdegno” per le dichiarazioni recentemente rese da Salvo Riina junior nel podcast ‘Lo Sperone’, richiamando l’attenzione sull’importanza di “un’informazione responsabile”.
“Parole che rischiano di banalizzare la memoria delle vittime di mafia – dice Peria Giaconia – e di normalizzare il racconto criminale. I media, i podcast, le piattaforme digitali hanno il dovere di informare in modo affidabile, senza offrire spazio a messaggi che possano confondere o ferire la coscienza civile, offrendo invece rispetto, verità e memoria”.
IL CONDUTTORE GARGANO: “MI SCUSO E MI DISSOCIO DA TUTTO IL SISTEMA MAFIOSO”
“In relazione a tutte le critiche ricevute, mi scuso e mi dissocio totalmente da tutto il sistema mafioso! Stasera uscirò con un mio video in cui spiegherò tutto!”, ha scritto su Instagram il conduttore del podcast, Gioacchino Gargano. Una frase che ormai appare tardiva.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

