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“Gaza? Una miniera d’oro immobiliare” il ministro Smotrich e il piano di spartizione con gli USA

gaza city

“Gaza? Una miniera d’oro immobiliare. In corso la spartizione dei terreni con gli Stati uniti”: il piano svelato dal leader dell’estrema destra Smotrich, nel corso dell’Urban Renewal Summit

Le azioni della Borsa di Tel Aviv crollano per il sesto giorno consecutivo, dopo che la Commissione europea ha proposto di limitare gli accordi di libero scambio sui beni israeliani. Ma ci pensa il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich a dare una iniezione di fiducia all’economia nazionale. Smotrich infatti, nel corso di un convegno sul rinnovamento urbano, ha affrontato la questione del “day after” nella Striscia di Gaza, definendo apertamente quella regione- martoriata da due anni di raid e dall’ultimo assalto dei Carri di Gedeone- una “bonanza immobiliare”. E non solo: ha rivelato alla platea che sarebbe già in corso una trattativa con gli Stati uniti “su come dividere le percentuali sui terreni”.

“IL BUSINESS PLAN È SULLA SCRIVANIA DI TRUMP, SARÀ UNA MANNA DAL CIELO”

A svelarlo Ynetnews, sito di notizie del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, subito ripreso dalle testate di tutto il mondo. “Sullo sfondo della visione utopica che circola anche nell’amministrazione Trump, il ministro- racconta la testata israeliana- intervenendo all’Urban Renewal Summit del Real Estate Center e del portale Madlan 2025, ha anche affermato che la ricostruzione di Gaza diventerebbe, tra le altre cose, un investimento immobiliare redditizio perché ‘ho già avviato i negoziati con gli americani’”.

Secondo quanto riferito da Ynetnews, Smotrich ha assicurato che si tratta di un “business plan” voluto dall’amministrazione “costruito dalle persone più professionali e competenti in circolazione”. E ha aggiunto che “il piano è attualmente sulla scrivania del presidente degli Stati Uniti”. E ancora “Donald Trump- ha concluso- sta verificando come questa cosa diventerà una manna dal cielo immobiliare – non sto scherzando – e si ripagherà da sola”.

DOPO LO STRAPPO EUROPEO, CROLLANO LE AZIONI DELLA BORSA DI TEL AVIV

Un altro quotidiano israeliano, The Times of Israel riferisce invece del crollo delle azioni della Borsa di Tel Aviv, per il sesto giorno consecutivo. A contribuire alla caduta, la decisione della Commissione europea di sospendere la parte commerciale dell’accordo di associazione con Israele, che “alimenta l’incertezza sulle conseguenze che l’offensiva a Gaza City avrà sull’economia del Paese”, riferisce la testata.
In dettaglio, l’indice di riferimento TA-125 della Borsa di Tel Aviv ha perso il 2% alla chiusura delle contrattazioni. Questo mese, l’indice di riferimento ha registrato un calo del 2,4%, riducendo il guadagno da inizio anno al 25,3%. L’indice TA-35 delle società blue-chip ha chiuso in calo dell’1,9%. L’indice TA-90, che replica le azioni a maggiore capitalizzazione non incluse nell’indice TA-35, ha perso il 2,4%. L’indice TA-Insurance è crollato del 4,3%.

L’ESPERTO: “PREOCCUPATI PER LE PRESSIONI UE SULLE RELAZIONI COMMERCIALI”

“C’è preoccupazione rispetto all’Unione Europea che sta esercitando pressioni concrete sulle relazioni commerciali con Israele”, ha infine dichiarato al Times of Israel Ronen Menachem, economista capo dei mercati della Mizrahi Tefahot Bank. “Ogni volta che sentiamo critiche più dirette sulla condotta di Israele a Gaza, ciò alimenta il nervosismo nei mercati finanziari, creando incertezza tra gli investitori sulle implicazioni dell’offensiva nella città di Gaza e sulla guerra in corso con Hamas”, afferma. Incertezze accresciute nei giorni scorsi anche a seguito della dichiarazione del Primo Ministro Benjamin Netanyahu su “Super-Sparta”. Secondo il premier infatti Israele si trova ad affrontare un crescente isolamento e potrebbe essere costretto a trasformarsi in un’economia autosufficiente con “caratteristiche autarchiche”, dunque “una sorta di super-Sparta”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

 

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