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Dermatite atopica: variazioni dose upadacitinib più comuni con terapia 30 mg

radiodermite

Nei pazienti con dermatite atopica le variazioni della dose di upadacitinib sono più comuni tra quanti iniziano la terapia con 30 mg

Nei pazienti con dermatite atopica le variazioni della dose di upadacitinib sono più comuni tra quanti iniziano la terapia con 30 mg, in gran parte a causa di eventi avversi e del raggiungimento dell’attività minima di malattia, mentre gli aumenti del dosaggio da 15 mg sono principalmente dovuti a un controllo insufficiente della malattia, come rilevato da un’analisi real world pubblicata sul Journal der Deutschen Dermatologischen Gesellschaft (JDDG).

Negli ultimi anni, le terapie biologiche e gli agenti a piccole molecole, in particolare gli inibitori delle Janus chinasi (JAK), si sono affermati come opzioni terapeutiche innovative per i pazienti con dermatite atopica da moderata a grave. Queste terapie offrono un sollievo rapido e mirato da una malattia caratterizzata da infiammazione cronica, prurito intenso e significativa compromissione della qualità della vita.

Upadacitinib, un inibitore orale selettivo della JAK1, ha dimostrato un’efficacia significativa nel ridurre la gravità della malattia, l’intensità del prurito e i disturbi del sonno in diversi studi clinici. Sia il regime posologico giornaliero da 15 mg che quello da 30 mg sono stati associati a notevoli miglioramenti, offrendo ai medici la flessibilità di personalizzare il trattamento in base alla gravità della malattia e a fattori specifici del paziente, hanno premesso gli autori.

Questa flessibilità di dosaggio è particolarmente importante nella pratica clinica reale, dove i profili dei pazienti spesso divergono da quelli degli individui arruolati negli studi clinici randomizzati controllati. La possibilità di adattare i dosaggi in base alla risposta e alla tolleranza del paziente migliora l’adattabilità alle variazioni cliniche nel tempo. Tuttavia, nonostante il crescente utilizzo di upadacitinib, i dati di real life riguardanti i tempi, la logica e gli esiti degli aggiustamenti della dose rimangono limitati.

«In questo contesto, un approccio strutturato e basato sull’evidenza per le transizioni di dosaggio, sia con aumento che con riduzione, potrebbe migliorare significativamente la pianificazione personalizzata del trattamento e la gestione a lungo termine della malattia» hanno scritto gli autori guidati da Flavia Manzo Margiotta del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Pisa. «Per colmare questa lacuna, il nostro studio mirava a valutare gli aggiustamenti della dose di upadacitinib nei pazienti adulti con dermatite atopica».

Uno studio di real world condotto in centri dermatologici della Toscana
Partendo dalla convinzione che una strategia sistematica e basata sui dati per l’aggiustamento delle dosi potrebbe fornire ai pazienti affetti da dermatite atopica degli approcci terapeutici più personalizzati, i ricercatori hanno analizzato le modifiche della dose di upadacitinib negli adulti con dermatite atopica presso 6 centri dermatologici della Toscana tra maggio 2022 e marzo 2025.

L’attenzione si è concentrata sulle relazioni tra livello di dose, caratteristiche cliniche e drug survival del farmaco. In totale sono stati considerati un totale di 58 pazienti (53,4% maschi, età media 32,3).

Tra i partecipanti, il 69,0% aveva iniziato il trattamento con upadacitinib alla dose di 15 mg e il 31,0% alla dose da 30 mg. Questi ultimi presentavano punteggi dell’Eczema Area and Severity Index (EASI) significativamente più elevati rispetto ai pazienti nel braccio 15 mg (23,33 vs 18,08, P=0,038), suggerendo una maggiore gravità della malattia.

Non sono state identificate differenze significative al basale nelle anamnesi familiari, nei dati demografici, nell’età di insorgenza della malattia o nella distribuzione dei fenotipi di dermatite atopica dei pazienti, ad eccezione del coinvolgimento del collo, più comune nel braccio con 15 mg (P=0,044).

Nella real life più frequente una riduzione del dosaggio di upadacitinib piuttosto che un aumento
Durante il periodo di osservazione, i ricercatori hanno rilevato 24 variazioni della dose, proporzionalmente più comuni nella coorte da 30 mg, dove il 44,8% dei pazienti ha necessitato di una modifica rispetto al 20,8% nella coorte da 15 mg.

Le ragioni principali per la riduzione da 30 mg sono stati gli eventi avversi, segnalati nel 31% dei partecipanti, e il raggiungimento dell’attività minima di malattia (MDA), osservato nel 17,2% dei soggetti. Gli effetti collaterali, documentati dopo una media di 13,1 settimane, consistevano in eruzioni acneiformi nel 44,4% dei partecipanti, ipercolesterolemia o iperlipidemia nel 33,3%, neutropenia o leucopenia nel 22,2% e astenia nell’11,1%.

Tra quanti avevano ridotto la dose a causa degli eventi avversi è stato riscontrato che il 77,8% aveva già raggiunto l’MDA e, dopo l’aggiustamento, oltre la metà (57,1%) dei pazienti ha mantenuto la MDA. Al contrario, l’unica motivo per l’aumento della dose da 15 mg è stato un controllo inadeguato della malattia, con il 21,2% dei pazienti che ha richiesto un aumento a 30 mg dopo una media di 34,8 settimane e il 40% di questi che ha raggiunto la MDA dopo tale aggiustamento.

I risultati dello studio supportano il modello secondo il quale 15 mg di upadacitinib sono risultati insufficienti in circa il 20% dei pazienti, mentre un paziente su cinque con la dose da 30 mg ha potuto ridurre il dosaggio a 15 mg dopo 13,2 settimane, mantenendo l’MDA nel 50% dei casi. «Questo intervallo di tempo è più breve rispetto a dupilumab (52 settimane) e tralokinumab (16 settimane). Anche se gli eventi avversi sono stati più frequenti con 30 mg, erano generalmente gestibili, in particolare l’acne, un effetto collaterale comune e considerato lieve associato alla JAK inibizione» hanno sintetizzato i ricercatori.

«Studi futuri dovrebbero valutare i marcatori predittivi per eventi avversi e risposta, come fatto per i farmaci biologici» hanno sottolineato. «Questi risultati di reale pratica clinica evidenziano l’efficacia, la sicurezza e la flessibilità di upadacitinib, supportandone il ruolo nella gestione personalizzata della dermatite atopica da moderata a grave».

Referenze

Manzo Margiotta F et al. Upadacitinib dose adjustment in moderate-to-severe atopic dermatitis: insights from a multicenter real-world study. J Dtsch Dermatol Ges. 2025 Aug 18. 

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