Il presidente ucraino Zelensky irritato: “Perché la Nato non ha abbattuto il drone russo in Romania? Non si può aspettare decine di droni o missili prima di reagire”
Volodymyr Zelensky non ha usato mezzi termini: la Nato, a suo dire, ha sbagliato a non abbattere il drone che sabato ha attraversato lo spazio aereo rumeno prima di rientrare in Ucraina. Un’incursione di dieci chilometri che, secondo il presidente ucraino, non è stata un errore tecnico ma “un’espansione evidente della guerra”.
Il velivolo, identificato come uno dei droni iraniani Shahed utilizzati da Mosca, è rimasto sotto scorta per quasi un’ora. Due F-16 rumeni e due Eurofighter tedeschi lo hanno seguito dai radar di Chilia Veche, al confine con l’Ucraina, fino all’uscita dal territorio NATO. Pur avendo il via libera a colpirlo, i piloti hanno scelto di non sparare, valutando «rischi collaterali» troppo elevati.
Zelensky ha criticato questa linea attendista: “Non si può aspettare decine di droni o missili prima di reagire”. La sua irritazione è alimentata anche dall’episodio di pochi giorni prima in Polonia, dove un’ondata di droni russi era stata abbattuta grazie anche al supporto degli alleati Nato: primo vero intervento militare diretto dell’Alleanza dall’inizio della guerra.
La Commissione europea ha fatto eco al leader ucraino. La vicepresidente Kaja Kallas ha definito la violazione «un’ennesima provocazione inaccettabile» e un rischio per la sicurezza regionale. Bucarest, dal canto suo, ha minimizzato i pericoli per i civili ma ha riconosciuto che la penetrazione del drone rappresenta «una nuova sfida» nella strategia difensiva del Mar Nero.
Mosca tace, ma le incursioni aeree diventano sempre più frequenti. Negli ultimi tre anni la Romania ha segnalato diversi episodi minori, con droni caduti o frammenti finiti sul suo territorio. Mai, però, con una penetrazione così profonda.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

