Ipercolesterolemia: all’ESC di Madrid è stato annunciato l’avvio dello sviluppo in Europa della nuova combinazione orale a tre componenti in compresse di acido bempedoico
In occasione del congresso dell’ESC di Madrid è stato annunciato l’avvio dello sviluppo in Europa della nuova combinazione orale a tre componenti in compresse di acido bempedoico, ezetimibe e diverse dosi di una statina (atorvastatina o rosuvastatina), con il potenziale di ridurre i livelli di colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (C-LDL). È noto che le terapie di combinazione riducono il numero di compresse per i pazienti, potenzialmente migliorando l’aderenza al trattamento e facilitando la terapia con l’obiettivo di ottimizzare gli esiti cardiovascolari.
“Poiché l’acido bempedoico e l’ezetimibe sono già stati approvati come terapia a dose fissa, lo sviluppo di una tripla combinazione orale in compresse con diverse dosi di statina potrà agevolare i medici nella personalizzazione del trattamento, in base alle esigenze individuali di ciascun paziente”, afferma il Dr. Stefan Seyfried, Vice President e Head of Medical Affairs Specialty Medicines di Daiichi Sankyo Europe. “Questo approccio incarna il nostro costante impegno, racchiuso nel dare concretezza al nostro motto: we care for every heartbeat/abbiamo a cuore ogni battito”.
“La terapia ipolipemizzante assume un ruolo cruciale nel ridurre l’incidenza di eventi cardio-cerebrovascolari. Le combinazioni di farmaci, raccomandate dalle linee guida, rappresentano una fondamentale strategia terapeutica e possono contribuire a un beneficio clinico significativo, essendo in grado di ridurre i livelli di C-LDL, il rischio di eventi cardiovascolari ed il rapido raggiungimento degli obiettivi terapeutici. Le combinazioni a dose fissa inoltre favoriscono una migliore aderenza terapeutica”, afferma il Prof. Maurizio Averna, Dipartimento “Promise”- Università degli studi di Palermo.
Lo studio TRICONOS
Sul valore della tripla combinazione si è espresso anche il Prof. Marcello Arca, Università Sapienza di Roma, che ha commentato il razionale dello studio osservazionale TRICONOS, attualmente in corso in vari Paesi europei, inclusa l’Italia. Lo studio intende valutare nella pratica clinica quotidiana l’efficacia dell’associazione estemporanea di statina (nelle formulazioni più utilizzate, atorvastatina o rosuvastatina), ezetimibe e acido bempedoico. Secondo Arca, TRICONOS ha un duplice valore: da un lato, permette di misurare in condizioni reali l’entità della riduzione dei livelli di C-LDL ottenuta con la tripla associazione, soprattutto nei pazienti ad alto rischio; dall’altro, fornisce dati utili per comprendere quale potrebbe essere l’impatto della futura combinazione fissa, oggi in fase di sviluppo.
“Il pregio di questo studio – spiega Arca – è che non si tratta di un trial randomizzato, dove i pazienti vengono assegnati in modo casuale a un protocollo predefinito, ma di un’osservazione nella pratica clinica reale. I medici decidono la terapia, come avviene ogni giorno negli ambulatori. Questo consentirà di avere un’anticipazione concreta di quale potrebbe essere il reale beneficio della tripla combinazione fissa una volta disponibile.”
Arca ha sottolineato inoltre come lo studio sia “propedeutico” al futuro sviluppo regolatorio: “L’azienda disponeva già di evidenze solide sulla duplice associazione, ma i dati dedicati alla triplice erano limitati. TRICONOS ci darà nuove informazioni e, considerando che i tre farmaci coinvolti sono già consolidati nell’uso clinico, inclusa l’esperienza positiva con l’acido bempedoico, credo che per il dossier regolatorio saranno sufficienti studi di bioequivalenza, senza la necessità di trial confermativi estesi. Questo potrebbe rendere i tempi di approvazione più rapidi.”
Un altro aspetto evidenziato dal Prof. Arca riguarda la valutazione del cosiddetto “beneficio netto”: “TRICONOS non si limiterà a misurare la riduzione media del colesterolo LDL, ma cercherà di valutare l’impatto complessivo della tripla associazione sulla storia clinica dei pazienti, considerando anche il valore massimo di colesterolo raggiunto in assenza di trattamento. In questo modo potremo stimare in maniera più precisa la capacità della combinazione di mantenere i pazienti in sicurezza a lungo termine.”
Da ESC nuove conferme per acido bempedoico
L’annuncio dello sviluppo della tripla combinazione orale arriva in concomitanza con la presentazione, durante il Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) 2025, di nuovi dati clinici provenienti dai registri MILOS e SANTORINI, che confermano la presenza di sfide persistenti nella gestione del C-LDL.
I dati provenienti da una coorte di quattro paesi dello studio MILOS rivelano che il reale rischio cardiovascolare (CV) dei pazienti è spesso sottovalutato nella pratica clinica, con fino al 50% dei pazienti ad alto rischio e fino al 70% di quelli a rischio molto alto classificati in una categoria di rischio inferiore rispetto a quella effettiva, e sottolineano disparità di trattamento tra i sessi, con le donne meno frequentemente avviate a una terapia ipolipidemizzante (LLT) intensiva rispetto agli uomini. Inoltre, l’aggiunta di acido bempedoico per otto settimane, con o senza altre LLT, è stata associata a una riduzione dei livelli di C-LDL in entrambi i sessi, senza evidenza di nuovi segnali di sicurezza, supportando l’efficacia e la sicurezza dell’acido bempedoico nella pratica clinica .
I dati del registro SANTORINI evidenziano criticità nell’intensificazione della LLT, con solo il 20% dei pazienti a rischio CV alto e molto alto, con livelli elevati di C-LDL, sottoposti a un’intensificazione del trattamento. Inoltre, i pazienti più anziani risultano meno frequentemente trattati rispetto a quelli più giovani.
Ulteriori dati prescrittivi provenienti dalla pratica clinica reale in Germania mostrano che quasi tre quarti dei pazienti a rischio cardiovascolare alto o molto alto non ricevono alcuna terapia ipolipemizzante.
La coorte di pazienti a rischio CV alto e molto alto dello studio SANTORINI è stata anche utilizzata in una simulazione che suggerisce come 6 pazienti su 10 potrebbero raggiungere gli obiettivi di C-LDL e ridurre significativamente il proprio rischio CV a lungo termine attraverso un percorso terapeutico ottimizzato di tripla combinazione orale (acido bempedoico, ezetimibe e una statina). Questo è in linea con i risultati presentati al Congresso 2025 della Società Europea dell’Aterosclerosi (EAS), che mostrano come l’intensificazione con terapie di combinazione consenta un miglior controllo dei livelli di C-LDL rispetto all’aumento progressivo del dosaggio della sola statina. Il potenziale di ridurre i livelli di colesterolo della triplice combinazione è stato riconosciuto nell’ultimo aggiornamento del 2025 delle linee guida 2019 ESC/EAS sulla gestione delle dislipidemie.
Malattie cardiovascolari rimangono il big killer
Le malattie cardiovascolari rappresentano la causa principale di morte e disabilità nella Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con circa 4,2 milioni di decessi all’anno, pari a oltre il 42,5% di tutti i decessi. In pratica, ogni giorno in Europa si contano circa 10.000 morti legate alle CVD.
Secondo dati dell’Unione Europea, le malattie del sistema circolatorio sono alla base di circa 1,71 milioni di decessi all’anno, ovvero circa il 32,4% di tutte le morti registrate nell’UE nel 2021 — ben più del cancro, che segue con il 21,6%. In Europa, oltre 60 milioni di persone vivono con una malattia cardiovascolare, e ogni anno il sistema produttivo e sanitario europeo affronta costi stimati in oltre 210 miliardi di euro tra cure, perdita di produttività e assistenza informale.
Le malattie cardiovascolari continuano a rappresentare una sfida globale significativa e costituiscono la principale causa di morte in Europa. La dislipidemia, in particolare un elevato livello di C-LDL, è uno dei fattori di rischio modificabili più diffusi associato ad eventi CV e la sua gestione resta un’esigenza prioritaria nella riduzione del rischio cardiovascolare.
I farmaci ipolipemizzanti hanno mostrato di ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori (MACE). Tuttavia, nonostante gli effetti protettivi di queste terapie, il loro impiego risulta spesso non ottimale a causa di pratiche cliniche non uniformi, scarsa aderenza (in parte dovuta alla politerapia), inerzia terapeutica e sottoutilizzo delle terapie di combinazione, con conseguente mancato raggiungimento dei livelli raccomandati di C-LDL da parte di una quota significativa di pazienti, che rimangono esposti a un elevato rischio CV.

