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Il vaccino contro l’herpes zoster riduce anche il rischio di infarto e ictus

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Una nuova revisione sistematica della letteratura e meta-analisi a livello globale ha evidenziato che la vaccinazione contro l’herpes zoster, è associata a un rischio significativamente ridotto di infarto e ictus

Una nuova revisione sistematica della letteratura e meta-analisi a livello globale ha evidenziato che la vaccinazione contro l’herpes zoster, impiegata per prevenire il fuoco di Sant’Antonio, è associata a un rischio significativamente ridotto di infarto e ictus.
Si tratta della prima revisione e meta-analisi sistematica globale a valutare in maniera completa le prove relative a un’eventuale associazione tra vaccinazione anti-herpes zoster ed eventi cardiovascolari.

I risultati sono presentati oggi al Congresso della Società Europea di Cardiologia (ESC) a Madrid. L’autore principale dello studio, dott. Charles Williams, Global Associate Medical Director, Global Medical Affairs – Vaccines presso GSK, ha dichiarato: «Abbiamo esaminato le evidenze disponibili e rilevato che, in questa analisi, la vaccinazione contro l’herpes zoster è risultata associata a un minor rischio di eventi cardiovascolari, come infarto e ictus. Saranno però necessari ulteriori studi per comprendere se questa associazione possa essere attribuita a un effetto diretto della vaccinazione».

Lo studio ha riscontrato che la vaccinazione con il vaccino ricombinante contro l’herpes zoster (RZV) o con il vaccino vivo attenuato (ZVL) era associata a una riduzione statisticamente significativa del rischio di ictus e infarto rispetto alla mancata vaccinazione, sia negli adulti ≥18 anni sia negli adulti ≥50 anni. La ricerca ha stimato una riduzione del rischio cardiovascolare pari al 18% e al 16% nelle due fasce di età. Nei lavori che hanno riportato il rischio assoluto, la differenza di tasso era compresa tra 1,2 e 2,2 eventi in meno ogni 1.000 persone/anno.

La revisione sistematica è stata condotta utilizzando tre banche dati scientifiche, e la meta-analisi ha incluso trial clinici randomizzati di fase 3 e studi osservazionali che valutavano l’impatto della vaccinazione anti-herpes zoster sugli eventi cardiovascolari. I criteri di inclusione hanno seguito le linee guida Cochrane.

In totale sono stati inclusi 19 studi nella revisione; 8 osservazionali e 1 trial randomizzato (analisi aggregata di sicurezza di due studi di fase 3, non progettati né dimensionati per valutare specificamente l’effetto sugli eventi cardiovascolari). In totale, il 53,3% dei partecipanti era di sesso maschile. Sette studi riportavano un’età media compresa tra 53,6 e 74 anni.

Il dott. Williams ha sottolineato: «I nostri risultati sono promettenti, ma le evidenze disponibili presentano limiti. Quasi tutte provengono da studi osservazionali, che possono essere soggetti a bias e non permettono di stabilire un rapporto causale. Inoltre, gli studi inclusi erano principalmente volti a valutare l’efficacia del vaccino nel prevenire l’herpes zoster nella popolazione generale, e non in individui ad alto rischio cardiovascolare. Ciò dimostra la necessità di ulteriori ricerche».

Ricerche precedenti avevano già evidenziato un rischio transitorio aumentato di ictus e infarto dopo episodi di herpes zoster (2), ma non era stato ancora chiarito se la vaccinazione potesse ridurre questo rischio.

Il fuoco di Sant’Antonio (herpes zoster) è causato dalla riattivazione del virus varicella-zoster (VZV), lo stesso che provoca la varicella. Dopo l’infezione primaria, il virus rimane latente nel sistema nervoso e può riattivarsi causando l’herpes zoster in circa 1 persona su 3 nell’arco della vita. Il VZV può inoltre invadere i vasi sanguigni cerebrali di grande e piccolo calibro, determinando infiammazione e rimodellamento vascolare, che potrebbero contribuire allo sviluppo di complicanze cerebrovascolari come l’ictus.

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