In pazienti con artrite reumatoide, rosnilimab, antinfiammatorio di nuova generazione, si conferma efficace a 6 mesi in fase 2
Rosnilimab continua a distinguersi come una delle terapie più promettenti per l’artrite reumatoide (AR) da moderata a grave. I dati aggiornati a 6 mesi dello studio di fase 2b RENOIR (1), annunciati in un comunicato stampa, confermano e rafforzano i risultati positivi osservati già a 12 settimane, suggerendo un profilo “best-in-disease”.
Infomazioni su rosnilimab
Rosnilimab è un nuovo anticorpo monoclonale avente come bersaglio diretto PD-1, un recettore co-inibitorio espresso in modo preferenziale sulla superficie delle cellule T attivate, che ha un ampio impatto sui fattori patogenetici di malattie infiammatorie come l’AR e la colite ulcerosa (UC). Si tratta di una terapia “a target”, progettata per eliminare le cellule T ad elevata concentrazione di PD-1 e per fungere da agonista delle restanti cellule T PD-1+, al fine di riportare il sistema immunitario ad uno stato di omeostasi.
Secondo gli autori degli studi su questo anticorpo, si ritiene che il ripristino del sistema immunitario a uno stato di omeostasi si traduca in risultati immunologici specifici sia nel tessuto infiammato che a livello periferico, come la riduzione della proliferazione, della migrazione e della secrezione di citochine delle cellule T e la riduzione della generazione di plasmacellule e dei livelli di autoanticorpi.
Rosnilimab è attualmente in fase di studio clinico e la sua sicurezza ed efficacia non sono state valutate da alcuna autorità regolatoria.
Studio RENOIR
Disegno del trial
Lo studio di fase 2b RENOIR sta valutando l’efficacia, la sicurezza, la tollerabilità, la farmacocinetica e la farmacodinamica di rosnilimab in pazienti con AR da moderata a grave in trattamento con DMARDc (ad esempio, metotrexato).
RENOIR ha arruolato 424 pazienti con un punteggio medio basale DAS28-CRP di attività di malattia pari a 5,64 e un punteggio medio basale di indice di attività clinica di malattia (CDAI) di 37,7 negli Stati Uniti, in Canada e in Europa, che erano naïve ai DMARDb/ts (n=250; 59%) o erano già stati sottoposti a trattamento con questi farmaci (n=174; 41%).
I pazienti già trattati con DMARDb/ts avevano dichiarato, al reclutamento nel trial, di aver utilizzato in precedenza almeno un esponente dei farmaci menzionati (anti-TNF, inibitore cellule B, modulatore selettivo della costimolazione, Jak inibitore).
I ricercatori hanno randomizzato questi pazienti a trattamento con:
– 100 mg di rosnilimab sottocute ogni quattro settimane (Q4W)
– 400 mg Q4W
– 600 mg ogni due settimane (Q2W)
– Placebo
L’endpoint primario è stato valutato alla settimana 12, mentre gli endpoint secondari sono stati valutati sia alla settimana 12 che alla settimana 14.
Dopo il completamento della visita alla Settimana 14, i pazienti trattati con rosnilimab che hanno raggiunto una bassa attività di malattia (LDA) del CDAI ≤ 10, hanno continuato il trattamento assegnato fino alla Settimana 28 in un periodo di trattamento in cieco, tuttora in corso.
Risultati clinici già dopo 3 mesi ed efficacia paragonabile ai JAK inibitori
Già a 12 settimane la maggior parte dei pazienti trattati aveva mostrato miglioramenti clinici e sintomatici. Rosnilimab ha ridotto in modo significativo gli indici di attività della malattia rispetto al placebo, con risposte rapide sia nei pazienti già trattati con altri DMARD sia in quelli naïve.
L’analisi dei dati a 6 mesi ha mostrato che l’efficacia di rosnilimab è simile a quella dei JAK inibitori, oggi tra i farmaci più utilizzati per l’AR. Inoltre, le risposte cliniche (CDAI LDA, remissione e ACR70) si sono consolidate nel tempo fino ai 6 mesi, soprattutto nei pazienti già trattati con altre terapie.
Risposte durature e miglioramento della qualità di vita
I benefici si sono mantenuti anche dopo la sospensione del trattamento. Alla settimana 34, oltre l’80% dei pazienti in low disease activity (LDA) è rimasto stabile. Anche gli indicatori riferiti direttamente dai pazienti, come il dolore percepito e la funzionalità articolare, hanno mostrato miglioramenti significativi e superiori alla soglia clinicamente rilevante.
Non solo: le analisi sui biomarcatori hanno confermato l’efficacia del farmaco: riduzione della proteina C-reattiva, calo marcato delle cellule T PD-1+ e aumento delle cellule T regolatorie, a indicare un migliore equilibrio del sistema immunitario. Anche le biopsie sinoviali hanno mostrato un forte impatto sulle vie infiammatorie chiave dell’AR, come TNF e IL-6.
Sicurezza e tollerabilità confermate
Lo studio, che ha coinvolto oltre 300 pazienti per un periodo fino a 6 mesi, ha confermato anche un buon profilo di sicurezza. Rosnilimab è risultato ben tollerato, senza segnali preoccupanti come quelli osservati con altri farmaci biologici e con i JAK inibitori.
Secondo Paul Emery, professore di reumatologia a Leeds, questo è particolarmente rilevante considerando che i pazienti con AR hanno già un rischio più elevato di infezioni, eventi cardiaci e tumori.
Perché è importante un controllo precoce dell’AR
L’AR è una malattia cronica che spesso inizia in giovane età. Controllarne l’attività per tutta la vita è fondamentale per prevenire danni irreversibili alle articolazioni e ad altri organi, alleviare il dolore e migliorare la qualità della vita.
Secondo Jonathan Graf, professore di reumatologia all’Università della California, “vedere rosnilimab ridurre in modo così significativo l’attività della malattia per 6 mesi, anche in pazienti che avevano già fallito diversi trattamenti, è davvero entusiasmante”.
Bibliografia
1) Anaptys Announces Positive Rosnilimab Data Updated Through Six Months in Robust Phase 2b Trial in RA. News release. Anaptys. June 3, 2025. https://www.globenewswire.com/news-release/2025/06/03/3093190/0/en/Anaptys-Announces-Positive-Rosnilimab-Data-Updated-Through-Six-Months-in-Robust-Phase-2b-Trial-in-RA.html

