Dalle sorelle Meloni solidarietà alle vittime dei siti sessisti e l’invito a reagire: “Disgusto e rabbia, ora nessuno sconto. Denunciate”
Anche le “sorelle d’Italia” sono vittime del regime del sessismo on-line: la crociata contro la “società del click che rovina le vite delle persone” non può che partire da loro. La premier Giorgia Meloni e la sorella Arianna, leader del primo partito nazionale, sono tra le due donne più potenti d’Italia, ma nulla hanno potuto per evitare di finire sulla graticola della piattaforma incriminata ‘phica.eu’, insieme a molte ‘colleghe’ del mondo della politica.
Dicono che non hanno visto le foto, né letto gli squallidi commenti, ma restano disgustate e indignate di fronte a un panorama così avvilente: a riportare le loro reazioni, in esclusiva, è Il Corriere della Sera. La chiusura del sito sessista ha di fatto segnato l’apice di un fenomeno più diffuso di quello che si credeva, ormai sulla cresta dell’onda, che segue le denunce di centinaia di donne vittime di un gruppo Fb della stessa sorta, ‘Mia moglie’. Foto dell’intimità di donne inconsapevoli sbattute nei social e nel web persino dai loro compagni , immagini ‘rubate’, manipolate e fuori contesto commentate con frasi triviali, maschiliste, volgari di uomini sconosciuti. Anche questa è violenza, violazione della privacy: per le sorelle Meloni è un fenomeno inaccettabile, gravissimo.
“FERMARE LA SOCIETÀ DEL CLICK CHE ROVINA VITE”
La reazione delle due leader politiche è comunque diversa, come diversi sono i ruoli e i caratteri stessi.
La premier è più che arrabbiata, persino infuriata: il suo è un invito gridato a denunciare e non subire. La responsabile della segreteria politica dI Fratelli d’Italia prende le cose meno di petto: preferirebbe non fare neanche pubblicità a uno “spettacolo indegno”, parlandone. Piuttosto il palcoscenico dovrebbe essere quello delle donne che sempre di più si fanno strada nel nostro Paese per la loro forza e merito, per i ruoli che occupano: “Presidente di Cassazione, amministratore delegato di Terna, primo consigliere di Stato, e così in tantissimi settori un tempo maschili”. Arianna seguirebbe piuttosto, se possibile, la strategia dell’indifferenza per non alimentare il malcostume da “società del click, dove si entra nel privato, si offende, si guarda dal buco della serratura, si rovinano vite e si sminuiscono le cose vere, importanti, che le donne raggiungono e conquistano col proprio lavoro giorno dopo giorno”.
“SOLIDARIETÀ E VICINANZA ALLE DONNE OFFESE”
La presidente del Consiglio è investita di un ruolo che impone durezza e pugno duro. “Sono disgustata da ciò che è accaduto, e voglio rivolgere la mia solidarietà e vicinanza a tutte le donne che sono state offese, insultate, violate nell’intimità dai gestori di questo forum e dai suoi ‘utenti’”, sono le parole affidate al quotidiano. “È avvilente constatare che nel 2025 ci sia ancora chi consideri normale e legittimo calpestare la dignità di una donna- prosegue- e farne oggetto di insulti sessisti e volgari, nascondendosi per di più dietro l’anonimato o una tastiera”.
“NESSUNO SCONTO PER I RESPONSABILI”
Di fronte a tutto ci, si impone una reazione: la premier invita a non subire, a denunciare alle autorità preposte, verso cui riserva massima fiducia. “Confido che i responsabili siano individuati nel più breve tempo possibile e sanzionati con la massima fermezza, senza sconti”, sono le sue parole ferme. “Nel nostro ordinamento- ricorda poi- la diffusione senza consenso di contenuti destinati a rimanere privati è un reato e si chiama revenge porn”.
Ma qui il fenomeno è ancora più esteso, perché gli abusi non nascono solo in un contesto di ‘vendetta’, riconosce la premier. “La protezione dei nostri dati e della nostra privacy è sempre più decisiva nel nostro tempo. Perché un contenuto intimo può diventare pubblico in pochissimi istanti e spesso impossibile da rimuovere dal web, e questo può devastare la vita di una persona, oltre che della sua famiglia e dei suoi cari. Un contenuto che si considera innocuo può trasformarsi, nelle mani sbagliate, in un’arma terribile- osserva- E di questo dobbiamo essere tutti consapevoli”.
“DENUNCIARE ALLA POLIZIA POSTALE E AL GARANTE PRIVACY”
Che fare? La premier indica più strade da seguire: educazione, azione, reazione, ma soprattutto denuncia. “La responsabilità personale, l’educazione digitale e l’uso consapevole della rete e degli strumenti digitali, la segnalazione immediata alla Polizia postale e al Garante della privacy — quando si ha il sospetto di essere vittime di una diffusione illecita — sono le migliori difese a disposizione per tutelare noi stessi e chi abbiamo intorno a noi”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

