Site icon Corriere Nazionale

Piange la chiesetta della Madonna del Ponte

madonna del ponte

La chiesa della Madonna del Ponte piange. Squillace tra politica assente, dirigenti non curanti del patrimonio e soprintendenza in vacanza.

La santa messa officiata dal rettore don Puglisi sembrava, l’otto giugno, u.s, aver aperto i battenti all’utilizzo delle funzioni liturgiche nella bellissima chiesetta della Madonna del Ponte di Squillace. Un’ illusione. Invece, la consegna dei lavori che era stabilita per il 31 maggio ancor ai giorni nostri sembra latente.

Questi erano i termini per la rimessa, invece, tutto tace e la politica sorda. Lavori fermi, fedeli che piangono l’assenza di un momento di raccoglimento, tanta rabbia e delusione. E’ un tempio del culto che da secoli è il punto di preghiera per molti fedeli, soprattutto per gli squillacesi è la loro Madre celeste.

E se la parola ekklesia, assemblea del popolo di Dio, è un irrinunciabile momento di preghiera, sembra che nella piccola oasi di devozione, l’accesso sia negato ai fedeli. Una vergogna da designare a chi? Ma soprattutto perché?

Il finanziamento del rifacimento dell’edificio, grazie al sovvenzione della  Sovrintendenza, è incominciato nel febbraio scorso. Un tetto al quale bisognava mettere mani al più presto possibile. Rischio danni strutturali e aggravio di spese. Insomma, nel mese di maggio i fedeli sono stati assicurati che avrebbero avuto il loro luogo di preghiera.

Purtroppo la burocrazia è fortemente vocata nel bel Paese, ma con un forte solco al sud.

Tra ritardi nei pagamenti e una variante in corso d’opera è costretta a subire rallentamenti nella consegna. Tante le pressioni ma c’è qualcosa che resta un’incognita. Perché questo lassismo? A volte a pensar male si fa peccato ma spesso si azzecca, massima andreottiana sempre utile al bisogno. Per ripartire le competenze e le responsabilità di coloro che in questa vicenda non aiutano la gente. Pensate a tutte le comunioni, i battesimi e le cerimonie rifiutate. E chi, sognava di uscire dalla chiesetta del Ponte con il velo nuziale per averlo da sempre desiderato. Mentre diventa un velo di amarezza.

Malafede di qualche ignaro sprovveduto o burocrazia forcaiola?

Responsabilità rimpallate al mittente e dirigenti in vacanza che dovrebbero ristabilire ordine e regole. Ma soprattutto quel ponteggio che si paga a vuoto è un pugno al cuore che incide sui costi di noleggio della tensostruttura.

Ancora una volta la burocrazia conferma quanto è alto il qualunquismo in un ambito che dovrebbe avere una priorità assoluta. Il patrimonio cattolico non è solo un insieme di beni materiali. Dentro, c’è un valore spirituale culturale e sociale che i signori che manovrano i bottoni hanno perso.

Mentre cosa meravigliosa sono le comunità che lavorano in sordina tenendo saldi i valori delle collettività cattoliche, con mille sforzi.

Exit mobile version