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Diabete di tipo 2: con semaglutide orale consistenti benefici renali

Terapia del diabete di tipo 2 carboidrati

Nei pazienti con diabete di tipo 2 la somministrazione di semaglutide orale fino a 14 mg per circa un anno ha portato a benefici a livello renale

Nei pazienti con diabete di tipo 2 la somministrazione di semaglutide orale fino a 14 mg per circa un anno ha portato a una riduzione di oltre il 40% del rapporto albumina/creatinina urinaria senza modificare il tasso di declino della funzionalità renale, come evidenziato da uno studio di coorte retrospettivo condotto in Spagna e pubblicato sul Clinical Kidney Journal.

La malattia renale cronica (CKD) è una complicanza comune del diabete di tipo 2, dove il tessuto adiposo disfunzionale e la steatosi epatica associata a disfunzioni metaboliche sono correlati a un aumento del rischio di CKD. L’avvento di farmaci altamente efficaci per la perdita di peso fa presumere che un quadro terapeutico integrato che utilizzi la perdita di peso come intervento modificante la malattia potrebbe semplificare l’approccio alla prevenzione o alla potenziale remissione della CKD, hanno premesso gli autori.

Alcune evidenze hanno mostrato degli effetti protettivi renali degli agonisti del recettore del GLP-1 in pazienti con diabete di tipo 2 oppure obesità, come nello studio FLOW, nel quale semaglutide sottocutanea ha ridotto il rischio di esiti renali, cardiovascolari e di decessi in pazienti con diabete di tipo 2 e CKD. Mentre nello studio SMART, semaglutide sottocutanea ha fornito una riduzione clinicamente significativa dell’albuminuria in pazienti con obesità e CKD non diabetica.

Nonostante un potenziale importante ruolo terapeutico di semaglutide sottocutanea in questa popolazione, vi sono pochi dati su semaglutide orale e sugli esiti renali. Un’analisi aggregata degli studi SUSTAIN 6/PIONEER 6 in pazienti con diabete di tipo 2 suggerisce che semaglutide può ridurre il tasso di declino della velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR). Inoltre nello studio PIONEER 5, con l’uso di semaglutide orale l’eGFR è rimasto stabile e il rapporto medio albumina-creatinina urinaria (UACR) tendeva a ridursi.

Un ampio studio real world multicentrico
Per valutare l’efficacia di semaglutide orale sugli esiti renali nei pazienti con diabete di tipo 2, i ricercatori hanno condotto uno studio di coorte retrospettivo (Renal ENDO2S-RWD) coinvolgendo 819 pazienti diabetici (età mediana 63 anni; 45,8% donne) che avevano iniziato la terapia con semaglutide orale (fino a una dose di 14 mg/die) tra il 2021 e il 2022, si erano sottoposti a test di funzionalità renale nei 3 mesi precedenti l’inizio della terapia e avevano eseguito almeno una misurazione di follow-up a 3 mesi.

Nei partecipanti l’eGFR mediano al basale era di 88,1 ml/min/1,73 m² e il rapporto albumina/creatinina urinaria (UACR) mediano era di 12 mg/g. Il 33,5% dei pazienti aveva un UACR ≥ 30 mg/g, il 47,2% soffriva di malattia renale cronica (CKD) e il 57% era in trattamento con farmaci SGLT2 inibitori.

Gli endpoint co-primari dello studio erano le variazioni rispetto al basale dello UACR e della pendenza dell’eGFR a 6 e 12 mesi, dove una riduzione ≥30% dello UACR è stata definita clinicamente rilevante. Gli endpoint secondari erano i fattori associati a queste variazioni e il verificarsi di eventi renali avversi maggiori (MAKE) o una riduzione ≥30% dell’eGFR nel follow-up.

Con semaglutide orale benefici renali nel diabete di tipo 2
A 12 mesi, l’uso di semaglutide orale ha portato a una riduzione dello UACR del 40,0% nella coorte complessiva e del 50,7% e del 49,9% nei pazienti con un UACR rispettivamente di 30-299 mg/g e ≥ 300 mg/g (P<0,001 per tutti).

In tutti i livelli di albuminuria e in tutti gli stadi di malattia renale cronica l’eGFR mediano è rimasto stabile, con valori mediani di 88,1 e 87 m/min/1,73 m² rispettivamente a 6 e 12 mesi. Un basso rischio di fibrosi epatica (misurato utilizzando il punteggio FIB-4) è stato associato a probabilità oltre cinque volte superiori di ottenere una riduzione superiore al 30% dell’UACR (odds ratio aggiustato, 5,50; P=0,006).

Meno del 5% dei pazienti ha avuto un evento avverso renale maggiore al follow-up, e coloro che hanno interrotto la somministrazione di semaglutide o avevano livelli più elevati di colesterolo LDL hanno mostrato un rischio più elevato.

«I nostri dati in un contesto real world depongono fortemente a favore dei benefici renali di semaglutide orale in un’ampia popolazione di persone affette da diabete di tipo 2» hanno concluso gli autori. «Considerati i problemi della catena di approvvigionamento globale per i GLP-1 agonisti a somministrazione sottocutanea, i risultati di questo studio potrebbero essere utili a supporto del processo decisionale clinico».

Referenze

Moreno-Pérez O et al. Effects of Oral Semaglutide on Kidney Outcomes in People with Type 2 Diabetes: A Nationwide, Multicentre, Retrospective, Observational Study (Renal_ENDO2S-RWD substudy). Clinical Kidney Journal, 2025;, sfaf227.

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