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Linfoma a grandi cellule B, nuove conferme di efficacia per axi-cel in seconda linea

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Acute myeloid leukemia (AML) cells in blood flow - closeup view 3d illustration

Linfoma a grandi cellule B ricaduto/refrattario, arrivano nuove conferme di efficacia per axi-cel in seconda linea dalla real life

In pazienti con linfoma a grandi cellule B ricaduto/refrattario dopo un trattamento di prima linea, la terapia con axicabtagene ciloleucel (axi-cel) in un contesto di real world ha prodotto risultati ampiamente sovrapponibili a quelli ottenuti nello studio di fase 3 ZUMA-7, indipendentemente dall’età, dal performance status e dalle comorbidità. Lo mostrano i dati di un’analisi retrospettiva presentati al congresso annuale della European Hematology Association (EHA), svoltosi di recente a Milano.

L’analisi retrospettiva, condotta su un’ampia popolazione di 454 pazienti, dopo un follow-up di un anno ha mostrato un tasso di risposta obiettiva (ORR) del 79%, con un tasso di risposta completa del 64%, risultati simili a quelli ottenuti nello studio ZUMA-7, nel quale si sono ottenuti nel braccio sperimentale un ORR dell’83% e un tasso di risposta completa del 65%. Inoltre, i tassi di durata della risposta (DOR) a un anno sono risultati del 66% nello studio retrospettivo e 60% nello studio registrativo.

Le percentuali di pazienti che a 3 mesi dall’infusione avevano risposto o avevano ottenuto una risposta completa sono risultate rispettivamente del 60% e 45%. A 6 mesi, questi queste percentuali erano aumentate rispettivamente al 79% e 61%. Questi risultati vanno confrontati con i valori di riferimento attuali che per il raggiungimento di una qualsiasi risposta a 3 mesi e 6 mesi dall’infusione sono rispettivamente il 45% e il 61%.

Con un follow-up mediano di 12,4 mesi, i tassi di sopravvivenza libera da eventi (EFS) e di sopravvivenza globale (OS) a un anno sono risultati rispettivamente del 54% e 74%; nello studio ZUMA-7 sono stati del rispettivamente 49% e del 75%. L’incidenza cumulativa di ricaduta o progressione di malattia a un anno è risultata del 41% (IC al 95% 36%-45%).

«Questo è il più grande studio nazionale ad aver indagato la sicurezza e l’efficacia di axi-cel nella seconda linea di trattamento», ha spiegato Dasom (Caroline) Lee, della Stanford University di Palo Alto, in California, presentando i dati. «A un follow-up mediano di 12 mesi, i risultati sono stati coerenti con quelli dello studio ZUMA-7, benché quasi la metà dei pazienti in questa analisi non soddisfacesse i criteri di eleggibilità di ZUMA-7», ha dichiarato Lee.

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