Dispatch Bio, fondata nel 2022, lancia una piattaforma integrata che mira a rendere possibile un approccio tumore agnostico
I tumori solidi rappresentano oltre il 90% dei casi di cancro a livello globale, ma si sono dimostrati resistenti alle terapie cellulari che hanno cambiato radicalmente la prognosi di molte neoplasie ematologiche.
Dispatch Bio, fondata nel 2022 da un team che include i pionieri del CAR-T Carl June, Chris Garcia, Andy Minn e Kole Roybal, insieme a investitori istituzionali come Parker Institute e ARCH Venture Partners, intende superare questi limiti con una piattaforma integrata che mira a rendere possibile un approccio tumore agnostico.
Piattaforma Flare: meccanismo d’azione
La tecnologia proprietaria Flare sfrutta un vettore virale oncotropico in grado di infettare selettivamente le cellule tumorali e modificarle inserendo un nuovo antigene sintetico. Questo “marchio” permette, successivamente, a CAR T specifici di riconoscere ed eliminare tali cellule senza danneggiare il tessuto sano.
In parallelo, il virus rilascia citochine e chemochine all’interno del microambiente tumorale, potenziando la risposta immunitaria contro il tumore e superando la sua barriera immunosoppressiva.
Team e investimenti
Alla guida di Dispatch Bio c’è la CEO Sabah Öney, già nota per la sua esperienza da Alector e Vilya, coadiuvata dal chairman Jeff Marrazzo, ex Spark Therapeutics. Il capitale raccolto comprende 100 milioni di dollari nella recente tranche A e 116 milioni iniziali, con la partecipazione di Bristol Myers Squibb, Alexandria Venture Investments e prestigiosi atenei statunitensi.
Verso la sperimentazione clinica
Dispatch ha perfezionato studi preclinici per ottenere gli IND (Investigational New Drug applications), con l’intenzione di aprire il primo studio clinico di fase I nel 2026.
L’obiettivo è avviare una sperimentazione in pazienti con tumori solidi privi di alternative terapeutiche efficaci, in modo da valutare già in fase precoce l’efficacia della piattaforma Flare.
Potenziale impatto e prospettive future
Dispatch Bio si propone come pioniere nel superamento dei principali ostacoli immunoterapeutici nei tumori solidi: l’assenza di bersagli specifici e il microambiente soppressivo.
Un successo clinico aprirebbe la strada a una terapia universale, applicabile a patologie epiteliali come polmone, colon, seno, pancreas ed esofago, pur mantenendo la flessibilità alla conversione in terapie off the shelf.
Nel prossimo futuro, sarà decisivo verificare efficacia e sicurezza del vettore virale e del CAR T, persistenza e attività antitumorale nei tumori solidi, scalabilità della produzione e validità del modello autologo e potenzialmente allogenico.
Se i dati clinici da fase I saranno incoraggianti, Dispatch prevede una fase II e una possibile strada per approvazione accelerata da parte delle autorità regolatorie, puntando a una futura terapia standard contro i tumori solidi.

