Trombocitemia essenziale, i primi dati di INCA033989 nei pazienti CALR-mutati sono molto promettenti e aprono nuove prospettive di cura
In pazienti affetti da trombocitemia essenziale ad alto rischio, la terapia con il nuovo anticorpo INCA33989, diretto contro la proteina calreticulina (CALR) mutata, è ben tollerata e sembra avere il potenziale di cambiare la malattia. A mostrarlo sono i primi risultati di due studi di fase 1, INCA33989-101 e INCA33989-102, primi nell’uomo, che sono stati presentati in una sessione orale dedicata ai late-breaking abstracts del congresso annuale della European Hemathology Association (EHA), svoltosi a Milano.
In particolare, l’86% dei pazienti con trombocitemia essenziale portatori di mutazioni del gene CALR (mutCALR) trattati con INCA033989 a dosi pari o superiori a 400 mg ha ottenuto una risposta ematologica completa o parziale e la maggior parte di essi (82%) ha ottenuto una risposta completa.
Nell’89% dei pazienti valutabili, INCA033989 ha mostrato di ridurre rispetto al basale, la carica allelica (Variant allele frequency, Vaf) di mutCALR nel sangue periferico, in correlazione con la risposta ematologica.
Inoltre, i risultati iniziali mostrano un profilo di sicurezza favorevole: non sono state, infatti, riportate tossicità limitanti la dose, non è stata raggiunta la dose massima tollerata e il 98% dei pazienti è rimasto in trattamento.
INCA33989 primo agente mirato per le mutazioni di CALR
Le mutazioni del gene CALR sono presenti in alcune neoplasie mieloproliferative croniche, come la trombocitemia essenziale e la mielofibrosi primaria. Si tratta di mutazioni somatiche che comportano la produzione della proteina calreticulina alterata.
L’anticorpo monoclonale INCA033989, capostipite della sua classe e frutto della ricerca Incyte, è agisce in modo specifico contro la proteina calreticulina. I dati presentati al congresso si riferiscono in modo particolare alla porzione di dose-escalation dello studio nei pazienti affetti da trombocitemia essenziale ad alto rischio, resistenti e/o intolleranti a una precedente terapia citoriduttiva.
«Questi risultati e l’ulteriore sviluppo di INCA033989 hanno il potenziale di trasformare in modo significativo il trattamento dei pazienti affetti da neoplasie mieloproliferative che sono portatori di mutazioni di CALR», ha dichiarato Pablo J. Cagnoni, Presidente e Responsabile della Ricerca e Sviluppo di Incyte.

