I giurati del Premio Rapallo BPER Banca 2025, riconoscimento dedicato alle migliori scrittrici italiane di narrativa e saggistica, promosso dalla Città di Rapallo con il sostegno di BPER Banca, condividono con il pubblico alcuni consigli di lettura
I giurati del Premio Rapallo BPER Banca 2025, riconoscimento dedicato alle migliori scrittrici italiane di narrativa e saggistica, promosso dalla Città di Rapallo con il sostegno di BPER Banca, condividono con il pubblico alcuni consigli di lettura per accompagnare l’estate con storie capaci di ispirare, emozionare e far riflettere. Con questi suggerimenti prende così idealmente avvio il percorso che condurrà il pubblico verso la Cerimonia di Premiazione finale in programma il prossimo 8 novembre a Rapallo.
Dopo la pausa estiva, si prosegue con il palinsesto “Aspettando il Premio Rapallo BPER Banca” in partenza il 31 agosto: un ciclo di tre incontri sul tema “Madri e donne che salvano – Perché la ‘cura’ è femminile”. Si comincia con Nadia Terranova e il suo intervento “Un figlio lo devi soltanto salvare” (31 agosto, Villa Porticciolo), seguito da Elisabetta Pozzi con “Letture da Euripide, Jean Anouilh, Liliana Segre” (6 settembre, Villa Tigullio), e si conclude con una conversazione con Luciano Violante sul suo libro “Ma io ti ho sempre salvato” (15 settembre, Villa Porticciolo).
Di seguito le letture suggerite dai giurati:
Maria Luisa Agnese consiglia:
- Chimamanda Ngozi Adichie, “Americanah” (Einaudi, 2014): Ifemelu ha una borsa di studio a Princeton ed è l’autrice di «Razzabuglio», un blog di largo seguito che denuncia i pregiudizi ancora diffusi negli Stati Uniti. Ne ha fatta di strada da quando, tredici anni prima, appena arrivata dalla Nigeria, faticava a pagare l’affitto e si sforzava di adeguare accento e aspetto agli standard americani. Eppure c’è qualcosa che Ifemelu non riesce a dimenticare: Obinze, il ragazzo voluto fin dal primo istante e poi lasciato senza una spiegazione, con un taglio netto frutto della vergogna.
- Alessandro Varani, “Patañjali. Storia di uno yogi” (Castelvecchi, 2024): mitico “fondatore” dello Yoga, Patañjali vive tra il III e il II secolo a.C., quando l’impero indiano comincia lentamente a decadere. Malgrado le prove a cui la vita lo sottopone, Patañjali riesce a portare a compimento un esemplare cammino di perfezionamento umano e spirituale. Alla narrazione affascinante dei fatti immaginari, l’autore accompagna i preziosi insegnamenti dello Yoga, offrendo un duplice livello di lettura.
Massimo Bernardini indica:
- Amélie Nothomb, “L’impossibile ritorno” (Voland, 2025): l’autrice torna nel paese amato, il Giappone, il luogo della sua infanzia e della disastrosa vergogna come impiegata. Questa volta è in compagnia dell’amica fotografa Pep Beni e durante i dieci giorni di viaggio sperimenta il kenshō (una sorta di estasi contemplativa) e si immerge con una nuova prospettiva nei luoghi della gioventù. Questa avventura, che ricorda lo spirito di “Thelma & Louise”, diventa così un’occasione non solo per elaborare il lutto del padre ma anche per capire la sé stessa di oggi.
Mauro Bonazzi suggerisce:
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- Colm Toibin, “Il mago” (Einaudi, 2023): un romanzo su Thomas Mann che si legge come un romanzo di Thomas Mann. Una visione intima e insieme epica del grande scrittore tedesco, premio Nobel nel 1929. Un ritratto di elaborata sensibilità, in cui si riflette l’inquieto smarrimento del ventesimo secolo.
- Sue Prideaux, “Io sono dinamite. Vita di Friedrich Nietzsche” (UTET, 2019): da un lato il filosofo iconoclasta, l’ordigno umano pronto a far saltare tutti i dogmi morali, religiosi e istituzionali di fine secolo; dall’altro l’anima vacillante attratta magneticamente dagli abissi dell’irrazionale in cui, per una tragica ironia, finirà per cadere: è su questa antinomia che Sue Prideaux costruisce la biografia del primo maestro del sospetto, l’innesco intellettuale che contribuì a far esplodere in tutta la sua energia il Novecento.
Eva Cantarella consiglia:
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- Nadia Terranova, “Quello che so di te” (Guanda, 2025): c’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Finalista del Premio Strega 2025, questo romanzo personale ed intenso ci interroga sul potere della memoria, individuale e collettiva, e sulla nostra capacità di attraversarla per immaginare chi siamo.
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Lella Costa suggerisce:
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- Colum McCann, “Apeirogon” (Feltrinelli, 2021): Bassam Aramin è palestinese. Rami Elhanan è israeliano. Il conflitto colora ogni aspetto della loro vita quotidiana. Come l’Apeirogon del titolo, un poligono dal numero infinito di lati, infiniti sono gli elementi di scontro che vedono contrapposti due popoli e due esistenze su un’unica terra. Un romanzo che attraversa i secoli e i continenti, cucendo insieme il tempo, l’arte, la natura e la politica, per raccontare l’epica storia vera di due uomini divisi dal conflitto e riuniti dalla perdita.
- Goliarda Sapienza, “L’arte della gioia” (Einaudi, 2008): è il libro scandalo di una scrittrice straordinaria. È un romanzo d’avventura. È un’autobiografia immaginaria. È un romanzo di formazione. Ed è anche un romanzo erotico, e politico, e sentimentale: un’opera indefinibile, piena di febbre e d’intelligenza, che conquista e sconvolge.
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Margherita Rubino indica:
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- Jeffrey Eugenides, “Middlesex” (Mondadori, 2002): a raccontarci la sua vicenda, con una voce avvolgente che si impone fin dalle prime righe, è Calliope Stephanides, una rara specie di ermafrodito che ha vissuto i primi anni della sua vita come bambina, per poi scoprire la sua doppia natura.
- Omero, “Iliade”, commento di Francesco Morosi (Einaudi, 2025): gli ultimi cinquantuno giorni della sanguinosa guerra di Troia nel poema epico più antico e famoso della civiltà occidentale, ancora oggi ineguagliato nel mettere in scena l’ineluttabile ambiguità della natura umana, eroica e allo stesso tempo fragile.
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Nadia Terranova consiglia:
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- Deborah Gambetta, “ Una storia di Kurt Gödel” (Ponte alle Grazie, 2024): come distaccarsi da un amore malato, afflitto da litigi perpetui, manipolazioni, fughe e ritorni? Trovando un’altra ossessione, come se ci si innalzasse su un ramo più alto dello stesso albero: l’autrice/narratrice racconta l’incontro con la vita e il pensiero di Kurt Gödel – uno dei maggiori matematici della Storia – che diventa innesco di una nuova vita.
- Amélie Nothomb, “Stupore e tremori” (Voland, 2001): la giovane Amélie è riuscita a trovare impiego in una grande multinazionale giapponese, realizzando il sogno di tornare a vivere nel suo Paese d’origine. L’incapacità di adeguarsi allo spietato automatismo della “più grande azienda del mondo” la porterà però a subire, in un crescendo di umiliazioni, l’esperienza di una vertiginosa discesa agli inferi.

