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Schizofrenia: brexpiprazolo efficace negli adolescenti

Schizofrenia: aripiprazolo sarà il primo antipsicotico iniettabile a lunga durata d’azione (LAI) con somministrazione una volta ogni due mesi

Brexpiprazolo per il trattamento della schizofrenia adolescenziale, efficace e ben tollerato dopo sei settimane di cura

Su “Lancet Psychiatry”, sono stati pubblicati i risultati di uno studio clinico di fase 3 coordinato da Christoph U. Correll (Dipartimento di Psichiatria e Medicina Molecolare, Donald and Barbara Zucker School of Medicine at Hofstra/Northwell, Hempstead), che ha evidenziato una riduzione significativamente superiore della sintomatologia schizofrenica negli adolescenti trattati con brexpiprazolo rispetto al placebo dopo sei settimane di trattamento (-22,8 vs -17,4).

Lo studio ha confermato la coerenza del profilo di sicurezza del brexpiprazolo rispetto ai dati precedentemente osservati in popolazioni adulte.

Tra il 29 giugno 2017 e il 23 febbraio 2023 sono stati sottoposti a screening 376 pazienti, di cui 316 sono stati randomizzati: 110 al gruppo brexpiprazolo (2–4 mg/die), 104 al gruppo placebo e 102 al gruppo aripiprazolo (10–20 mg/die, come riferimento attivo).

La popolazione includeva adolescenti tra 13 e 17 anni con diagnosi primaria di schizofrenia secondo i criteri DSM-5 e con punteggio totale alla Positive and Negative Syndrome Scale (PANSS) ≥80 sia in fase di screening sia al basale.

Valutata la variazione del punteggio PANSS totale
Lo studio è stato condotto in doppio cieco, a bracci paralleli e con controllo placebo, presso 62 centri ambulatoriali distribuiti in dieci paesi. La randomizzazione è avvenuta secondo rapporto 1:1:1.

I soggetti, i ricercatori e il personale dello sponsor sono stati tutti mantenuti in cieco rispetto all’assegnazione del trattamento.

Il parametro di efficacia primario era la variazione del punteggio PANSS totale rispetto al basale nella sesta settimana, calcolata sui pazienti randomizzati che avevano ricevuto almeno una dose del farmaco in studio e presentavano valutazioni PANSS sia al basale sia dopo il trattamento.

La valutazione della sicurezza ha riguardato i soggetti che avevano ricevuto almeno una dose del trattamento assegnato. Il protocollo è stato registrato presso ClinicalTrials.gov (NCT03198078) e risulta concluso.

La dose media di brexpiprazolo all’ultima visita è stata pari a 3,0 mg (DS 0,9), mentre quella di aripiprazolo è risultata pari a 13,9 mg (DS 4,7). La variazione media (minimi quadrati) del punteggio PANSS totale rispetto al basale alla settimana 6 è stata di -22,8 (SE 1,5) nel gruppo brexpiprazolo e -17,4 (1,6) nel gruppo placebo, con una differenza media tra i gruppi di -5,33 (IC 95% -9,55 a -1,10; p=0,014).

Il gruppo di riferimento attivo (aripiprazolo) ha mostrato una variazione di -24,0 (SE 1,6), con una differenza rispetto al placebo di -6,53 (IC 95% -10,8 a -2,21; p nominale=0,0032, non corretta per test multipli).

Un contributo alle scelte terapeutiche nella pratica clinica
Il profilo di sicurezza è stato valutato mediante l’incidenza degli eventi avversi emergenti durante il trattamento.

Tali eventi hanno riguardato il 40% dei pazienti trattati con brexpiprazolo (n=44/110), il 40% dei soggetti in placebo (n=42/104) e il 52% dei partecipanti trattati con aripiprazolo (n=53/102). Nel gruppo brexpiprazolo, gli eventi con incidenza ≥5% sono risultati essere cefalea (n=7) e nausea (n=7).

Nel gruppo aripiprazolo, invece, sono stati riportati sonnolenza (n=11), affaticamento (n=8) e acatisia (n=7). Gli eventi avversi gravi sono stati riportati in un paziente nel gruppo brexpiprazolo (1%), tre nel gruppo placebo (3%) e uno nel gruppo aripiprazolo (1%). Nessun decesso è stato segnalato.

Su 316 pazienti, sette (2%) erano indiani d’America o nativi dell’Alaska, due (1%) erano asiatici, 21 (7%) erano neri o afroamericani, 204 (65%) erano bianchi e 81 (26%) erano classificati come «altro», secondo le categorie adottate dall’US Census Bureau.

L’età media è risultata pari a 15,3 anni (DS 1,5), con una distribuzione equilibrata tra i sessi: 166 femmine (53%) e 150 maschi (47%).

Questi dati rafforzano la base di evidenze scientifiche a supporto dell’utilizzo del brexpiprazolo negli adolescenti con schizofrenia e potranno contribuire alle scelte terapeutiche nella pratica clinica, considerando l’efficacia osservata (-22,8 a sei settimane) e la coerenza del profilo di sicurezza rispetto ai dati noti negli adulti.

Bibliografia:
Ward C, Pejović Milovančević M, Kohegyi E, et al. Efficacy and safety of brexpiprazole in adolescents with schizophrenia: a multicountry, randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 3 trial with an active reference. Lancet Psychiatry. 2025;12(5):345-354. doi: 10.1016/S2215-0366(25)00043-4. leggi

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