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Nei pazienti con obesità, bimagrumab preserva la massa magra e riduce il peso

Obesità: semaglutide più efficace di liraglutide

Obesità: studio ha valutato l’efficacia della combinazione tra bimagrumab e semaglutide nel favorire una significativa perdita di peso corporeo

Importanti novità emergono dal panorama terapeutico per la gestione dell’obesità grazie ai risultati del BELIEVE trial, presentati il 23 giugno 2025 durante il congresso annuale dell’American Diabetes Association (ADA) a Chicago. Lo studio ha valutato l’efficacia della combinazione tra bimagrumab (anticorpo monoclonale sperimentale di Versanis Bio/Eli Lilly) e semaglutide nel favorire una significativa perdita di peso corporeo, con il valore aggiunto di preservare quasi totalmente la massa magra.

In particolare, la somministrazione combinata di bimagrumab alla dose di 30 mg/kg per via endovenosa e di semaglutide a 2,4 mg sottocute ha determinato una riduzione media del peso corporeo superiore al 20% a 72 settimane, mantenendo pressoché intatta la componente muscolare.

Questa evidenza apre nuove prospettive nella terapia dell’obesità, condizione cronica e multifattoriale per la quale la perdita di peso significativa e sostenibile rappresenta una sfida terapeutica ancora non completamente risolta.

Meccanismo d’azione: due approcci complementari
Il razionale della combinazione deriva dalla complementarità dei meccanismi d’azione delle due molecole coinvolte.

Bimagrumab è un anticorpo monoclonale che blocca il segnale degli activin e dei fattori di differenziazione della crescita (GDF), in particolare la miostatina, nel tessuto muscolare e adiposo. La miostatina è nota per inibire la crescita muscolare e promuovere l’accumulo lipidico a livello adiposo: il suo antagonismo favorisce un incremento della massa muscolare e una riduzione del tessuto adiposo, soprattutto viscerale ed epatico, senza effetti di soppressione dell’appetito o incremento del metabolismo basale.

Semaglutide è invece un agonista del recettore GLP-1, già approvato per il trattamento del diabete di tipo 2 e, in formulazione a 2,4 mg, per la gestione dell’obesità. Il farmaco agisce riducendo l’appetito, rallentando lo svuotamento gastrico e favorendo un miglior controllo glicemico.

Secondo quanto riferito da Louis J. Aronne, professore di ricerca metabolica al Weill Cornell Medicine di New York e principale investigatore dello studio, la combinazione dei due farmaci ha prodotto una significativa riduzione della massa grassa totale e viscerale, preservando al contempo la massa magra. “Questi risultati supportano ulteriormente l’esplorazione degli inibitori della via degli activin come strategia per ottimizzare quantità e qualità della perdita ponderale nelle persone con obesità,” ha sottolineato Aronne.

I dati di efficacia: riduzione del peso e composizione corporea
Il BELIEVE trial ha coinvolto 507 pazienti con obesità, assegnati a nove bracci di trattamento, inclusi placebo, diverse dosi di bimagrumab, semaglutide e le relative combinazioni. Il periodo di trattamento principale è stato di 48 settimane, seguito da un’estensione di ulteriori 24 settimane.

Nei tre gruppi a massima dose – bimagrumab 30 mg/kg, semaglutide 2,4 mg e la loro combinazione – i risultati a 72 settimane hanno mostrato una perdita di peso rispettivamente del 10,8%, 15,7% e 22,1%. La riduzione del girovita è stata di –13,3 cm con bimagrumab, –14,7 cm con semaglutide e –21,7 cm con la combinazione. Ancora più marcata la perdita di massa grassa totale: –28,5%, –27,8% e –45,7% rispettivamente nei tre gruppi.

Anche il tessuto adiposo viscerale ha registrato cali significativi: –45,1% con bimagrumab, –35,8% con semaglutide e –58,2% con la combinazione. Sul fronte della massa magra, bimagrumab in monoterapia ha indotto un incremento (+2,5%), mentre semaglutide ne ha ridotto la quota (–7,4%). La combinazione ha determinato una lieve diminuzione (–2,9%), confermando un’azione più selettiva sul tessuto adiposo.

Degno di nota, il 94% dei pazienti trattati con la combinazione ha ottenuto una riduzione della massa grassa superiore al 30%, contro il 50% con bimagrumab e il 36,4% con semaglutide in monoterapia.

In termini metabolici, la combinazione ha ridotto i livelli di proteina C-reattiva ad alta sensibilità dell’83,4%, mentre i valori di trigliceridi si sono abbassati del 25,2%.

Il colesterolo totale si è ridotto moderatamente (–2,1%) con la combinazione, con una quota predominante di riduzione attribuibile al colesterolo LDL, come riportato da Steven B. Heymsfield, professore di metabolismo e composizione corporea presso il Pennington Biomedical Research Center della Louisiana State University.

Inoltre, dopo 48 settimane, i livelli di adiponectina, sostanza con effetti protettivi su diabete e malattie cardiovascolari, sono aumentati di 37,9 µg/mL nel gruppo combinato, rispetto ai 29 µg/mL con bimagrumab e ai 7,2 µg/mL con semaglutide.

Tollerabilità e sicurezza del trattamento
Il profilo di sicurezza della combinazione è apparso complessivamente favorevole. Gli eventi avversi più frequenti associati a bimagrumab sono stati crampi muscolari, diarrea e acne, mentre per semaglutide nausea, stipsi e affaticamento. Importante sottolineare che, nel corso dello studio, non si sono verificati eventi avversi cardiovascolari gravi.

Al momento è in corso un periodo di osservazione di 32 settimane di sospensione del trattamento per valutare il mantenimento del calo ponderale ottenuto. Aronne ha espresso l’auspicio che il profilo metabolico favorevole e la preservazione della massa magra possano tradursi in una maggiore stabilità del peso a lungo termine.

Prospettive future nella terapia dell’obesità
I risultati del BELIEVE trial suggeriscono che la combinazione di un inibitore della via degli activin come bimagrumab con un agonista GLP-1 possa rappresentare una nuova frontiera terapeutica per l’obesità, consentendo non solo di ottenere un importante calo ponderale ma anche di preservare la massa muscolare, elemento cruciale per la salute metabolica e funzionale dei pazienti.

In prospettiva, future sperimentazioni valuteranno la formulazione sottocutanea di bimagrumab, più agevole rispetto all’attuale somministrazione endovenosa. Se confermati, questi risultati potrebbero ampliare significativamente le opzioni terapeutiche personalizzate per il trattamento dell’obesità.

Bibliografia
American Diabetes Association. BELIEVE trial: Bimagrumab plus Semaglutide for Obesity. Presentato a: ADA 2025; Chicago, 23 giugno 2025. leggi

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