Site icon Corriere Nazionale

Cure palliative: con approccio intensivo migliore controllo del dolore

agenas cure palliative legge 38

Studio ha analizzato le strategie di prescrizione degli oppioidi e l’efficacia analgesica in pazienti ricoverati in un’Unità di Cure Palliative Acute (APCU) a Palermo

Uno studio prospettico pubblicato su Pain and Therapy condotto presso il centro regionale per le cure palliative dell’Ospedale La Maddalena di Palermo ha analizzato, a distanza di 12 anni da una precedente indagine, le strategie di prescrizione degli oppioidi e l’efficacia analgesica in pazienti ricoverati in un’Unità di Cure Palliative Acute (APCU). I risultati mostrano che un approccio intensivo e personalizzato consente un controllo efficace del dolore senza necessità di aumentare l’equivalente in morfina orale (OME), e sottolineano l’importanza di una gestione esperta nella terapia del dolore oncologico.

Dolore, sintomo comune e sottotrattato
Il dolore è uno dei sintomi più comuni nei pazienti oncologici avanzati, interessa infatti oltre il 70% dei pazienti con tumore avanzato, rappresentando uno dei sintomi più temuti e spesso sottotrattato.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha fornito linee guida efficaci per il suo trattamento, ma in molti casi il sollievo resta insufficiente a causa di un uso inadeguato degli oppioidi.
In uno studio europeo su oltre 3000 pazienti, il 75% di coloro trattati con morfina riceveva dosi inferiori a 150 mg/die. Ciò potrebbe indicare sia un controllo efficace con dosi moderate sia un sottotrattamento.

Le APCU offrono un ambiente specializzato per il sollievo rapido del dolore refrattario; nascono infatti per rispondere a questi casi complessi, integrando cure palliative specialistiche con trattamenti oncologici attivi.
Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’uso degli oppioidi in APCU a distanza di 12 anni dalla precedente analisi, in un contesto potenziato e più integrato.

Il nuovo studio
Lo studio ha incluso pazienti consecutivi con cancro avanzato ricoverati in APCU per dolore non controllato (NRS≥4), in terapia oppioide e con prognosi non terminale. Il ricovero è durato 5 mesi. I trattamenti sono stati personalizzati con modifiche di farmaco, dosaggio e via di somministrazione in base al quadro clinico, con l’obiettivo di ridurre il dolore a ≤ 4/10, limitare gli episodi di dolore episodico (breakthrough pain – BTP) e contenere gli effetti collaterali. Sono stati raccolti dati clinici e calcolati gli indici di escalation degli oppioidi (OEI in mg e %).
Sono stati analizzati 113 pazienti. Il dolore medio si è ridotto da 6,4 (DS 1,8) all’ammissione a 2,3 (DS 1,4) alla dimissione (p<0,0005).

La dose media di OME nei pazienti già in trattamento era 128 mg/die, senza variazioni significative alla dimissione. Il 54% ha ricevuto un secondo oppioide o cambio di via di somministrazione, e il 18% un terzo. L’OEI medio è stato del 9,3% e 4,0 mg/die. Solo una minoranza aveva una terapia per il BTP al ricovero. La morfina endovenosa è stata usata inizialmente per titolazione rapida, poi sostituita da formulazioni orali e cerotti di fentanil. Nessun paziente ha necessitato di analgesia spinale.

Approccio intensivo per raggiungere il controllo del dolore
Lo studio conferma che molti pazienti oncologici arrivano in APCU sottotrattati, spesso con assenza di farmaci per il BTP, nonostante l’ampia letteratura sull’argomento. Tuttavia, un approccio intensivo e competente ha consentito il raggiungimento del controllo del dolore in tempi brevi, senza aumento dell’OME. L’OEI è risultato basso, probabilmente grazie alla maggiore esperienza clinica e all’uso efficace dello switching tra oppioidi. Rispetto al passato, il profilo dei farmaci è cambiato: l’idromorfone è stato ritirato dal mercato, mentre il fentanil transdermico si conferma come il più usato. L’assenza di aumento delle dosi e il miglioramento rapido suggeriscono che il trattamento personalizzato in APCU è superiore a quanto osservato in altri contesti palliativi.

In conclusione, gli esperti evidenziano che un uso esperto e mirato degli oppioidi in un’Unità di Cure Palliative Acute consente un rapido e duraturo controllo del dolore anche nei pazienti più complessi, senza aumenti significativi delle dosi.

Il trattamento personalizzato, la rotazione degli oppioidi e l’integrazione di competenze palliative e oncologiche si sono rivelati determinanti. Tuttavia, lo studio è monocentrico e i risultati non sono automaticamente estensibili ad altri contesti. Servono ulteriori ricerche per confermare questi risultati in setting meno specialistici e migliorare la formazione degli operatori sanitari sul trattamento del dolore, in particolare sul BTP.

Mercadante S. et al.,  The Use of Opioids in an Acute Palliative Care Unit to Re-assess Prescriptions Pain Ther. 2025 Jun;14(3):999-1006. doi: 10.1007/s40122-025-00728-4. Epub 2025 Mar 28
leggi

Exit mobile version