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Vitiligine: per Ruxolitinib crema efficacia reale oltre i dati clinici

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A un anno dall’introduzione di ruxolitinib crema, primo trattamento topico specifico per la vitiligine non segmentale, si apre un nuovo capitolo nella gestione clinica della malattia

A un anno dall’introduzione di ruxolitinib crema, primo trattamento topico specifico per la vitiligine non segmentale, si apre un nuovo capitolo nella gestione clinica della malattia. In occasione dell’incontro scientifico Sharing Real Practice in Vitiligo: Beyond Clinical Data, svoltosi durante il XIV International Congress of Dermatology, sono state condivise esperienze, casi clinici e dati real-world, confrontando l’efficacia terapeutica osservata nella pratica quotidiana con i risultati degli studi di fase 3.

Un focus importante è stato dedicato all’impatto psicologico della malattia e alla qualità di vita dei pazienti, con particolare attenzione ai fototipi scuri.
Durante l’incontro, la prof.ssa Annunziata Dattola, Associata di Dermatologia, Università “La Sapienza” di Roma, ha presentato alcuni casi clinici, sottolineando l’impatto della patologia sulla qualità di vita e come, oggi, grazie a ruxolitinib, sia possibile un cambiamento significativo.

30 Anni di vitiligine e la svolta con ruxolitinib, primo caso clinico
La prof.ssa Dattola ha aperto l’incontro presentando un caso emblematico: una donna di 64 anni affetta da vitiligine da oltre 30 anni, con coinvolgimento del volto, collo, tronco e arti. La paziente, con comorbilità (diabete e ipertensione), aveva già affrontato molteplici terapie, tra cui corticosteroidi topici e inibitori della calcineurina, oltre alla fototerapia.
Al basale, la Body Surface Area (BSA) era del 7% e il DLQI (Dermatology Life Quality Index) pari a 30, con un Facial VASI (Vitiligo Area Scoring Index) iniziale di 2.

Grazie alla tecnologia Visia e all’utilizzo della lampada di Wood, è stato possibile documentare la progressione clinica con immagini in 3D, dimostrando la ripigmentazione grazie a ruxolitinib già visibile a 14 settimane. A 28 settimane, la ripigmentazione è risultata marcata, con un miglioramento sia clinico che psicologico della paziente.

Impatto sulla qualità di vita
La testimonianza diretta, tramite un messaggio vocale della paziente, ha offerto una testimonianza toccante: “Il viso era la parte più difficile da accettare. Avendo la pelle scura, le macchie bianche erano molto visibili. Non riuscivo a truccarmi, mi sentivo disperata”. L’audio inviato dalla paziente ha sottolineato quanto il miglioramento estetico abbia restituito dignità, sicurezza e benessere psicologico.

Vitiligine e salute mentale: un legame profondo
Secondo i dati presentati, il 60% dei pazienti affetti da vitiligine manifesta disturbi psicologici significativi, in particolare ansia e depressione. L’impatto è ancora più marcato nei casi con BSA >5%, soprattutto con localizzazioni al volto e alle mani.
Uno studio ha evidenziato che il 75% dei pazienti accusa un peggioramento della sintomatologia psicologica con il progredire della malattia, influenzando negativamente anche i rapporti interpersonali e intimi. In particolare, le donne e i soggetti con fototipi scuri mostrano una vulnerabilità ancora maggiore, in quanto le lesioni sono più visibili e difficili da coprire.

Rapidità di risposta nei fototipi scuri, secondo caso clinico
La prof.ssa Dattola ha presentato un secondo caso: donna di 52 anni con pelle scura e vitiligine in aree esposte (viso, décolleté, tronco superiore), in terapia con ruxolitinib due volte al giorno.
Al basale, il BSA era pari a 4%, DLQI di 10 e Facial VASI di 1.2. Già a 4 settimane si è osservata la comparsa di chiazze pigmentate, mentre a 16 settimane la ripigmentazione era evidente, soprattutto su fronte e zona periorale, anche nelle immagini con lampada di Wood.

Velocità d’azione: oltre i dati degli studi clinici
I dati real-world mostrano una risposta più rapida rispetto ai trial clinici: nella paziente, il Facial VASI 50 è stato raggiunto già a 16 settimane, contro le 24 previste dagli studi di fase 3 (TRuE-V1 e TRuE-V2). La pratica clinica, quindi, suggerisce una potenziale maggiore efficacia in termini di “speed of onset”, probabilmente dovuta alla diversa tipologia di pazienti trattati nella realtà quotidiana.

Considerazioni finali e prospettive future
L’intervento si è concluso con un ringraziamento al team della Sapienza, che ha contribuito alla raccolta e analisi dei dati, arruolando oltre 90 pazienti e integrando tecniche avanzate come la microscopia confocale e l’LCOCT.
L’esperienza clinica dimostra che: ruxolitinib crema rappresenta un’opzione terapeutica efficace e ben tollerata per la vitiligine non segmentale; i pazienti, anche con lunga storia di malattia, possono ottenere miglioramenti significativi in termini di ripigmentazione e qualità della vita; l’impatto psicologico della vitiligine deve essere sempre considerato nella valutazione e nel trattamento della malattia; i dati real-world offrono uno strumento prezioso per migliorare la gestione personalizzata dei pazienti.

La vitiligine è una patologia cronica che va ben oltre l’aspetto estetico. Colpisce la psiche, limita le relazioni e compromette la qualità di vita. L’arrivo di terapie mirate come ruxolitinib crema ha aperto nuovi scenari terapeutici, consentendo un approccio più efficace, rapido e centrato sul paziente.
La condivisione di esperienze cliniche, come avvenuto durante questo incontro, permette alla comunità scientifica di arricchirsi di evidenze concrete e stimola una riflessione più profonda sul trattamento globale del paziente affetto da vitiligine.

Sharing real practice in vitiligo. ICD 2025 | Rome, Italy | 18–21 June 2025.

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