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Impiegata in un ufficio postale di Reggio Emilia rientra dalle ferie e scopre il mancato rinnovo

ufficio postale

Una donna che lavorava da tre anni in un ufficio postale di Reggio Emilia, rientrata dalle ferie, ha scoperto di essere senza lavoro: il contratto non è stato rinnovato

Tra gli stereotipi più comuni (e duri a morire) c’è quello dell’ambito lavoro alle Poste, simbolo del ‘posto fisso’ per eccellenza, oltre che di un lavoro tutto sommato ‘comodo’. Sarà, ma non è sempre vero. Di certo non è stato così per una donna che lavorava da tre anni in un ufficio postale di Reggio Emilia e che, rientrata dalle ferie, ha scoperto di essere senza lavoro. Questo perchè il contratto, a sorpresa, non le è stato rinnovato. A raccontare la sua vicenda è il sindacato autonomo Confsalcom dell’Emilia-Romagna. che ora vuole vederci chiaro. E intanto è già partita una lettera formale ai vertici regionali di Poste per segnalare l’accaduto.

“HA RICEVUTO SOLO UNA TELEFONATA CONFUSA”

La donna, da tre anni, era impiegata all’ufficio postale “Reggio 2” di Reggio Emilia ed era inquadrata da tre anni nella filiale “di frontiera” del quartiere stazione, con un contratto di apprendistato. Come spiega il segretario regionale di Confsalcom, Stefano Arcuri, la giovane lavoratrice aveva chiesto le ferie fino al 2 agosto, regolarmente autorizzare dall’azienda. Al suo rientro in ufficio ieri, lunedì 4 agosto, ha appreso sul momento “e in modo del tutto informale” di essere ‘fuori’ dall’azienda. In precedenza, secondo quanto ricostruito dalla sigla sindacale, nessuna comunicazione scritta è stata inoltrata all’impiegata, che avrebbe ricevuto solo “una telefonata confusa mentre si trovava in vacanza in un luogo affollato”. La ragazza, sottolinea Arcuri, “ha lavorato con professionalità in uno degli uffici più complessi del territorio, in un contesto multilingue, a stretto contatto con utenza fragile e non italofona”.

“LE AVEVANO PROPOSTO UN CAMBIO DI RUOLO”

Nei mesi precedenti, aggiunge il segretario, “erano emerse da parte aziendale proposte di spostamento o cambio ruolo, tutte valutate con apertura e disponibilità dalla lavoratrice, ad eccezione di richieste di declassamento”. Si trattava in ogni caso di “segnali che lasciavano intendere una volontà di conferma del contratto”. E invece, conclude Arcuri, “l’epilogo peggiore: una decisione presa all’ultimo minuto in assenza di motivazioni trasparenti, comunicata in modo non formale né rispettoso, e- a nostro avviso- in contrasto con le normative che regolano l’apprendistato e la gestione delle risorse”.
Dopo il caso del postino reggiano sanzionato perchè lavorava troppo, compare quindi per la sigla un altro segnale di “un sistema di gestione del personale inaccettabile, confuso e umanamente fallimentare, che colpisce chi si è sempre comportato con correttezza e impegno”. Il Confsalcom chiede però “risposte, responsabilità e giustizia”, ed è pronto a farlo anche in un’aula giudiziaria.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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