Distrofia muscolare di Duchenne: negli USA Fda respinge deramiocel, terapia cellulare di Capricor per la cardiomiopatia
La Food and Drug Administration (Fda) ha rifiutato l’approvazione di deramiocel (CAP 1002), la terapia cellulare di Capricor Therapeutics destinata alla cardiomiopatia associata alla distrofia muscolare di Duchenne (DMD). Con un calo del valore azionario che ha superato il 50% in pre-apertura, la reazione dell’azienda è stata di sorpresa.
La CEO Linda Marbán ha sottolineato che, fino all’invio della complete response letter (CRL), le comunicazioni con l’agenzia non avevano rilevato problemi sostanziali, con una ispezione pre-licenza definita “successful” e una mid cycle review completata senza rilievi.
Tale rifiuto segue l’annullamento, lo scorso mese, del previsto advisory committee da parte della Fda, segnale già interpretabile come un possibile esito negativo nonostante la scadenza di revisione prioritaria prevista per il 31 agosto.
Le motivazioni del rifiuto e la strategia di Capricor
Nella CRL, la Fda ha esplicitato che deramiocel non ha fornito evidenze “sostanziali” di efficacia, contrariamente ai requisiti normativi, e ha richiamato la necessità di dati clinici aggiuntivi. Inoltre ha evidenziato lacune nella sezione CMC (Chemistry, Manufacturing, Controls), alcune delle quali Capricor sostiene di aver già risolto, anche se tali materiali non avrebbero potuto essere riesaminati prima dell’emissione della CRL.
Capricor intende tuttavia presentare nuovamente la BLA, integrando i dati della trial di Fase III HOPE 3, attualmente in corso con circa 104 pazienti, con risultati attesi nel terzo trimestre 2025. L’azienda ha dichiarato di “non ritenere necessaria una nuova submission”, confidando nella pronta risoluzione delle questioni evidenziate.
Il meccanismo d’azione di deramiocel
Deramiocel consiste in cell derivanti da cardiosfere (CDCs), cioè cellule stromali allogeniche isolate da tessuto cardiaco sano. La sua azione terapeutica non dipende dall’integrazione cellulare, bensì dagli esosomi secreti. Questi veicolano microRNA e fattori bioattivi in grado di modulare il sistema immunitario, ridurre infiammazione e fibrosi, stimolare la rigenerazione vascolare e tessutale.
Nel trial HOPE 2 e nella sua estensione, deramiocel ha dimostrato stabilizzazione della frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) e miglioramento della funzione degli arti superiori, supportato da un profilo di sicurezza regolare.
Implicazioni future e aspettative del mercato
Nonostante questo imprevisto regolatorio, gli analisti di Oppenheimer mantengono un approccio cauto ma positivo: in caso di esiti favorevoli del trial HOPE 3, la decisione della FDA potrebbe risolversi con un’approvazione nella seconda metà del 2026, con vendite potenziali annuali attorno a 1 miliardo di dollari entro il 2030.
Grazie alle designazioni Orphan Drug, Rare Pediatric Disease e Regenerative Medicine Advanced Therapy (RMAT), un’eventuale approvazione aprirebbe la strada a un Priority Review Voucher incrementale, rappresentando una svolta terapeutica per la cardiomiopatia da DMD e arricchendo il portafoglio Capricor, che include anche la piattaforma StealthX™.
Prospettive future
Il baricentro delle prove necessarie per l’approvazione di deramiocel si sposta ora sui dati HOPE 3: uno studio randomizzato, doppio cieco, controllato con placebo che mostrerà se la somministrazione trimestrale IV di CDC (150 milioni di cellule per ciclo) esercita stabilizzazione o miglioramento della funzione cardiaca e muscolare. In caso di esito positivo, la società potrà richiedere un incontro di tipo “Type A” con la Fda per ridefinire il percorso regolatorio, con una ripresa del conteggio dei tempi di revisione dopo la nuova sottomissione.
Il successo nel dimostrare efficacia clinica solida rappresenterebbe un momento storico: deramiocel diventerebbe la prima terapia cellulare approvata per la cardiomiopatia da DMD, colmando un vuoto terapeutico significativo. Tuttavia, rimane fondamentale dimostrare in modo robusto la capacità della cell therapy di modificare in modo clinicamente rilevante il decorso cardiaco della malattia.

