Emoglobinuria parossistica notturna: nuovi dati confermano il potenziale di iptacopan nel migliorare i livelli di emoglobina
Il trattamento con iptacopan, nuovo farmaco di cui Aifa ha di recente autorizzato la rimborsabilità, è in grado di migliorare i livelli di emoglobina e portare a un’indipendenza dalle trasfusioni prolungata nei pazienti con emoglobinuria parossistica notturna (PNH) con livelli di emoglobina (Hb) ≥10 g/dl, passati a questo trattamento da terapie anti-C5 (eculizumab o ravulizumab). Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3b APPULSE-PNH, presentato al congresso annuale della European Hematology Association (EHA), a Milano.
Rapida normalizzazione dei livelli medi di Hb con iptacopan
I dati hanno mostrato una rapida normalizzazione dei livelli medi di Hb dopo il trattamento con iptacopan. Dopo 24 settimane, il livello medio di Hb (13,88 g/dl; DS 1,27) è aumentato di 2,01 g/dl (IC al 95% 1,74-2,29) rispetto al basale, dimostrando sia la non inferiorità (P < 0,0001) sia la superiorità (P < 0,0001) del farmaco in studio dopo il passaggio dalla terapia anti-C5; inoltre, la maggior parte dei pazienti ha raggiunto livelli normali o quasi normali di Hb.
È importante sottolineare che APPULSE-PNH ha valutato iptacopan in una popolazione di pazienti con livelli di Hb al basale più elevati rispetto a quelli reclutati nel programma di studi registrativi di fase 3, ampliando le evidenze cliniche a favore del farmaco.
Infatti, al basale, il 38,5% della popolazione dello studio (20 pazienti su 52) presentava un livello di Hb pari o superiore a 12 g/dl senza aver effettuato trasfusioni di globuli rossi nei 6 mesi precedenti lo screening. Nessun paziente ha avuto bisogno di trasfusioni durante lo studio e dopo l’inizio del trattamento, tra i giorni 126 e 168, la stragrande maggioranza dei pazienti valutabili (il 92,7%) ha raggiunto livelli di Hb ≥ 12 g/dl (IC al 95% 84,6%-98,1%), rientrando nella norma o arrivando a livelli prossimi ad essa.
Controllo dell’emolisi intravascolare ed extravascolare
Inoltre, i pazienti trattati con iptacopan hanno mantenuto il controllo dell’emolisi intravascolare e risolto l’emolisi extravascolare, come dimostrato dai livelli di lattato deidrogenasi (LDH) (<1,5 volte il limite superiore di normalità) e dalla riduzione della conta assoluta dei reticolociti (ARC).
In particolare, il livello medio di LDH è rimasto al di sotto del limite superiore della norma (ULN) per tutta la durata dello studio, e nessun paziente ha manifestato emolisi ‘breakthrough’ clinica (BTH). Dal giorno 126 al giorno 168 dopo l’inizio del trattamento, la variazione percentuale media aggiustata del valore di LDH rispetto al basale è stata di -1,30% (IC al 95% -6,56%-4,26%) e il rapporto geometrico medio aggiustato è aumentato di 0,99 (IC al 95%, 0,93-1,04) rispetto al basale.
La media della ARC ha mostrato una rapida presentazione, rientrando nei limiti di normalità, e si è mantenuta costante per tutta la durata dello studio. Tra il 126° e il 168° giorno dopo l’inizio del trattamento, la variazione media aggiustata dell’ARC rispetto al basale è risultata pari a 89,19 x 109/l (IC al 95% da -95,37 a -82,92), mentre la media della ARC alla settimana 24 è risultata pari a 60,40 x 109/l (DS: 22,36).
Miglioramenti significativi della fatigue
I pazienti trattati con iptacopan hanno anche riportato miglioramenti significativi nella fatica (misurata tramite il questionario FACIT-Fatigue) fino al giorno 168, raggiungendo livelli assoluti simili a quelli della popolazione generale. In particolare, i pazienti avevano un punteggio medio del FACIT-Fatigue pari a 38,9 al basale, 43,9 alla settimana 12 e 43,1 alla settimana 24. La variazione media aggiustata del punteggio FACIT-Fatigue al giorno 168 rispetto al basale è risultata pari a +4,29 (IC al 95% 1,74-6,85).
Inoltre, al termine delle 24 settimane di trattamento si sono registrati anche miglioramenti rispetto al basale dei punteggi del questionario TSQM-9, che misura la soddisfazione dei pazienti per il trattamento. In particolare, le variazioni medie dei punteggi del TSQM-9 durante lo studio sono risultate pari a +12,54 (IC al 95%, 5,58-19,49) per il dominio dell’efficacia, +23,86 (IC al 95%, 17,62-30,10) per il dominio della praticità e +18,53 (IC al 95%, 12,87-24,19) per il dominio della soddisfazione globale.
Bisogni non soddisfatti e un trattamento potenzialmente rivoluzionario
«Oggi, alcuni pazienti con emoglobinuria parossistica notturna presentano bisogni clinici insoddisfatti che non vengono colmati da eculizumab o ravulizumab», ha spiegato Austin Kulasekararaj, ematologo consulente presso il Kings College Hospital e Kings College di Londra. «I risultati positivi dello studio APPULSE-PNH rafforzano l’evidenza che iptacopan può offrire miglioramenti clinicamente significativi dell’emoglobina in pazienti con livelli basali di Hb più elevati rispetto a quelli arruolati in studi precedenti, offrendo al contemporaneo una monoterapia orale».
Dunque, ha aggiunto l’autore, «I risultati dello studio APPULSE-PNH e di studi precedenti sanciscono il ruolo della monoterapia orale con iptacopan come un trattamento potenzialmente rivoluzionario, in grado di indurre miglioramenti dell’Hb a livelli normali o quasi normali, fornendo un controllo completo dell’emolisi», ha affermato nella presentazione l’autore dello studio, Austin Kulasekararaj, ematologo consulente presso il King’s College Hospital di Londra.

