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Ucraina, Trump non sa più che pesci pigliare: “Le sanzioni con Putin forse non funzionano”

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Trump non crede alle sue stesse minacce: “Le sanzioni con Putin forse non funzionano”. E dalla Russia Medvedev lo deride: “Prima 100 giorni, poi 50, ora 24 ore. Un gioco pericoloso”

Le minacce consapevolmente a vuoto. Nemmeno ventiquattr’ore dopo aver agitato la clava delle sanzioni contro Mosca, Donald Trump ammette che sì, forse, non serviranno a nulla. A bordo dell’Air Force One il Presidente americano l’ha buttata lì: “Dazi e altre cose… Ma non so se funzioneranno. Putin probabilmente vuole continuare la guerra”.

Il nuovo ultimatum di dieci giorni fa parte di una collezione: riduce drasticamente la scadenza dei 50 giorni fissata a luglio, ma resta nell’orbita dei proclami e basta. E anzi auto-alimenta i (pochi) dubbi sull’impotenza americana. Trump era partito mesi fa con l’idea di “parlare a Putin da uomo a uomo”, arrivando perfino a ribaltare la narrativa sull’invasione accusando Zelensky e non Mosca. Ora la realtà stringe la sua morsa, lentamente: la sua fiducia da dealmaker sta cedendo.

Gli esperti lo sanno: le vere armi economiche non sono i dazi sui pochi beni russi che arrivano negli USA, ma sanzioni mirate all’energia, cuore dell’economia di Mosca. Ma colpire petrolio e gas significa coinvolgere Cina, India e Turchia e rischiare un effetto boomerang sui prezzi globali.

E poi, sul campo, Putin non sembra per nulla impressionato. L’offensiva prosegue, le riserve ucraine si assottigliano e la macchina economica russa, dopo tre anni di “vaccinazione anti-sanzioni”, regge. “Trump ha molte carte, ma deve dimostrare che la Russia non può vincere militarmente”, avverte Evelyn Farkas, ex Pentagono, al New York Times. Significa armi, pressione diplomatica, fondi congelati. In sintesi: passare dalle parole ai fatti.

Dal Cremlino solite reazioni tiepide, con Peskov che “prende nota” e Medvedev che sbeffeggia gli ultimatum variabili: “Prima 100 giorni, poi 50, ora 24 ore. Un gioco pericoloso. Non solo con la Russia, ma con l’America stessa”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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