Site icon Corriere Nazionale

Neuropatia periferica: cerotto alla capsaicina migliora dolore e qualità della vita

La neuropatia periferica delle piccole fibre, una condizione che induce dolore che assomiglia e si sovrappone alla fibromialgia, è significativamente sottodiagnosticata

Le neuropatie periferiche in Italia colpiscono l’8% della popolazione adulta

Secondo un nuovo studio l’uso prolungato del cerotto alla capsaicina migliora dolore e qualità della vita nella neuropatia periferica

Secondo i risultati di uno studio pubblicato su Pain and Therapy, applicazioni ripetute di un cerotto ad alta concentrazione di capsaicina (HCCP, 179 mg) possono determinare miglioramenti duraturi nel dolore, nella qualità del sonno, nello stato emotivo e nella qualità di vita dei pazienti con neuropatia periferica da lesione nervosa chirurgica o traumatica (PNI).

Il dolore neuropatico periferico post-chirurgico o post-traumatico è una condizione invalidante che compromette gravemente la qualità vita dei pazienti e spesso risponde poco ai trattamenti farmacologici sistemici, i quali possono avere effetti collaterali significativi e un’efficacia limitata.
Il dolore cronico post-operatorio o post-traumatico è definito, secondo l’ICD-11, come un dolore che insorge o si intensifica dopo un intervento chirurgico o un trauma tissutale e persiste oltre il normale processo di guarigione, per almeno 3 mesi. In genere presenta una componente neuropatica significativa.

Il dolore cronico post-operatorio è una complicanza frequente, con un’incidenza variabile tra il 5% e l’85% a seconda del tipo di intervento. È particolarmente comune dopo interventi al torace (cuore 30–50%, mammella 11–57%, torace 5–65%), amputazioni (30–50%) e chirurgia addominale, come la riparazione di ernie (5–65%). Dolore severo si riscontra nel 2–10% dei casi.
Anche i traumi, in particolare quelli complessi, al midollo spinale, plesso brachiale e ustioni, sono spesso causa di dolore cronico. Tra chi riferisce dolore, il 73% sviluppa sintomi neuropatici persistenti.

La neuropatia periferica da lesione nervosa chirurgica o traumatica compromette profondamente la qualità della vita, causando allodinia, dolori trafittivi, deficit sensitivi e alterazioni della sensibilità. Comporta inoltre un impatto economico e sanitario rilevante.
Prevenire il dolore cronico post-operatorio è un obiettivo prioritario e la ricerca si concentra su approcci chirurgici meno invasivi, trattamenti pre-operatori e miglior controllo del dolore acuto. Tuttavia, nei pazienti che sviluppano PNI servono terapie efficaci. I trattamenti farmacologici sistemici, come antidepressivi, anticonvulsivanti e oppioidi, spesso risultano inefficaci o mal tollerati, con importanti effetti collaterali.

Il cerotto ad alta concentrazione di capsaicina (179 mg, HCCP) ha dimostrato efficacia nel trattamento del dolore neuropatico periferico, con effetti collaterali per lo più lievi e locali.
È approvato nell’UE e negli USA per diverse forme di dolore neuropatico periferico. Studi post hoc suggeriscono benefici progressivi con applicazioni ripetute. Tuttavia, le evidenze specifiche sull’uso ripetuto in PNI restano limitate.

Lo studio CASPAR intende colmare questo gap analizzando i dati real-world del registro tedesco del dolore, con un focus sull’efficacia dell’HCCP nei pazienti con PNI.
Si tratta di uno studio retrospettivo e osservazionale su una coorte di pazienti iscritti al registro tedesco del dolore (German Pain e-Registry).
L’analisi ha incluso 499 adulti, tutti sottoposti ad almeno un trattamento con HCCP e seguiti per un periodo di 12 mesi. I pazienti sono stati valutati periodicamente in base all’intensità media del dolore, alla qualità del sonno, ai sintomi emotivi, alla qualità della vita e all’uso di analgesici sistemici.

I risultati sono stati stratificati in base al numero di applicazioni del cerotto (da 1 a 4 trattamenti).
I benefici clinici sono aumentati progressivamente con ogni trattamento. L’intensità media del dolore è diminuita da 52,5 mm a 21,5 mm dopo quattro applicazioni. Anche la percentuale di pazienti che ha ottenuto una riduzione del dolore pari o superiore al 30% è aumentata in modo significativo: 25,8% dopo una sola applicazione, 44,9% dopo due, 85,3% dopo tre, e ben 97,8% dopo quattro trattamenti.

Miglioramenti paralleli sono stati osservati anche nei disturbi del sonno e negli indici dell’umore. In particolare, l’ansia moderata o grave è passata dal 38,5% iniziale al 17,0% dopo quattro trattamenti (p<0.001).
Anche l’utilizzo di farmaci sistemici è calato in modo rilevante: l’uso di antidepressivi si è ridotto del 52,1%, quello di antiepilettici del 43,2%, e gli oppioidi ad alta potenza del 57,0%. Gli eventi avversi sono stati per lo più lievi e localizzati al sito di applicazione, e sono diminuiti con i trattamenti successivi.
Tra i limiti dello studio vanno segnalati la natura retrospettiva e non randomizzata, l’assenza di un gruppo di controllo e il possibile bias di selezione. In quanto studio osservazionale, non consente di stabilire un nesso causale certo tra il trattamento con HCCP e i risultati clinici osservati.
Gli autori concludono: “L’HCCP rappresenta un’opzione terapeutica aggiuntiva, efficace e sicura, nell’ancora limitato panorama di trattamenti per la PNI. Può essere considerato come trattamento da prendere in considerazione nelle fasi precoci della gestione della condizione”.

Überall MA, Simanski C, Zellnig M, et al. Progressive response of repeated treatment with high-concentration (179 mg) capsaicin patch in peripheral neuropathic pain after surgical or traumatic nerve injury: findings from the 12-month German CASPAR registry study. Pain Ther. Published online June 15, 2025. doi:10.1007/s40122-025-00752-4
leggi

Exit mobile version