In pazienti con disturbo depressivo maggiore resistente, l’aggiunta di pramipexolo alla terapia antidepressiva convenzionale determina una riduzione statisticamente significativa dei sintomi depressivi
Uno studio pubblicato su “The Lancet Psychiatry” e coordinato da Michael Browning dell’Università di Oxford ha dimostrato che, nei pazienti con disturbo depressivo maggiore resistente, l’aggiunta di pramipexolo alla terapia antidepressiva convenzionale determina una riduzione statisticamente significativa dei sintomi depressivi rispetto al placebo, con benefici clinici mantenuti fino a 48 settimane, peraltro accompagnati da un incremento dell’incidenza di effetti collaterali.
Impostazione metodologica e profilo clinico dei partecipanti
Si è trattato di uno studio randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, condotto in nove centri nel Regno Unito, che ha coinvolto 151 adulti (età media 44,9 anni; 56% donne) affetti da depressione maggiore resistente, definita come mancata risposta ad almeno due trattamenti antidepressivi precedenti.
Sono stati esclusi i soggetti in trattamento con antipsicotici, con anamnesi di psicosi, disturbo bipolare o rilevanti problematiche attuali o pregresse di controllo degli impulsi.
I partecipanti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere pramipexolo (titolato fino a 2,5 mg; n = 76) o placebo (n = 75), in aggiunta alla terapia antidepressiva già in corso, per un periodo complessivo di 48 settimane.
Efficacia sintomatica alle 12 e 48 settimane
L’esito primario analizzato nell’intention-to-treat riguardava la variazione del punteggio alla scala QIDS-SR16 (Quick Inventory of Depressive Symptomatology – versione autovalutazione) alla settimana 12 rispetto al basale.
Il gruppo trattato con pramipexolo ha mostrato una riduzione media del punteggio pari a 6,4 punti, nettamente superiore rispetto al gruppo placebo (2,4 punti), con una significatività statistica elevata (P < 0,0001).
Anche i tassi di risposta alla terapia alla settimana 12 sono risultati significativamente superiori nel gruppo pramipexolo rispetto al placebo (44,1% vs 16,4%; rischio relativo 2,72; P = 0,0011), così come i tassi di remissione (27,9% vs 7,5%; rischio relativo 3,94; P = 0,0026).
Nel lungo periodo, i benefici clinici si sono mantenuti: alla settimana 48, la soddisfazione per il trattamento, valutata mediante il questionario TSQM-9 (Treatment Satisfaction Questionnaire for Medication), era significativamente più elevata nel gruppo trattato con pramipexolo, con una differenza media nei punteggi pari a 26,41 punti (P < 0,0001).
Tollerabilità, targeting dopaminergico e considerazioni cliniche
Il trattamento con pramipexolo è stato associato a un’incidenza maggiore di eventi avversi, con una percentuale di interruzione della terapia per effetti collaterali del 20%, rispetto al 5% del gruppo placebo (incidenza relativa aggiustata 2,24; P < 0,0001).
Gli autori hanno affermato che questi risultati suggeriscono come il pramipexolo rappresenti un’opzione clinicamente efficace per la riduzione dei sintomi nei pazienti con depressione resistente ai trattamenti.
Il razionale alla base della scelta di questo farmaco risiede nella sua azione dopaminergica diretta: in quanto agonista selettivo dei recettori D2 e D3 della dopamina, il pramipexolo potrebbe modulare circuiti cerebrali implicati nella motivazione e nel piacere, spesso compromessi nei quadri depressivi refrattari ai trattamenti serotoninergici tradizionali.
Tra i limiti dello studio, gli autori hanno evidenziato il rischio di svelamento funzionale, ossia la possibilità che alcuni partecipanti, riconoscendo effetti collaterali associati al pramipexolo, abbiano intuito il trattamento ricevuto, influenzando così le proprie aspettative e, potenzialmente, la risposta clinica.
Inoltre, la mancata raccolta di dati relativi all’origine etnica impedisce di valutare se la popolazione arruolata sia rappresentativa dei diversi gruppi etnici presenti nella popolazione generale.
Bibliografia:
Browning M, Cowen PJ, Galal U, et al. Pramipexole augmentation for the acute phase of treatment-resistant, unipolar depression: a placebo-controlled, double-blind, randomised trial in the UK. Lancet Psychiatry. 2025 Jun 27:S2215-0366(25)00194-4. doi: 10.1016/S2215-0366(25)00194-4. Epub ahead of print.
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