
Aprire una partita IVA in Italia è un passo fondamentale per chi desidera avviare un’attività autonoma, freelance o imprenditoriale. Tuttavia, prima di compiere questa scelta, è essenziale comprendere sia i costi da sostenere che i potenziali guadagni, tenendo conto dei diversi regimi fiscali disponibili e delle categorie professionali coinvolte.
Regimi fiscali disponibili
In Italia esistono principalmente due regimi fiscali per chi apre una partita IVA: il regime forfettario e il regime ordinario.
- Regime forfettario: È destinato alle persone fisiche con ricavi annui non superiori a 85.000 euro (limite aggiornato nel 2023). Questo regime prevede una tassazione agevolata con un’imposta sostitutiva pari al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni se si rispettano alcuni requisiti). Non è previsto l’obbligo di IVA, ritenuta d’acconto o studi di settore, e la contabilità è semplificata.
- Regime ordinario: È obbligatorio per chi supera i limiti di fatturato del forfettario o per chi, per altri motivi, non può accedervi. Questo regime comporta obblighi più stringenti: IVA, ritenute d’acconto, bilancio, dichiarazioni più complesse e tassazione IRPEF a scaglioni, oltre a IRES e IRAP per le società.
Costi fissi e variabili della partita IVA
I costi per mantenere una partita IVA variano in base al regime scelto e alla categoria professionale. Ecco una panoramica dei principali costi:
- Contributi previdenziali:
- Per i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS (come freelance senza albo), l’aliquota è circa il 26,07% sul reddito netto.
- Per artigiani e commercianti, l’iscrizione alla gestione commercianti/artigiani INPS comporta un contributo fisso (circa 4.000 euro annui) più una percentuale sul reddito eccedente.
- Per chi appartiene a un ordine professionale (architetti, avvocati, ecc.), si contribuisce alla propria cassa previdenziale.
- Costi di apertura: L’apertura della partita IVA è gratuita se fatta autonomamente online tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate. In caso si utilizzi un commercialista, il costo può variare da 100 a 300 euro.
- Compenso al commercialista: Nel regime forfettario, il compenso annuo può aggirarsi tra i 300 e i 1.000 euro. Nel regime ordinario, i costi sono più alti (dai 1.000 ai 2.500 euro), data la maggiore complessità contabile.
- Altri costi: Eventuali spese per assicurazioni professionali, strumenti di lavoro, software di fatturazione e consulenze.
Guadagni e aspettative
I guadagni con la partita IVA dipendono fortemente dal settore, dalla capacità di acquisire clienti e dalla concorrenza. Tuttavia, alcune indicazioni generali possono aiutare a orientarsi:
- Professionisti digitali e freelance (web designer, copywriter, consulenti): possono guadagnare da 20.000 a oltre 60.000 euro lordi l’anno, con possibilità di espansione anche all’estero.
- Commercianti e artigiani: in base alla dimensione dell’attività e alla localizzazione, i guadagni possono variare ampiamente, partendo da 15.000 fino a oltre 100.000 euro per attività ben avviate.
- Liberi professionisti con albo: le entrate possono superare anche i 70.000 euro annui, specie in settori come medicina, architettura o consulenza legale.
È importante ricordare che i guadagni lordi devono essere ridotti dei costi fissi, delle tasse e dei contributi previdenziali per calcolare il netto disponibile. Inoltre, oggi è possibile utilizzare uno strumento online che calcola il guadagno netto in partita iva, fornendo un rapido quadro dei ricavi netti a seconda del regime fiscale a cui si appartiene.
Aprire la partita IVA comporta vantaggi in termini di autonomia e potenziale economico, ma è fondamentale pianificare con attenzione. Una consulenza con un commercialista esperto è sempre consigliabile per scegliere il regime fiscale più adatto e stimare con precisione costi e ricavi.
La partita IVA può rappresentare una grande opportunità per chi vuole costruire un percorso professionale indipendente, purché supportata da un’attenta analisi economica e una gestione consapevole.

