Site icon Corriere Nazionale

Asma grave: status di fumatore sembra ininfluente per risposta ai farmaci biologici

device4patients airq device asma pediatrico airsupra asma lieve

Asma grave, secondo nuovi studi la risposta positiva ai farmaci biologici non sembra influenzata dallo status di fumatore

I benefici di un trattamento a base di farmaci biologici della durata di 52 settimane sul controllo dell’asma e sulla funzione polmonare sono stati osservati sia nei pazienti con asma grave che non hanno mai fumato, sia negli ex-fumatori.

Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice che suggerisce che gli ex-fumatori con asma grave potrebbero essere considerati idonei alla terapia con questi farmaci quanto i non fumatori e dovrebbero essere inclusi nei trial clinici randomizzati

Razionale e disegno dello studio

La possibilità di trattare efficacemente l’asma grave negli ex-fumatori tramite farmaci biologici è ancora poco chiara, a causa dell’esclusione frequente di questa popolazione dai trial clinici, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

L’obiettivo dei ricercatori è stato, pertanto, quello di determinare se la risposta al trattamento biologico fosse paragonabile tra ex-fumatori e individui che non hanno mai fumato.

Utilizzando i dati del registro German Asthma Net, i ricercatori hanno valutato 1.129 pazienti con asma grave (età media: 53,82 anni; 55,8% donne), mettendo a confronto i cambiamenti rilevati in termini di controllo dell’asma, funzione polmonare, frequenza di riacutizzazioni e di impiego giornaliero di prednisolone orale tra ex-fumatori (44%) e non fumatori (56%), dopo 52 settimane di terapia con farmaci biologici.

Il gruppo degli ex-fumatori includeva il 22,9% dei pazienti con meno di 10 pacchetti di sigarette-anno, il 10,3% con 10–20 pacchetti-anno e il 10,6% con oltre 20 pacchetti-anno.

I farmaci biologici utilizzati sono stati: benralizumab nel 38,3% dei casi, dupilumab nel 28,9%, mepolizumab nel 18,3%, omalizumab  nel 14% e reslizumab nello 0,5% dei casi.

Risultati principali

Il gruppo degli ex-fumatori ha mostrato miglioramenti simili a quelli dei non fumatori in tutte le variabili considerate: controllo dell’asma, funzionalità polmonare, frequenza delle riacutizzazioni e dosaggio di prednisolone orale giornaliero. Le differenze tra i gruppi non sono risultate statisticamente significative al termine delle 52 settimane.

Questi risultati sono stati coerenti nei tre strumenti di valutazione del controllo dell’asma (ACT, ACQ-5 e mini-AQLQ) e nei quattro parametri di funzionalità polmonare analizzati (FEV1, FVC, PEF e MEF50). Per esempio, il FEV1 è aumentato del 16% nei non fumatori e del 18% negli ex-fumatori; la FVC è aumentata rispettivamente dell’8% e del 12%.

Anche la frazione di ossido nitrico esalato (FeNO) e la conta degli eosinofili ematici sono migliorate in entrambi i gruppi, senza differenze significative. Il FeNO si è ridotto di 0,69 ppb nei non fumatori e di 0,64 ppb negli ex-fumatori.

Riassumendo

In conclusione, questo studio fornisce preziose informazioni sugli outcome i del trattamento con farmaci biologici nei pazienti con una storia di fumo e caratterizza una popolazione specifica con asma grave che può trarre beneficio da questa terapia, scrivono gli autori dello studio.

Questi dati potrebbero aiutare ad identificare i pazienti da candidare a futuri studi sull’asma grave e chiarire l’impatto del fumo sull’asma, in particolare in relazione all’infiammazione di tipo 2 (T2).

Bibliografia

Stoshikj S, et al. Impact of Smoking on Biological Treatment Response in Patients From the German Severe Asthma (GAN) Registry. J Allergy Clin Immunol Pract. 2025;doi:10.1016/j.jaip.2025.01.005.
Leggi

Exit mobile version