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Artrite psoriasica, izokibep promosso in fase 2

Lo studio CONTROL, un trial multicentrico, randomizzato e in aperto di fase 4, conferma i benefici dell'aggiunta di adalimumab a metotressato

Il trattamento con izokibep ha indotto miglioramenti significativi e clinicamente significativi rispetto al placebo in diversi ambiti della malattia psoriasica

Il trattamento con izokibep ha indotto miglioramenti significativi e clinicamente significativi rispetto al placebo in diversi ambiti della malattia psoriasica; inoltre, la dose originariamente randomizzata di 80 mg ha mostrato miglioramenti continui fino alla settimana 46.
Questo il messaggio principale derivante da un trial di fase 2, recentemente pubblicato su ARD. Inoltre, lo studio non ha identificato rischi inattesi per la sicurezza.

Le dimensioni ridotte e l’elevata potenza di Izokibep suggeriscono che la nuova molecola potrebbe migliorare ulteriormente il controllo di malattia, giustificando la conduzione di studi ulteriori a dosaggi più elevati.

Razionale d’impiego di izokibep nell’artrite psoriasica e obiettivo del trial
L’IL-17A è una citochina chiave nella psoriasi artropatica (PsA), coinvolta nell’infiammazione e nel danno tissutale a livello cutaneo e muscoloscheletrico, contribuendo al dolore e alla disabilità. Sebbene le terapie anti-citochiniche abbiano migliorato il trattamento della PsA, meno del 50% dei pazienti raggiunge una risposta ACR50 a 6 mesi, con basse remissioni e frequenti interruzioni per inefficacia o intolleranza. Enthesiti, dattiliti e lesioni ungueali restano problematiche cliniche irrisolte.

Izokibep è una proteina terapeutica di piccole dimensioni (18,6 kDa) progettata per inibire l’IL-17A con elevata affinità (KD 0,3 pM). Le sue dimensioni ridotte potrebbero favorire una migliore penetrazione tissutale rispetto agli anticorpi monoclonali più grandi (~150 kDa), e il dominio legante l’albumina ne prolunga l’emivita. Izokibep si lega simultaneamente a entrambe le subunità dell’IL-17A, migliorando l’inibizione rispetto ad altri trattamenti].
Studi precedenti condotti in pazienti con PsO, incluso uno di fase 2, hanno mostrato l’efficacia e la tollerabilità del trattamento fino a 3 anni.

L’obiettivo di questo trial è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza di izokibep vs placebo in adulti con PsA attiva.

Disegno dello studio e risultati principali 
Questo studio di fase 2, multicentrico e controllato vs. placebo, ha randomizzato pazienti adulti con PsA attiva secondo lo schema di randimizzazione 1:1:1 a izokibep 40 mg, izokibep 80 mg o placebo ogni 2 settimane per 16 settimane; successivamente, i pazienti trattati con placebo sono passati a izokibep 80 mg.

L’endpoint primario dello studio era dato dal raggiungimento della risposta ACR50 alla settimana 16 per izokibep 80 mg rispetto al placebo.
Ulteriori endpoint di efficacia e gli eventi avversi legati al trattamento sono stati valutati fino alla settimana 16 (controllata vs. placebo) e alla settimana 46.

Dei 172 pazienti selezionati per lo studio, 135 sono stati randomizzati a izokibep 40 mg (n = 44), izokibep 80 mg (n = 47) o placebo (n = 44).
I tassi di risposta ACR50 sono risultati significativamente più elevati per izokibep 80 mg rispetto al placebo alla settimana 16 (52% vs 13%; P = 0,0006) e alla settimana 12 (50% vs 6%; P < 0,0001); tassi più bassi sono stati osservati per izokibep 40 mg (48% e 43% per le settimane 16 e 12, rispettivamente).

Ulteriori analisi su artrite, psoriasi, entesite, dattilite e qualità della vita hanno confermato l’efficacia di izokibep ad entrambe le dosi.
I tassi di risposta hanno generalmente continuato ad aumentare fino alla settimana 46 con izokibep 80 mg. I tassi di eventi avversi legati al trattamento sono stati generalmente simili tra i gruppi di trattamento, ad eccezione delle reazioni nel sito di iniezione.

Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come questo trial randomizzato, in doppio cieco e di fase 2 rappresenti la prima valutazione di izokibep, una piccola proteina terapeutica progettata per inibire l’IL-17A, in pazienti con PsA.
Le proprietà uniche di Izokibep, tra cui le dimensioni ridotte (18,6 kDa), l’elevata affinità per l’IL-17A (costante di dissociazione all’equilibrio [KD] 0,3 pM) e il dominio che lega l’albumina, possono offrire un vantaggio rispetto agli anticorpi nel penetrare i tessuti infiammati per migliorare i livelli di efficacia.

Izokibep sottocute a settimane alterne ha determinato miglioramenti significativi nell’attività della malattia della PsA in adulti con PsA attiva rispetto al placebo per 16 settimane di trattamento, con un aumento continuo della frequenza dei miglioramenti fino alla settimana 46, pur essendo generalmente ben tollerato. Inoltre, i tassi di risoluzione dell’entesite a 16 settimane sono stati particolarmente elevati per una manifestazione storicamente difficile da trattare.

Nel complesso, i risultati di questo studio suffragano la prosecuzione degli studi clinici volti a dimostrare l’efficacia di izokibep come nuovo agente terapeutico per la PsA.
Dosaggi più elevati sono in fase di sperimentazione in un altro studio clinico per valutare se sia possibile ottenere maggiori livelli di controllo della malattia.

Bibliografia
Taylor PC et al. Efficacy and safety of izokibep in patients with active psoriatic arthritis: a randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 2 study. Ann Rheum Dis. 2025 Apr 2:S0003-4967(25)00815-5. doi: 10.1016/j.ard.2025.02.019. Epub ahead of print. PMID: 40455082.
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