Asma lieve, combinazione salbutamolo-budesonide mediante inalatore singolo riduce rischio riacutizzazioni gravi meglio di salbutamolo da solo
Nei pazienti con asma lieve non controllato, una combinazione a dose fissa di salbutamolo e budesonide, utilizzata come trattamento al bisogno, ha ridotto il rischio di esacerbazioni asmatiche gravi rispetto al broncodilatatore da solo.
Queste le conclusioni dello studio BATURA, presentato in occasione del congresso annuale dell’American Thoracic Association e, contemporaneamente pubblicato sulla rivista NEJM.
Razionale e disegno dello studio
Lo studio BATURA nasce dalla necessità di colmare un gap lasciato dallo studio MANDALA, che aveva escluso i pazienti con asma lieve, nonostante rappresentino una fetta rilevante dei casi di riacutizzazioni gravi e fatalità acute (20–30%). L’obiettivo era verificare se, anche in questa popolazione, l’aggiunta di budesonide al classico broncodilatatore salbutamolo potesse migliorare gli outcome clinici.
BATURA è uno studio multicentrico, in doppio cieco, completamente virtuale e decentralizzato, che ha arruolato 2.421 pazienti di età ≥12 anni (97,2% ≥18 anni) con asma lieve non controllatp. I partecipanti sono stati randomizzati a trattamento al bisogno, per un periodo compreso tra 12 e 52 settimane, con:
• salbutamolo 180 μg + budesonide 160 μg (Airsupra)
• salbutamolo 180 μg da solo
Il farmaco è stato somministrato tramite inalatore predosato pressurizzato (2 erogazioni). Tutte le visite sono state condotte da remoto utilizzando una piattaforma di telemedicina, con follow-up regolare tramite messaggi di controllo ogni due settimane.
Lo studio è stato interrotto anticipatamente a seguito dell’analisi ad interim per efficacia, su raccomandazione del comitato di monitoraggio indipendente.
Risultati principali
Dall’analisi dei dati dello studio BATURA è emersa, in primis, una riduzione significativa del rischio di riacutizzazioni gravi nei pazienti con asma lieve non controllata trattati al bisogno con la combinazione a dose fissa di salbutamolo e budesonide rispetto a quelli trattati con il solo salbutamolo.
Nello specifico, nella popolazione on-treatment, la proporzione di pazienti che ha sperimentato almeno una riacutizzazione grave è stata del 5,1% nel gruppo salbutamolo-budesonide, contro il 9,1% nel gruppo trattato solo con salbutamolo. Questo si è tradotto in una riduzione significativa del rischio, con un hazard ratio (HR) pari a 0,53 (IC95%: 0,39–0,73; p < 0,001).
L’analisi intention-to-treat, che include tutti i pazienti randomizzati, ha confermato questi risultati: il 5,3% dei pazienti trattati con la combinazione ha avuto una riacutizzazione grave, rispetto al 9,4% del gruppo salbutamolo, con un HR pari a 0,54 (IC 95%: 0,40–0,73; p <0,001).
Risultati simili sono stati osservati anche nel sottogruppo dei pazienti adulti (età ≥18 anni). In questo gruppo, tra i pazienti considerati nell’analisi on-treatment, il 6% di coloro trattati con salbutamolo-budesonide ha avuto una riacutizzazione grave, contro il 10,7% di quelli trattati con salbutamolo da solo (HR = 0,54; IC95%: 0,40–0,72; p < 0,001).
Nella popolazione intention-to-treat adulta, i tassi sono stati rispettivamente del 6,2% e dell’11,2%, con un HR di 0,54 (IC95%: 0,41–0,72; p < .001).
Anche il tasso annualizzato di riacutizzazioni gravi è risultato significativamente più basso nel gruppo trattato con la combinazione, con una media di 0,15 eventi per anno, rispetto a 0,32 eventi per anno nel gruppo albuterolo. Il rate ratio (RR) calcolato è stato di 0,47 (IC 95%: 0,34–0,64; p < .001), indicando una riduzione del 53% circa del tasso annuo di riacutizzazioni.
Un altro dato rilevante riguarda l’impiego di corticosteroidi sistemici: i pazienti trattati con salbutamolo-budesonide hanno utilizzato una dose media annua di 23,2 mg, significativamente inferiore rispetto ai 61,9 mg osservati nel gruppo salbutamolo da solo. Ciò corrisponde ad una riduzione relativa del 62,5% nell’esposizione sistemica ai corticosteroidi (p < 0,001).
Dal punto di vista della sicurezza, i due gruppi hanno mostrato una frequenza simile di eventi avversi. Nello specifico, eventi avversi di qualsiasi tipo sono stati riportati nel 42,2% dei pazienti del gruppo in terapia di combinazione e nel 43,5% di quelli del gruppo salbutamolo da solo.
Gli eventi avversi gravi sono stati pari al 3,1% in entrambi i gruppi, mentre quelli correlati al trattamento sono stati rispettivamente del 4,1% e del 4%.
L’interruzione del trattamento a causa di eventi avversi è avvenuta nell’1,2% dei casi nel gruppo sottoposto a terapia di combinazione e nel 2,7% nel gruppo salbutamolo. In ciascun gruppo si è verificato un solo evento fatale (0,1%).
Infine, sono stati riportati pochi casi di effetti collaterali locali correlati ai corticosteroidi inalatori (come disfonia o candidosi orale): 1,6% (19 pazienti) nel gruppo salbutamolo-budesonide e 0,6% (7 pazienti) nel gruppo salbutamolo. La maggior parte di questi eventi si è verificata in pazienti che utilizzavano solo SABA come trattamento di base (17 su 19 nel gruppo sottoposto a terapia di combinazione), e tutti gli eventi sono stati di intensità lieve.
Riassumendo
Lo studio BATURA dimostra che, anche nei pazienti con asma lieve non controllato, l’aggiunta di un corticosteroide inalatorio (budesonide) all’albuterolo riduce in modo significativo il rischio di riacutizzazioni gravi, mantenendo un profilo di sicurezza favorevole. Il trattamento combinato si propone quindi come una nuova strategia di gestione dell’asma lieve, sostenendo un cambio di paradigma nella terapia al bisogno per questa popolazione.
Come sottolineato dai ricercatori, BATURA completa le evidenze dello studio MANDALA e conferma l’efficacia dell’approccio “ICS + SABA” a ogni livello di gravità dell’asma.
Bibliografia
LaForce C, et al “As-needed albuterol–budesonide in mild asthma” N Engl J Med 2025; DOI: 10.1056/NEJMoa2504544.
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