Un nuovo studio ha evidenziato l’importanza di un adeguato apporto proteico per migliorare la massa magra e ossea nelle persone affette da malattie reumatiche
Un nuovo studio ha evidenziato l’importanza di un adeguato apporto proteico per migliorare la massa magra e ossea nelle persone affette da malattie reumatiche, tra cui artrite psoriasica (PsA), artrite reumatoide (RA) e artrosi. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista The Journal of Nutritional Physiology.
Razionale e disegno dello studio
“Le persone affette da condizioni reumatiche potrebbero trarre beneficio da un apporto proteico superiore alla dose giornaliera raccomandata (RDA), a causa dell’elevato rischio di perdita muscolare e ossea. Tuttavia, non è chiaro se fattori come l’infiammazione cronica, l’impiego frequente di farmaci catabolici come i glucocorticoidi o l’inattività fisica possano limitare l’utilità di un maggiore apporto proteico in questa popolazione – scrivono i ricercatori nell’intrduzione allo studio”.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di valutare le associazioni esistenti tra l’assunzione proteica e la massa magra e quella ossea in individui affetti da malattie reumatiche.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 3.972 individui affetti da PsA, AR, artrosi e gotta, tratti dal National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), valutando la massa magra e ossea misurata a livello del corpo intero, del collo femorale e della colonna lombare mediante assorbimetria a raggi X a doppia energia (DXA), e analizzando le associazioni con l’apporto proteico giornaliero in termini assoluti e relativi al peso corporeo.
Dall’analisi dei dati è emersa l’esistenza di un’associazione lineare tra l’apporto proteico assoluto e la massa magra (1,54 kg di massa magra per 50 g/giorno di proteine [IC 95%: 0,78–2,30]; P < 0,001) e un’associazione non lineare per l’apporto proteico relativo (g/kg di peso corporeo/giorno, P < 0,001), con un aumento della massa magra che si stabilizza ad un apporto di circa 1,6 g/kg/giorno.
Inoltre, è stata documentata l’esistenza di associazioni non lineari tra l’apporto proteico assoluto (P < 0,001) e relativo (P = 0,005) e la densità minerale ossea (BMD) del collo femorale, con incrementi della BMD che si stabilizzano intorno ai 150 g/giorno o circa 1,2 g/kg/giorno.
Non sono state invece riscontrate associazioni significative per la BMD del corpo in toto e della colonna vertebrale.
Implicazioni e limiti dello studio
I ricercatori hanno sottolineato che l’entità delle associazioni riportate nello studio è compresa da “piccola” a “media”, e che l’apporto proteico dovrebbe essere combinato con esercizi di resistenza per aumentare la massa magra o la forza, oppure che gli interventi nutrizionali basati solo sull’apporto proteico dovrebbero essere rivolti a persone fragili.
Inoltre, nel commentare i risultati, non hanno sottaciuto alcuni limiti dello studio: ad esempio, non si può escludere che alcune terapie farmacologiche pregresse, come l’impiego storico di glucocorticoidi, non siano state completamente considerate e possano aver influenzato i risultati.
Ciò detto, nel complesso “…queste associazioni rilevate sono coerenti con la letteratura esistente sugli individui senza malattie reumatiche, in linea con le raccomandazioni di aumentare l’apporto proteico nelle popolazioni ad alto rischio di perdita muscolare e ossea. I risultati suggeriscono che un apporto proteico superiore alla RDA attuale potrebbe rappresentare un obiettivo prudente per la terapia nutrizionale nelle persone con malattie reumatiche. Inoltre, lo studio fornisce una base razionale per progettare futuri studi controllati randomizzati per testare l’efficacia e la fattibilità di apporti proteici alimentari superiori alla RDA attuale (es. 1,2–1,6 g/kg/giorno) per proteggere la salute muscoloscheletrica in questa popolazione,” hanno concluso i ricercatori.
Bibliografia
Esteves GP et al. Non-linear associations between protein intake and lean and femur bone mass in individuals with rheumatic diseases: findings from the NHANES 2007–2018. J. Nutr. Physiol. Published online May 22, 2025. doi.org/10.1016/j.jnphys.2025.100004
Leggi

