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Tumore alla prostata: darolutamide stabilizza i parametri di qualità di vita

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Tumore della prostata: secondo nuovi studi, la terapia con darolutamide riduce deterioramento dei parametri di qualità di vita

Al meeting annuale 2025 dell’American Society of Clinical Oncology di Chicago sono stati illustrati i risultati della nuova analisi post-hoc dello studio di Fase III ARANOTE. E’ stato dimostrato un miglioramento clinicamente significativo della qualità di vita correlata alla salute (HRQoL) ed è stata posticipata la progressione del dolore nei pazienti con carcinoma della prostata metastatico sensibile alla castrazione (mCSPC) trattati con darolutamide più terapia di deprivazione androgenica (ADT) rispetto a quelli trattati con placebo più ADT.

Darolutamide ha prolungato il tempo al deterioramento nel punteggio complessivo del Functional Assessment of Cancer Therapy-Prostate (FACT-P), endpoint esplorativo predefinito che rappresenta la misura del benessere generale, di 5 mesi rispetto a placebo, con una mediana di 16 mesi rispetto a 11 mesi (HR 0,76 – CI 95% 0,61–0,93).1 I peggioramenti nelle sotto-scale FACT-P di ≥3 punti sono stati analizzati post hoc.

L’analisi ha mostrato che il ritardo clinicamente significativo nel deterioramento della qualità di vita correlata alla salute (HRQoL) dei pazienti con carcinoma della prostata metastatico sensibile alla castrazione è stato determinato da un tempo più lungo per il deterioramento del benessere sociale e familiare (HR 0,79 – CI 95, 0,64-0,98), del benessere funzionale (HR 0,78 – CI 95% 0,63-0,96) e dei sintomi urinari (HR 0,78 – CI 95% 0,61-0,99).

Darolutamide ha inoltre prolungato il tempo alla progressione del dolore rispetto a placebo (HR 0,72 – CI 95% 0,54–0,96), valutato utilizzando il Brief Pain Inventory-Short Form (BPI-SF), con progressione del dolore definita come un aumento di ≥2 punti nel punteggio del dolore peggiore (WPS) del BPI-SF osservato in due valutazioni consecutive o l’inizio dell’uso di oppioidi per ≥7 giorni consecutivi. I risultati sono stati coerenti con il profilo di sicurezza stabilito, con incidenze simili di eventi avversi emersi durante il trattamento rispetto a placebo.

“I risultati dello studio ARANOTE evidenziano chiaramente un ulteriore ruolo positivo di darolutamide – sottolinea Orazio Caffo, Direttore Oncologia all’Ospedale Santa Chiara di Trento -. Oltre ad estendere la sopravvivenza libera da progressione determina ritardi clinicamente significativi nel deterioramento della qualità della vita, rispetto alla sola terapia ormonale. Il tumore della prostata può, infatti, determinare ripercussioni importanti sulla quotidianità. E’ fondamentale la disponibilità di nuovi trattamenti in grado di preservare il benessere del paziente a 360 gradi e di ritardare la progressione del dolore”.

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