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A cosa fa bene il polline di api, molto più di una semplice polverina colorata

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Ricco di vitamine, minerali, antiossidanti, flavonoidi, aminoacidi essenziali e enzimi, il polline si è guadagnato la reputazione di “superfood”

Il polline, spesso noto come “l’oro delle api”, è molto più di una semplice polverina colorata raccolta dai fiori. Per le api mellifere, rappresenta una fonte di vita, un nutrimento fondamentale, un ingrediente essenziale per la salute e la sopravvivenza dell’intera colonia. Il polline d’api è uno dei doni più preziosi dell’alveare. Raccolto dalle api direttamente dai fiori, questo prodotto naturale è stato a lungo utilizzato per le sue proprietà nutrizionali e terapeutiche, tanto nella medicina tradizionale quanto nella ricerca moderna. Ricco di vitamine, minerali, antiossidanti, flavonoidi, aminoacidi essenziali e enzimi, il polline si è guadagnato la reputazione di “superfood”.

Il polline, spesso noto come “l’oro delle api”, è molto più di una semplice polverina colorata raccolta dai fiori. Per le api mellifere, rappresenta una fonte di vita, un nutrimento fondamentale, un ingrediente essenziale per la salute e la sopravvivenza dell’intera colonia.

Ogni giorno, le api bottinatrici si spingono di fiore in fiore, non solo per raccogliere nettare, ma anche per prelevare minuscoli granuli di polline, che trasportano sulle zampe posteriori grazie a speciali “cestelle” chiamate corbicule. Una volta rientrate nell’alveare, lo depositano in celle esagonali, dove viene mescolato con enzimi, nettare e saliva. Nasce così il “pane d’api”: un alimento fermentato ricco, digeribile e straordinariamente nutriente.

Negli ultimi anni, un numero crescente di studi scientifici ha confermato i suoi effetti benefici su diversi sistemi dell’organismo umano, con particolare attenzione alla salute immunitaria, metabolica, epatica, ormonale e prostatica. Il polline è la sostanza prodotta dalle piante con fiore per la riproduzione. Le api lo raccolgono, lo mescolano con piccole quantità di nettare e lo trasportano nell’alveare. Lì viene trasformato nel cosiddetto “pane d’api”, una forma fermentata e facilmente digeribile che costituisce la fonte proteica principale per le larve, le api nutrici e la regina. Ma oltre alla sua funzione biologica all’interno dell’alveare, il polline ha trovato anche ampi impieghi nella nutrizione umana e nella medicina naturale, grazie alla sua straordinaria composizione chimica.

COMPOSIZIONE NUTRIZIONALE

Il polline d’api contiene:

  1. • 20-35% di proteine, inclusi tutti gli aminoacidi essenziali
  2. • Carboidrati semplici e complessi
  3. • Grassi buoni (acidi grassi essenziali)
  4. • Fibre alimentari
  5. • Vitamine: B1, B2, B3, B5, B6, B12, C, D, E, K
  6. • Minerali: calcio, magnesio, ferro, zinco, selenio
  7. • Flavonoidi e polifenoli
  8. • Enzimi, coenzimi e pigmenti naturali

UTILIZZI CLINICI E APPLICAZIONI TERAPEUTICHE

Oltre all’uso come integratore nutrizionale, il polline è stato studiato anche in ambito clinico. I seguenti ambiti sono quelli dove si è rilevato il maggiore interesse terapeutico.

ATTIVITÀ ANTINFIAMMATORIA

Diversi studi hanno dimostrato che il polline può ridurre l’infiammazione sistemica. Gli estratti di polline modulano le citochine infiammatorie e possono agire su stati infiammatori cronici, come la prostatite, le malattie autoimmuni, e le patologie articolari. Fonte: Komosinska-Vassev K. et al., “Bee pollen: chemical composition and therapeutic application,” Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine, 2015.

AZIONE ANTIOSSIDANTE

Il polline contiene flavonoidi e polifenoli che combattono lo stress ossidativo, rallentano il processo d’invecchiamento cellulare e proteggono da malattie degenerative. Fonte: Pascoal A. et al., “Biological activities of commercial bee pollens: antimicrobial, antimutagenic, antioxidant and anti-inflammatory,” Food and Chemical Toxicology, 2014.

SUPPORTO AL SISTEMA IMMUNITARIO

Il polline stimola le difese immunitarie naturali, promuovendo la produzione di linfociti e macrofagi. È utile come immunomodulatore in periodi di stress o durante cambi di stagione.

MIGLIORAMENTO DELLA VITALITÀ E DELLA RESISTENZA FISICA

Grazie al contenuto elevato di proteine, zuccheri naturali e vitamine del gruppo B, il polline è spesso usato da atleti e persone affaticate per aumentare l’energia e migliorare la resistenza fisica e mentale.

EFFETTO DETOSSIFICANTE E DIGESTIVO

Gli enzimi presenti nel polline aiutano la digestione e favoriscono l’eliminazione delle tossine. È considerato utile anche nella disbiosi intestinale.

SALUTE CARDIOVASCOLARE

Il polline può ridurre il colesterolo LDL, migliorare la circolazione sanguigna e avere un effetto vasoprotettivo, grazie ai suoi flavonoidi e fitosteroli.

BENESSERE DELLA PELLE

Grazie alla combinazione di vitamine, antiossidanti e minerali, il polline viene usato anche in cosmetica naturale, per migliorare la salute della pelle, combattere acne e rossori, e promuovere la rigenerazione cellulare.

SUPPORTO ORMONALE E FERTILITÀ

Alcuni studi suggeriscono che il polline possa stimolare la produzione ormonale e migliorare la fertilità sia maschile che femminile, grazie al suo effetto endocrino naturale.

SALUTE DELLA PROSTATA

Numerosi studi hanno mostrato che estratti di polline, come il Cernilton, migliorano i sintomi in pazienti con iperplasia prostatica benigna (IPB) e prostatite cronica. Uno studio su 100 pazienti ha rilevato miglioramenti significativi nella funzione urinaria e sessuale [Buck AC, 1990 – PMID: 2187114].

RIDUZIONE DEL PSA

In pazienti con PSA elevato ma senza cancro, un trattamento a base di polline ha portato alla riduzione dei livelli di antigene prostatico specifico, suggerendo un potenziale effetto antinfiammatorio mirato [PMID: 21787709].

MENOPAUSA E SINTOMI ORMONALI

Alcuni estratti di polline hanno dimostrato di ridurre le vampate di calore e migliorare il benessere generale nelle donne in menopausa, grazie a una possibile azione antiestrogenica naturale [Rzepecki P. et al., 2002 – PMID: 12197757].

SICUREZZA E CONTROINDICAZIONI

Il polline d’api è generalmente sicuro, ma può causare reazioni allergiche nei soggetti sensibili ai prodotti delle api (orticaria, asma, anafilassi). Si consiglia di iniziare con piccole dosi e consultare un medico in caso di patologie croniche o uso di farmaci.

Modo d’uso

La dose giornaliera di polline per un adulto varia normalmente da 20 a 40 g (3-5 cucchiaini da tè). Nei bambini si usano dosi inferiori, da 7,5 ai 15 grammi (1-2 cucchiaini da tè). E’ importante macinare o schiacciare i granuli di polline prima di consumarli, in modo da aumentare l’assorbimento dei nutrienti.

Curiosità

Il polline d’api si conferma uno degli alimenti funzionali naturali più completi e promettenti, con benefici che spaziano dalla nutrizione alla prevenzione, fino al supporto in patologie croniche. La ricerca continua ad approfondirne i meccanismi d’azione, confermandone il valore sia in ambito integrativo che clinico.

In un’epoca in cui la medicina cerca soluzioni più naturali e sostenibili, il polline si rivela un alleato prezioso per il benessere umano… e tutto questo comincia da un piccolo granello raccolto da un’ape.

Bibliografia

  1. 1. Le origini botaniche predominanti e secondarie del polline influenzano il profilo dei carotenoidi e degli acidi grassi nel polline fresco raccolto dalle api (https://magazine.x115.it/x115/polline/)
  2. 2. Efficacia terapeutica di Cernilton nei pazienti affetti da iperplasia prostatica benigna con prostatite istologica dopo resezione transuretrale della prostata (https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4565317/)
  3. 3. Il ruolo dell’estratto di polline di fiori nella gestione dei pazienti affetti da prostatite cronica/sindrome del dolore pelvico cronico: un’analisi completa di tutti gli studi clinici pubblicati (https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC5401347/)
  4. 4. Utilizzo di un preparato a base di estratto di polline in pazienti con ipertrofia prostatica (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/4097408/)
  5. 5. Estratti di polline nei meccanismi di difesa delle infezioni respiratorie ricorrenti nei bambini (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/3614149/)
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