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Fremanezumab possibile terapia unica per emicrania e depressione

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Fremanezumab, un anticorpo monoclonale mirato al peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), ha dimostrato un effetto positivo su due patologie spesso associate: l’emicrania e la depressione

Secondo lo studio di fase IV UNITE, pubblicato su JAMA Neurologyfremanezumab, un anticorpo monoclonale mirato al peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), ha dimostrato un effetto positivo su due patologie spesso associate: l’emicrania e la depressione.

Nei pazienti con emicrania episodica o cronica e disturbo depressivo maggiore, il trattamento con fremanezumab ha determinato una riduzione significativa della frequenza degli attacchi emicranici e un miglioramento dei sintomi depressivi.

Nel periodo di osservazione in doppio cieco di 12 settimane, i pazienti trattati con fremanezumab hanno registrato una diminuzione media delle giornate con emicrania pari a 5,1 giorni, contro i 2,9 giorni del gruppo placebo.

Analogamente, il punteggio sulla scala Hamilton per la depressione (HAM-D 17) si è ridotto a 8 settimane di 6,0 punti nei pazienti trattati con fremanezumab, rispetto ai 4,6 punti osservati nei soggetti trattati con placebo.

I risultati suggeriscono che il blocco del CGRP non solo interviene sulla patofisiologia dell’emicrania, ma potrebbe avere un impatto indiretto anche sui sintomi depressivi.

L’effetto positivo sulla depressione è particolarmente rilevante, considerando che fremanezumab ha una scarsa penetrazione nel sistema nervoso centrale, a differenza di altri farmaci utilizzati per trattare entrambe le condizioni.

Miglioramento dell’umore: un fenomeno ancora poco compreso
Il primo autore dello studio, Richard Lipton dell’Albert Einstein College of Medicine di New York, ha sottolineato come il miglioramento della depressione osservato nello studio sia un risultato inaspettato, poiché il farmaco non penetra facilmente nel cervello.

La relazione tra emicrania e depressione è stata già studiata in precedenza: un’analisi osservazionale ha evidenziato una riduzione nell’uso di antidepressivi nei pazienti con entrambe le condizioni dopo l’inizio del trattamento con fremanezumab.

Inoltre, studi precedenti, tra cui il trial HALO CM, hanno evidenziato che fremanezumab non solo è efficace nel ridurre la frequenza degli attacchi emicranici, ma offre benefici significativi anche nei pazienti affetti da emicrania e depressione concomitante.

Un aspetto rilevante emerso dallo studio UNITE è la difficoltà nel determinare se la riduzione delle giornate con emicrania preceda o segua il miglioramento dei sintomi depressivi. Gli autori sottolineano che la sintomatologia depressiva non è stata monitorata settimanalmente, rendendo impossibile stabilire una relazione temporale precisa tra i due effetti.

Dati rassicuranti per chi vive una condizione complessa
Lo studio ha coinvolto 353 adulti con diagnosi di emicrania e disturbo depressivo maggiore, randomizzati a ricevere fremanezumab (225 mg mensili) o un placebo.

Dopo un periodo di screening iniziale di 4 settimane, è seguito il trattamento in doppio cieco per 12 settimane, a cui si è aggiunta una fase di estensione in aperto di altre 12 settimane, durante la quale tutti i partecipanti hanno ricevuto fremanezumab (675 mg ogni tre mesi).

L’età media dei partecipanti era 43 anni; l’88% dei soggetti era di sesso femminile e il 97% di etnia bianca. Circa il 48% della popolazione studiata soffriva di emicrania episodica, mentre il 52% aveva una forma cronica della malattia.

La maggior parte dei pazienti utilizzava almeno un farmaco concomitante durante il periodo in doppio cieco, e circa il 76% aveva già assunto farmaci antidepressivi in passato.

Inoltre, il 64% dei partecipanti assumeva un solo farmaco antidepressivo a dosaggio stabile da almeno otto settimane prima dell’inizio dello studio e ha proseguito il trattamento per tutta la durata della ricerca.

Gli eventi avversi riportati erano coerenti con quelli osservati in precedenti studi su fremanezumab, confermandone il profilo di sicurezza. I benefici del trattamento si sono mantenuti anche nella fase di estensione a somministrazione aperta.

Elizabeth Loder, esperta del Brigham and Women’s Hospital di Boston e non coinvolta nello studio, ha sottolineato che i risultati dello studio UNITE sono rassicuranti, confermando che i benefici del trattamento per l’emicrania si osservano sia nei pazienti con depressione che in quelli senza questa condizione associata.

Inoltre, il miglioramento dei sintomi depressivi rafforza l’ipotesi che un trattamento efficace dell’emicrania possa avere un impatto positivo sulla qualità della vita dei pazienti.

Bibliografia
Lipton RB, Ramirez Campos V, Roth-Ben Arie Z, et al. Fremanezumab for the Treatment of Patients With Migraine and Comorbid Major Depressive Disorder: The UNITE Randomized Clinical Trial. JAMA Neurol. 2025 May 5:e250806. doi: 10.1001/jamaneurol.2025.0806. Epub ahead of print. leggi

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