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AXS-05 efficace nell’agitazione correlata all’Alzheimer

Alzheimer, diagnosi precoce PET, estrogeni endogeni

I risultati dello studio ACCORD-2: confermate efficacia e sicurezza di AXS-05 nell’agitazione correlata all’Alzheimer

Lo studio di fase 3 ACCORD-2, presentato a San Diego al congresso annuale dell’American Academy of Neurology (AAN), ha confermato la sicurezza e l’efficacia di AXS-05, una combinazione di destrometorfano e bupropione, nel trattamento dell’agitazione associata alla malattia di Alzheimer (AD).

I risultati dimostrano un significativo ritardo e una riduzione delle recidive rispetto al placebo, consolidando le evidenze precedenti e supportando l’uso di AXS-05 come terapia efficace e generalmente ben tollerata per questo disturbo neuropsichiatrico.

L’agitazione colpisce circa il 70% dei pazienti con Alzheimer e si manifesta con stati di angoscia, comportamenti aggressivi, irritabilità e disinibizione.

Questi sintomi aggravano il carico assistenziale, accelerano il declino cognitivo e aumentano il rischio di istituzionalizzazione e mortalità. La necessità di trattamenti mirati e sicuri è dunque cruciale per migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei caregiver.

AXS-05 è già approvato dalla FDA per la depressione maggiore e ha ottenuto la designazione di terapia innovativa per l’agitazione associata alla malattia da Alzheimer, grazie al suo nuovo meccanismo d’azione.

Il destrometorfano agisce come antagonista del recettore NMDA e agonista del recettore sigma-1, mentre il bupropione funziona da inibitore dell’enzima CYP2D6, aumentando la disponibilità del destrometorfano nell’organismo.

Un trial che simula la pratica clinica 
Lo studio ACCORD-2 ha seguito un disegno di sospensione randomizzata, simulando la dinamica clinica in cui i pazienti migliorano con il farmaco, interrompono il trattamento e poi ricadono nei sintomi.

Sono stati arruolati 167 pazienti tra i 65 e i 90 anni con diagnosi clinica di probabile Alzheimer e agitazione significativa, che hanno risposto positivamente a otto settimane di terapia con AXS-05. Successivamente, 83 sono stati assegnati a continuare il farmaco e 84 a passare al placebo per un periodo massimo di 24 settimane.

Evidenze statisticamente significative 
AXS-05 ha soddisfatto l’endpoint primario, mostrando una riduzione statisticamente significativa del tempo di ricaduta rispetto al placebo ( hazard ratio 0,276). Il rischio di ricaduta è risultato inferiore di circa 3,6 volte nei pazienti trattati con il farmaco.

La recidiva era definita come un peggioramento di almeno 10 punti nel Cohen-Mansfield Agitation Inventory (CMAI) per due settimane consecutive, un punteggio CMAI superiore al basale per due settimane consecutive o l’ospedalizzazione per aggravamento dell’agitazione.

I risultati secondari hanno mostrato che solo l’8% dei pazienti trattati con AXS-05 ha avuto una ricaduta, contro il 29% del gruppo placebo (P = 0,001). Il peggioramento dei sintomi si è verificato nel 42% dei pazienti trattati con placebo, contro il 21% di quelli in terapia con AXS-05 (P = 0,004).

Profilo di sicurezza favorevole 
AXS-05 ha mostrato un buon profilo di sicurezza, un aspetto cruciale per una popolazione fragile come quella dei pazienti anziani con Alzheimer.

Non sono emersi nuovi segnali di sicurezza; solo due pazienti hanno riportato cadute, con un solo caso associato al farmaco. Un paziente ha riportato vertigini, mentre non sono stati osservati effetti sedativi o un peggioramento delle funzioni cognitive.

I risultati di ACCORD-2 sono coerenti con le evidenze precedenti dei trial di fase 2/3, rafforzando il potenziale terapeutico di AXS-05 per l’agitazione correlata all’Alzheimer.

Axsome Therapeutics prevede di presentare una domanda di approvazione supplementare alla FDA nel terzo trimestre del 2025. Se approvato, AXS-05 rappresenterebbe una nuova opzione terapeutica con un meccanismo d’azione innovativo per la gestione dell’agitazione nei pazienti con Alzheimer.

Verso un approccio integrato alla cura 
L’Alzheimer’s Association sottolinea l’importanza di strategie terapeutiche integrate per migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei caregiver.

Secondo Heather M. Snyder, vicepresidente senior delle relazioni mediche e scientifiche dell’Alzheimer’s Association di Chicago, le strategie farmacologiche devono affiancare interventi non farmacologici mirati, poiché non tutti i pazienti rispondono agli approcci comportamentali.

Dal 2004, l’associazione ha finanziato 18 progetti di ricerca sull’agitazione legata alle demenze, per un totale di circa 3 milioni di dollari.

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