Uno studio pubblicato su Epilepsia ha analizzato per 3,5 anni il trattamento con fenfluramina nei pazienti affetti da sindrome di Dravet (DS), dimostrando benefici
Uno studio pubblicato su Epilepsia ha analizzato per 3,5 anni il trattamento con fenfluramina nei pazienti affetti da sindrome di Dravet (DS), dimostrando una riduzione sostenuta e clinicamente significativa della frequenza delle crisi convulsive mensili (MCSF) e un buon profilo di tollerabilità.
L’analisi ha incluso 374 pazienti con DS, provenienti da tre studi randomizzati controllati (RCT) precedenti. Dopo almeno un anno nel primo studio in aperto (OLE), 225 pazienti (60%) sono passati a un secondo OLE (Studio 1900) e 13 (3,5%) hanno optato per il farmaco disponibile in commercio.
L’età media all’inizio del trattamento era di 10,3 anni, con una durata mediana del trattamento di 824 giorni (range 7-1280). Tra i partecipanti, 45 pazienti erano maggiorenni al momento dell’arruolamento.
Miglioramento della qualità della vita
L’efficacia della fenfluramina è stata confermata dalla riduzione mediana delle MCSF del 66,8% rispetto al basale (P <0,001). L’effetto è stato più pronunciato nei bambini sotto i 6 anni (-74,2%) rispetto ai più grandi (-62,9%).
Inoltre, la frequenza delle crisi tonico-cloniche generalizzate e delle crisi focali evolventi in tonico-cloniche si è ridotta del 70,2% (P <0,0001).
Nei pazienti della popolazione modificata intent-to-treat (mITT, n = 324), l’intervallo più lungo senza crisi è stato di 42,5 giorni, con un aumento mediano del 20,3% dei giorni liberi da crisi convulsive, passando a 24,5 giorni su 28 (P <0,0001).
I miglioramenti nella qualità della vita hanno riguardato energia/affaticamento (P = 0,001), linguaggio (P = 0,019), salute generale (P = 0,002) e qualità della vita complessiva (P = 0,033).
Buon profilo di tollerabilità
Il trattamento è stato generalmente ben tollerato. Gli eventi avversi emergenti (TEAE) più comuni, registrati in almeno un gruppo di età (>10%), hanno incluso gastroenterite (18,5% nei bambini <6 anni; 6% nei ≥6 anni), rinite (14,1%; 6,7%), infezione virale (15,2%; 5,3%), tosse (15,2%; 7,1%) e ipoglicemia (12%; 7,4%).
Le interruzioni del trattamento sono state basse (0,8% per appetito ridotto o comportamento anomalo, 0,5% per crisi epilettiche).
Il 26,7% dei pazienti ha riportato una riduzione dell’appetito, con persistenza nel 9,4% dei casi fino alla fine dello studio. Gli eventi avversi gravi hanno riguardato crisi epilettiche (5,6%), stato epilettico (4,0%) e polmonite (3,2%). Tre decessi si sono verificati per morte improvvisa in epilessia, senza correlazione con il farmaco.
L’analisi post-hoc ha evidenziato differenze tra i pazienti trattati con fenfluramina e stiripentolo (STP). Nei 75 pazienti che assumevano entrambi i farmaci, la riduzione delle MCSF è stata del 36,2%, significativamente inferiore rispetto a quelli trattati con la sola fenfluramina (-71,6%; P <0,0001). Anche l’aumento dei giorni senza crisi è stato meno marcato (+6,6% con STP contro +23,6% senza STP; P <0,0001), suggerendo una possibile interazione tra i due farmaci che ne modula l’efficacia.
I risultati consolidano l’efficacia della fenfluramina nella gestione della sindrome di Dravet, garantendo una riduzione sostenibile delle crisi convulsive e un miglioramento della qualità della vita.
Bibliografia
Scheffer IE, Nabbout R, Lagae L, et al. Long-term safety and effectiveness of fenfluramine in children and adults with Dravet syndrome. Epilepsia. 2025 Mar 12. doi: 10.1111/epi.18342. Epub ahead of print. leggi

