Secondo uno studio, la terapia ipouricemizzante (ULT) a base di febuxostat risulta meno efficace negli uomini con obesità e gotta
Uno studio recente pubblicato su Rheumatology ha evidenziato che la terapia ipouricemizzante (ULT) a base di febuxostat risulta meno efficace negli uomini con obesità e gotta. In particolare, un BMI più elevato è stato associato ad una minore probabilità di raggiungere i livelli target di uricemia (SU) e ad un numero maggiore di attacchi gottosi.
Disegno dello studio
I ricercatori hanno condotto uno studio prospettico monocentrico per valutare l’impatto del BMI sulla risposta al febuxostat negli uomini con gotta. I partecipanti sono stati suddivisi in tre categorie di BMI: normopeso (18,5–23,9 kg/m²), sovrappeso (24,0–27,9 kg/m²) e obesi (≥28,0 kg/m²).
Erano pazienti eleggibili nello studio individui di sesso maschile adulti, tra i 18 e i 70 anni, con livelli di SU pari o superiori a 7 mg/dL all’inizio dello studio, e senza gravi disfunzioni renali o epatiche.
Tutti i partecipanti erano stati sottoposti ad un trattamento con una dose iniziale di febuxostat pari a 20 mg al giorno, aumentata a 40 mg al giorno in caso di mancato raggiungimento di livelli di SU inferiori a 6 mg/dL durante i controlli.
L’obiettivo primario dello studio era valutare la percentuale di soggetti che raggiungevano livelli di SU inferiori a 6 mg/dL dopo 12 settimane. Tra gli outcome secondari vi erano la riduzione media di SU per compressa assunta, la frequenza degli attacchi di gotta e i fattori predittivi della risposta al trattamento.
Risultati principali
Complessivamente, 527 soggetti hanno completato le 12 settimane di follow-up. L’età media dei partecipanti era di 41,5 anni nel gruppo normopeso, 47,1 anni nel gruppo sovrappeso e 40,9 anni nel gruppo obeso.
I livelli basali di SU erano significativamente più elevati nel gruppo obeso (9,4 mg/dL) rispetto ai gruppi sovrappeso (9,1 mg/dL) e normopeso (9,04 mg/dL) (P = 0,011). Le comorbidità metaboliche erano inoltre molto più frequenti tra gli individui obesi, con tassi elevati di ipertensione (71,6%), ipertrigliceridemia (62,5%) e steatosi epatica (56,7%), rispetto ai pazienti normopeso (38,1%, 34,3% e 19,0%, rispettivamente; P < 0,001).
Alla settimana 12, il 63,8% dei partecipanti normopeso aveva raggiunto livelli di SU inferiori a 6 mg/dL, rispetto al 54,2% del gruppo in sovrappeso e solo al 38,9% del gruppo obeso (P < 0,05).
I pazienti obesi, inoltre, avevano una maggiore probabilità di veder aumentata la dose di somministrazione di febuxostat (40 mg/die): l’86,1% ne aveva bisogno rispetto al 69,5% dei soggetti normopeso (P < 0,05). Inoltre, la riduzione media del SU per compressa era inferiore nei pazienti obesi (3,38 mg/dL) rispetto ai normopeso (4,12 mg/dL; P < 0,05).
Anche l’incidenza di attacchi di gotta è risultata significativamente più elevata nei gruppi sovrappeso e obesi (P < 0,05). L’incidenza cumulativa di attacchi ricorrenti di gotta era massima nel gruppo obeso ( hazard ratio [HR]: 2,1; IC95%: 1,22–3,64; P = 0,004).
Da ultimo, le analisi di regressione multivariata di Cox hanno identificato un BMI elevato (HR: 0,92; IC95%: 0,89–0,96; P < 0,001), livelli basali elevati di SU (HR: 0,73; IC 95%: 0,65–0,82; P < 0,001) e una storia familiare di gotta (HR: 0,67; IC 95%: 0,46–0,96; P = 0,031) come predittori indipendenti di una ridotta risposta alla terapia ULT.
Da ultimo, anche dopo l’aggiustamento per i fattori confondenti, il BMI si è confermato essere un fattore determinante nel fallimento del trattamento (HR: 0,91; IC 95%: 0,87–0,96; P < 0,001).
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati dello studio, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici, quali il disegno monocentrico, la breve durata del follow-up, l’esclusione delle pazienti di sesso femminile e la mancata considerazione di dieta e stile di vita.
Ciò premesso, nel complesso i ricercatori hanno concluso che una terapia farmacologica personalizzata è necessaria per i pazienti obesi di sesso maschile al fine di prevenire gli attacchi di gotta e raggiungere i target di SU nella gestione della malattia.
Bibliografia
Cheng Z et al. Obesity reduces the urate-lowering efficacy among patients with primary gout: a prospective cohort study. Rheumatology (Oxford). Published online February 10, 2025. doi:10.1093/rheumatology/keaf076
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