Un nuovo capitolo del progetto editoriale che dà voce alla fotografia attraverso il pensiero e le parole: in libreria “Quello che i fotografi non dicono volume 2” di Tobia Donà
Dopo il successo del primo volume, torna in libreria Amazon, Quello che i fotografi non dicono, un libro che raccoglie ventuno nuovi dialoghi con autori e autrici della scena fotografica contemporanea. Interviste, ritratti e riflessioni si intrecciano in un’opera che esplora non solo la pratica fotografica, ma il pensiero che la genera: dubbi, intuizioni, pause, crisi, desideri.
Nel nuovo volume, Tobia Donà dà spazio a voci affermate e sperimentali: da Duane Michals a Oliviero Toscani, da Liu Bolin a George Tatge, da Paolo Gioli a Patrizia Galia, accanto a nuovi nomi come Annalisa Medici, Riccardo Bandiera, Letizia Bucci, Cristina Burns, buiopasto, Caterina Lodo, Francesco Zanin, Ilaria Di Biagio, Elena Pez, Massimo Pelagagge, Rino Alessandrini, Tommaso Mori, Stéphane PIA, Emanuela Fersini, e la set designer Chiara Guadagnini. Ventuno visioni diverse, unite dalla stessa urgenza: restituire senso all’atto del fotografare.
Nel primo volume — disponibile anch’esso su Amazon — Donà aveva raccolto le testimonianze di ventuno autori tra cui Marta Bevacqua, Settimio Benedusi, Lina Bessonova, Andrea Botto, Mustafa Sabbagh, Monica Silva, Mattia Zoppellaro, Giulia De Marchi, Renato D’Agostin, Ramona Zordini, Francesco Merlini, Maria Svarbova, Matteo de Mayda, Claudia Corrent, Mikael Siirilä, Julia Morozova, Marcello Galvani, Liliana Ranalletta, Luca Campigotto, Sandra Bourhani e Andy Massaccesi.
Architetto e docente, Tobia Donà ha insegnato in diverse accademie italiane, tra cui quelle di Venezia, Bologna e Macerata. Da sempre attento alla fotografia come forma di pensiero visivo, con questo secondo volume continua un percorso iniziato anni fa, fatto di ascolto, confronto e attenzione alle voci che spesso restano ai margini del discorso dominante.
«Direi che questo nuovo libro è nato da un ascolto – racconta Donà – Il primo volume aveva già mostrato quanto bisogno ci fosse di raccontare la fotografia al di là dell’immagine. Non solo storie dietro lo scatto, ma quello che lo precede e lo supera: esitazioni, visioni parziali, fragilità. Ho voluto proseguire quel dialogo, aprendo lo sguardo ad altre ventuno voci, ciascuna con un modo diverso di abitare la fotografia e il proprio tempo.»
Alla domanda su come siano stati scelti gli autori, Donà risponde: «Non cercavo un criterio unico. Volevo che emergesse la varietà. Ho scelto fotografi e fotografe con visioni forti, che non si fermano alla superficie dell’immagine, ma la attraversano con uno sguardo personale. Quello che li unisce non è un’estetica comune, ma il bisogno di interrogarsi su cosa significhi davvero fotografare.»
Nel libro si parla anche di crisi creative, fallimenti, ossessioni. «Sì perché dietro ogni immagine significativa c’è quasi sempre una lotta: contro il tempo contro il rumore del mondo contro sé stessi. Ho voluto raccontare anche questo. La macchina fotografica diventa spesso un mezzo per cercare altro: un contatto una rivelazione un modo per restare umani.»
A differenza di un catalogo illustrato il libro non contiene immagini stampate. «È una scelta consapevole. Ogni capitolo rimanda a una galleria online attraverso un QR code. È un gesto attivo un ponte. Il libro non si chiude su se stesso ma apre una relazione tra testo immagine e lettore.»
E se dovesse riassumere il senso del progetto in una frase? «Ogni immagine nasce da un pensiero ma solo chi è disposto a mettersi in discussione riesce a trasformarlo in visione.»

