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Condannato a 20 anni Joël Le Scouarnec, chirurgo mostro che ha violentato 299 bambini

consip trefiletti psicologa non vaccinata

Il chirurgo “mostro” che ha violentato 299 bambini in 25 anni è stato condannato a 20 anni di carcere. Ma il processo ha messo in luce le falle di un sistema che ha permesso al dottor Le Scouarnet di continuare a colpire indisturbato fino alla pensione

La giustizia francese ha scritto una delle pagine più nere della sua storia. Joël Le Scouarnec, 74 anni, ex chirurgo digestivo, è stato condannato a 20 anni di carcere per aver abusato sessualmente di centinaia di pazienti, in gran parte bambini. Il processo, il più importante mai celebrato in Francia per abusi su minori, ha messo a nudo un incubo durato 25 anni e un sistema sanitario che – tra silenzi, complicità e omissioni – ha lasciato agire indisturbato un predatore.

Le accuse raccolte in tre mesi di udienze a Vannes sono da brividi: 111 stupri e 189 aggressioni sessuali tra il 1989 e il 2014, quasi sempre in ospedale, spesso mentre le vittime erano sedate, appena operate o addirittura nei loro letti. Undici anni l’età media dei bambini abusati. Eppure Le Scouarnec, stimato chirurgo in Bretagna e nell’ovest della Francia, ha continuato a operare fino al pensionamento nel 2017. Con il beneplacito di chi avrebbe dovuto fermarlo.

In aula, il medico ha ammesso tutto. “Ero un chirurgo che ha approfittato del suo status per aggredire bambini, non lo nego”, ha dichiarato, rinunciando a qualsiasi richiesta di clemenza. Secondo le perizie psichiatriche, resta ancora oggi estremamente pericoloso. La condanna inflitta rappresenta il massimo previsto dalla legge francese per il reato di stupro aggravato. Ma lontana dalla giustizia simbolica evocata dal pubblico ministero Stéphane Kellenberger: “Negli Stati Uniti, per questi crimini, avrebbe preso 2.000 anni”.

Dietro l’orrore delle vittime, emerge un sistema che ha fallito su tutta la linea. Già nel 2004 l’FBI aveva segnalato Le Scouarnec alle autorità francesi per la visione di materiale pedopornografico. Un anno dopo, la condanna: quattro anni con la condizionale. Ma nessuna interdizione dai reparti pediatrici, nessun avviso agli ospedali. E lui ha continuato a operare bambini.

A Jonzac, nel 2008, fu la stessa direttrice Michèle Cals a reintegrarlo dopo che lui stesso le aveva parlato della vecchia condanna, giustificandola con un periodo di “squilibrio per la separazione dalla moglie”. Lei, senza indicazioni superiori contrarie, lo assunse. “Avevamo bisogno di chirurghi”, ha detto in aula, ammettendo superficialità e “disfunzione” dell’intero sistema sanitario. Nel frattempo, chi cercava di lanciare l’allarme – come lo psichiatra Thierry Bonvalot o lo stesso presidente dell’Ordine dei Medici della Charente-Maritime, Joël Belloc – è stato ignorato. “Col senno di poi, è ovvio che avremmo potuto fare di più”, ha ammesso quest’ultimo.

Nel 2020, Le Scouarnec era già stato condannato a 15 anni per abusi su quattro minori. E il nuovo verdetto, legato a centinaia di casi, potrebbe non essere l’ultimo. La procura ha già aperto un’ulteriore inchiesta per identificare altre vittime.

Fuori dal tribunale, una ventina di familiari e sopravvissuti ha manifestato per chiedere una commissione parlamentare. “Questo processo doveva essere uno spartiacque. Invece, silenzio”, denunciano. Tra loro anche Manon Lemoine, oggi 36 anni, violentata a 11. “Lo chiamano mostro, ma il mostro è la società che l’ha lasciato fare”, ha detto.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT)

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