Tumore al polmone: due studi hanno mostrato dati promettenti su come migliorare la sicurezza e ridurre gli effetti avversi cutanei delle terapie anti-EGFR
Via via che lo standard of care per il carcinoma polmonare non a piccole cellule con mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) si evolve, si intensificano gli sforzi dei ricercatori per individuare strategie in grado di bilanciare efficacia terapeutica e tollerabilità.
Due studi appena presentati a Parigi allo European Lung Cancer Congress 2025, gli studi ETOP AMAZE-lung e COCOON, si inseriscono proprio in questo solco e hanno mostrato dati promettenti su come migliorare la sicurezza e ridurre gli effetti avversi cutanei delle terapie anti-EGFR.
Lo studio ETOP AMAZE-lung
ETOP AMAZE-lung è uno studio di fase 2 che ha cercato di individuare una combinazione alternativa all’anticorpo bispecifico amivantamab più la chemioterapia per i pazienti andati in progressione dopo l’inibitore tirosin-chinasico (TKI) osimertinib. In particolare, gli autori hanno testato in questa popolazione la combinazione di amivantamab con il TKI di terza generazione lazertinib e l’anti-VEGF bevacizumab, che ha evidenziato un’efficacia modesta, ma duratura.
L’endpoint primario, il tasso di risposta obiettiva (ORR) confermato a 12 settimane, è stato raggiunto ed è risultato del 33%. Tra i 61 pazienti valutabili, il 51% ha ottenuto una stabilizzazione della malattia, il 39% una risposta parziale, mentre il 5% è andato in progressione. La mediana della durata della risposta è risultata di 13,9 mesi (IC al 95% 8,3-non stimabile), mentre la mediana della sopravvivenza libera da progressione (PFS) è risultata pari a 10,9 mesi (IC al 95% 5,3–non stimabile) e la mediana della sopravvivenza globale (OS) pari a 15,5 mesi (IC al 95% 12,3-non stimabile).
Dal punto di vista della tollerabilità, il 43% dei pazienti ha manifestato eventi avversi correlati al trattamento di grado 3/4, con un tasso di interruzione definitiva del trattamento pari al 20%. Gli eventi più frequenti di grado 3/4 sono risultati il rash acneiforme e il rash maculo-papulare.
«Sebbene l’efficacia non sia straordinaria, la durata delle risposte è incoraggiante», ha commentato Julien Mazières, dell’Ospedale Universitario di Tolosa. «Inoltre, è rassicurante che l’aggiunta di bevacizumab non sembri aumentare in modo significativo la tossicità della combinazione amivantanamb più lazertinib».

