La Commissione Europea (CE) ha approvato iptacopan per il trattamento di adulti con glomerulopatia da C3 (C3G)
La Commissione Europea (CE) ha approvato iptacopan – un inibitore orale del Fattore B della via alternativa del complemento, primo nella sua classe – per il trattamento di adulti con glomerulopatia da C3 (C3G).
Si tratta della prima soluzione terapeutica indicata per pazienti con diagnosi di C3G che agisce selettivamente sulla causa alla base di questa malattia renale ultra-rara e progressiva, che spesso colpisce in giovane età. La prognosi per le persone affette da C3G è infausta: circa la metà dei pazienti progredisce verso l’insufficienza renale entro 10 anni dalla diagnosi, momento in cui è necessario ricorrere alla dialisi per tutta la vita e/o al trapianto di rene.
“Questa approvazione europea, che segue di pochi giorni l’approvazione della Food and Drug Administration (FDA) in USA, segna un passo significativo nella gestione della glomerulonefrite C3, malattia rara ma che porta alla dialisi nel 50% dei pazienti entro 10 anni. Si colma quindi un vuoto terapeutico per una condizione patologica grave e finora priva di trattamenti specifici – commenta il Prof. Luca De Nicola, Presidente della Società Italiana di Nefrologia (SIN) e Professore Ordinario di Nefrologia presso l’Università di Napoli “L. Vanvitelli” – Agendo sulla causa primaria della glomerulonefrite C3, questo inibitore ha il potenziale di avere un impatto positivo sulla vita e di questi pazienti migliorando la gestione della malattia e facendoci guardare al futuro con positività”.
“La C3G è una malattia debilitante che colpisce spesso i giovani, con un impatto significativo sulla loro salute fisica e mentale – commenta Fabrizio Spoleti, Presidente dell’associazione di pazienti Progetto DDD ETS – Identificarla precocemente attraverso lo screening e garantire l’accesso a trattamenti mirati è essenziale non solo per i pazienti, ma anche per le loro famiglie e la società. Questo traguardo rappresenta un passo importante verso un’assistenza migliore per le persone affette da C3G e viene accolto con grande favore dalla comunità dei pazienti”.
L’approvazione della CE è stata concessa in seguito al parere positivo del CHMP dello scorso febbraio, sulla base dei robusti dati provenienti dallo studio APPEAR-C3G, il primo studio di Fase III randomizzato, controllato con placebo, nella C3G. Lo studio ha dimostrato che i pazienti trattati con questo inibitore, in aggiunta alle terapie di supporto, hanno ottenuto una riduzione della proteinuria del 35,1% (p=0,0014), statisticamente e clinicamente significativa, misurata dal rapporto proteine/creatinina nelle urine delle 24 ore [UPCR]) a partire da 6 mesi rispetto al placebo. In molte malattie renali, la riduzione della proteinuria è un marcatore surrogato sempre più riconosciuto, che correla il ritardo della progressione di malattia con l’insufficienza renale. In uno studio di estensione a lungo termine, la riduzione iniziale dell’UPCR è stata mantenuta e si è osservata una stabilizzazione dell’eGFR per oltre 3 anni dopo l’inizio del trattamento.
“L’approvazione della Commissione Europea rappresenta un importante passo avanti per rendere accessibili terapie innovative in ambiti complessi, come ad esempio la C3G – dichiara Paola Coco, Country Chief Scientific Officer e Head of Medical Affairs di Novartis Italia –Continueremo a esplorare questa molecola per altre malattie con bisogni insoddisfatti, con l’obiettivo di contribuire a migliorare la vita di questi pazienti”.
Informazioni sulla glomerulopatia da C3 (C3G)
Ogni anno, circa 1-2 milioni di persone nel mondo ricevono una diagnosi di C3G, una forma di glomerulonefrite membranoproliferativa (MPGN). Nella C3G, l’iperattivazione della via alternativa del complemento – parte del sistema immunitario – provoca l’accumulo di depositi di proteina C3 nei glomeruli. Questo scatena un’infiammazione e un danno glomerulare che si traduce in proteinuria (proteine nelle urine), ematuria (sangue nelle urine) e riduzione della funzionalità renale.
Informazioni sullo studio APPEAR-C3G
APPEAR-C3G (NCT04817618) è uno studio di Fase III multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, controllato con placebo per valutare l’efficacia e la sicurezza di iptacopan orale (200 mg) due volte al giorno nei pazienti con C3G. Lo studio prevede un periodo in doppio cieco di 6 mesi in cui i pazienti adulti sono stati randomizzati 1:1 per ricevere l’inibitore o placebo in aggiunta alle terapie di supporto, seguito da un periodo in aperto di 6 mesi in cui tutti i pazienti ricevono l’inibitore (inclusi quelli che erano precedentemente in placebo). L’endpoint primario per il periodo in doppio cieco era la riduzione della proteinuria rispetto al basale a 6 mesi rispetto al placebo, misurata dal rapporto proteina/creatinina nelle urine delle 24 ore (UPCR). Gli ultimi dati di APPEAR-C3G mostrano che l’inibitore orale ha mantenuto la riduzione della proteinuria a 12 mesi8. Oltre ai risultati dei pazienti adulti con C3G, è in corso l’arruolamento in una coorte separata di pazienti adolescenti con C3G.
Informazioni sulla molecola
Iptacopan è un inibitore orale del Fattore B della via alternativa del complemento3-8. Scoperto da Novartis, questo inibitore ha ricevuto l’approvazione della FDA e della CE rispettivamente nel dicembre 2023 e nel maggio 2024 per il trattamento degli adulti con emoglobinuria parossistica notturna (PNH) e l’approvazione accelerata negli Stati Uniti nell’agosto 2024 per la riduzione della proteinuria negli adulti con nefropatia da IgA primaria (IgAN) a rischio di rapida progressione della malattia (generalmente UPCR ≥1,5 g/g) 9-10. La molecola è in fase di studio in una vasta gamma di malattie renali rare. Sono in corso studi per valutare i profili di sicurezza ed efficacia in queste indicazioni sperimentali e supportare potenziali sottomissioni normative.
Novartis nelle malattie renali
Forte di una tradizione di 40 anni iniziata con i trapianti, Novartis è in missione per promuovere scoperte e trasformare la salute renale, a partire dalle condizioni renali che hanno ancora un bisogno insoddisfatto significativo. In passato, queste patologie hanno ricevuto finanziamenti e ricerche molto limitati. Questo ha portato a un panorama terapeutico che si concentra principalmente sulla gestione reattiva o sulla fase terminale della malattia, causando spesso notevoli oneri fisici, emotivi e finanziari. Il nostro portafoglio mira alle cause sottostanti della malattia, con l’obiettivo di proteggere la salute renale e ritardare o prevenire la dialisi e/o il trapianto. Il nostro obiettivo è aiutare i pazienti a ritrovare il loro ritmo di vita, sia al lavoro, a scuola o con i propri cari. Collaborando strettamente con pazienti, caregiver, medici e decisori, ci impegniamo a sensibilizzare l’opinione pubblica, accelerare la diagnosi e fornire ai pazienti le cure adeguate il prima possibile.

