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Gotta: utilizzo di febuxostat sicuro per il cuore

Gotta: incremento dei tassi di risposta alla terapia del 32% quando si aggiunge metotressato al trattamento con pegloticasi

Gotta e salute del cuore: il trattamento con febuxostat non aumenta il rischio cardiovascolare secondo un’analisi real world

Secondo un ampio studio retrospettivo condotto nel Regno Unito, febuxostat non sembra aumentare il rischio di eventi cardiovascolari maggiori (MACE) rispetto alla mancata terapia ipouricemizzante (ULT) nei pazienti con gotta.

I risultati, presentati al British Society for Rheumatology (BSR) 2025 Annual Meeting e pubblicati su “Rheumatology”, si basano su un’analisi approfondita dei dati della Clinical Practice Research Datalink (CPRD), che ha permesso di esaminare l’incidenza di infarto miocardico, ictus ischemico, ospedalizzazioni per insufficienza cardiaca, angina instabile, rivascolarizzazione e mortalità cardiaca.

L’assenza di un aumento significativo del rischio cardiovascolare nei pazienti trattati con febuxostat, inibitore della xantina ossidasi, rappresenta un’importante conferma della sua sicurezza rispetto alla mancata terapia.

Confronto dettagliato con allopurinolo
Per ottenere un quadro il più possibile preciso e affidabile, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da diverse fonti, tra cui il CPRD per le diagnosi di gotta, gli Hospital Episodes Statistics e l’Office for National Statistics per i dati sulle ospedalizzazioni e i decessi correlati alla malattia, e l’Index of Multiple Deprivation per informazioni sociodemografiche.

Lo studio, coordinato da Richard Partington della Keele University (UK), ha incluso oltre 305.000 individui di età superiore ai 40 anni con diagnosi di gotta dal dicembre 2008 al marzo 2021, suddivisi in tre gruppi: 7378 trattati con febuxostat, 97.940 con allopurinolo e 200.387 senza alcuna terapia ipouricemizzante.

Sebbene il tasso di incidenza di MACE fosse inizialmente più elevato nei pazienti trattati con febuxostat (66.01 per 1000 anni-persona) rispetto a quelli con allopurinolo (51.86) e ai non trattati (40.13), dopo un’ analisi multivariata che ha tenuto conto di fattori quali età, sesso, storia di malattie cardiovascolari, ipertensione, diabete, patologie renali croniche e abitudini di vita, non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa tra i gruppi.

Evidenze discordanti dai precedenti trial CARES e FAST
Il timore di un possibile rischio cardiovascolare legato a febuxostat aveva preso piede nel 2018, con la pubblicazione dei risultati dello studio CARES, voluto dalla Food and Drug Administration statunitense.

Questo trial post-marketing, richiesto a seguito di segnalazioni su un possibile incremento degli eventi cardiovascolari con febuxostat rispetto all’allopurinolo, non aveva rilevato differenze significative tra i due farmaci per quanto riguarda gli eventi cardiovascolari maggiori, ma aveva suggerito un aumento della mortalità cardiovascolare e globale nei pazienti trattati con febuxostat.

Nel 2020, tuttavia, i risultati dello studio FAST hanno messo in discussione questa interpretazione, indicando che febuxostat non comportava un rischio cardiovascolare superiore rispetto all’allopurinolo.

Un’ulteriore conferma era arrivata nel 2021 da un’analisi condotta dal Brigham and Women’s Hospital e dall’Harvard Medical School di Boston, che aveva evidenziato come, anche nei pazienti con preesistenti patologie cardiovascolari, febuxostat non fosse associato a un aumento del rischio rispetto all’allopurinolo.

Tuttavia, CARES e FAST non includevano un gruppo di controllo con pazienti privi di terapia ipouricemizzante, un aspetto che ha spinto i ricercatori britannici a indagare ulteriormente.

Il ruolo-chiave della profilassi
Uno degli aspetti più rilevanti emersi dallo studio riguarda il ruolo della profilassi per prevenire gli attacchi acuti di gotta.

I dati mostrano che il rischio di eventi cardiovascolari maggiori si riduce significativamente nei pazienti trattati con febuxostat e con una profilassi adeguata (ad esempio colchicina, FANS o corticosteroidi), rispetto a quelli che non ricevono questa misura preventiva.

Al contrario, l’assenza di profilassi è stata associata a un rischio cardiovascolare aumentato sia nei pazienti in terapia con febuxostat sia in quelli trattati con allopurinolo.

Confermata la sicurezza dell’inibitore della xantina ossidasi 
Secondo gli autori dello studio, questi risultati forniscono una rassicurazione significativa sull’uso del febuxostat nei pazienti con gotta.

Sebbene la Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) continui a raccomandarne un impiego prudente in soggetti con storia di patologie cardiovascolari, i dati raccolti suggeriscono che tale cautela sia stata correttamente implementata nella pratica clinica, senza registrare un aumento della mortalità.

L’evoluzione delle raccomandazioni di impiego del febuxostat riflette una maggiore comprensione del suo profilo di sicurezza. Se inizialmente era prescritto solo nei casi più gravi di gotta, il suo utilizzo si è progressivamente ampliato anche in ambito di medicina generale.

Il fatto che i nuovi dati non indichino un aumento del rischio cardiovascolare con una maggiore diffusione del farmaco è un ulteriore elemento di rassicurazione per i clinici e i pazienti.

Bibliografia:
Partington R, et al. Long-term cardiovascular safety of febuxostat compared with allopurinol or no urate-lowering treatment in people with gout: a cohort study in UK primary care using the Clinical Practice Research Datalink. Rheumatology. 2025 Apr 28;64(Suppl_3):keaf142.001. doi:10.1093/rheumatology/keaf142.001. leggi

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