L’accuratezza dei test diagnostici per la diagnosi di asma dipenda da vari fattori, tra cui l’orario della giornata e la stagione
Un recente studio pubblicato su Thorax BMJ ha esplorato come l’accuratezza dei test diagnostici per la diagnosi di asma dipenda da vari fattori, tra cui l’orario della giornata e la stagione, dimostrando che i risultati migliori si ottengono al primo mattino e durante la stagione invernale.
Razionale e disegno dello studio
Un criterio diagnostico fondamentale per l’asma è rappresentato dalla risposta ai broncodilatatori, tradizionalmente definita come un miglioramento di FEV1 o di FVC dopo la somministrazione di un broncodilatatore.
La variabilità diurna nella manifestazione dei sintomi è una caratteristica nota, tipica dell’asma; studi precedenti suggeriscono che un meccanismo legato ai ritmi circadiani giochi un ruolo importante nella patogenesi della malattia. Tuttavia, non è chiaro se l’effetto della variabilità diurna sulla risposta ai broncodilatatori sia limitato esclusivamente ai pazienti con asma. Inoltre, il ruolo della variazione stagionale sull’iperreattività bronchiale rimane poco conosciuto.
Di qui il nuovo studio, noto come studio SPIRO-TIMETRY, che si è proposto di analizzare l’associazione esistente tra l’ora del giorno e la stagione in cui viene eseguito il test con il livello di risposta ai broncodilatatori.
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 1620 pazienti adulti (18 anni e oltre) raccolti nel periodo compreso tra il 2016 e il 2023. L’analisi ha incluso solo i pazienti con test di spirometria pre- e post-broncodilatatore riproducibili e accettabili. Il 62% di questi (1004 su 1620) era di sesso femminile, l’età media (SD) era di 53,2 (16,1) anni, mentre il BMI medio era di 29,4 kg/m2 (7,1). Il 48% dei pazienti (722 su 1620) aveva riferito al reclutamento nello studio di aver mai fumato, mentre il 58% (944 su 1620) si era rivolto ad un medico per asma o sospetto asmatico.
Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che Ia probabilità di ottenere una risposta positiva (indicativa di asma) al test di risposta ai broncodilatatori diminuisce dell’8% per ogni ora successiva alle 8:30 del mattino in cui viene effettuato il test. In altre parole, i test mattutini sono significativamente più affidabili rispetto a quelli effettuati nel pomeriggio.
Inoltre, i ricercatori hanno osservato che i risultati del test variavano anche a seconda della stagione, con i test effettuati durante l’inverno che risultavano essere più affidabili rispetto a quelli eseguiti in autunno.
Questo fenomeno, hanno osservato gli autori dello studio, potrebbe essere legato ai ritmi circadiani che influenzano la funzionalità polmonare, e la risposta al broncodilatatore sembrava essere maggiore nei mesi invernali rispetto ad altre stagioni.
Lo studio, dunque, ha confermato che i test mattutini sono più affidabili, con risposte più pronunciate ai farmaci, ma ha anche suggerito che i pazienti potrebbero beneficiare di test eseguiti in questa fascia oraria per una diagnosi più precisa.
Ciò sarebbe in linea con studi precedenti, quali lo studio RADicA, che aveva evidenziato come i sintomi dell’asma peggiorassero di notte e al mattino, rafforzando l’ipotesi che i test mattutini siano più indicativi della presenza di asma.
Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici dello studio, quali il disegno trasversale e la mancanza di informazioni sulla diagnosi formale.
Ciò premesso, questi risultati suggeriscono, nel complesso, che eseguire test diagnostici quando i pazienti sono più sintomatici, ovvero al mattino, potrebbe migliorarne l’efficacia. Inoltre, rafforzano la necessità di documentare l’orario del test spirometrico ogni volta che è possibile e di ripetere il test sempre nello stesso momento della giornata. Lo studio ha anche documentato l’esistenza di variazioni stagionali nella risposta al broncodilatatore, con una maggiore probabilità di risposta nei mesi invernali.
È interessante notare che studi precedenti avevano mostrato che gli adulti e i bambini con asma o rinite allergica mostrano livelli più elevati di FeNO e una maggiore iperreattività alla metacolina durante la stagione dei pollini, tipicamente in estate.
Lo studio ha rilevato un leggero aumento della risposta al broncodilatatore in estate rispetto alla primavera e all’autunno, ma in misura minore rispetto all’inverno.
Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che gli studi precedenti si erano concentrati su una popolazione più giovane e atopica, in cui la risposta IgE è più predominante, rispetto agli adulti più anziani, nei quali la mortalità per asma e i ricoveri ospedalieri sono più frequenti in inverno.
Bibliografia
Knox-Brown B et al. Effect of time of day and seasonal variation on bronchodilator responsiveness: the SPIRO-TIMETRY study. Thorax Published Online First: 11 March 2025. doi: 10.1136/thorax-2024-222773
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