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Sclerosi multipla: nuove tecniche confermano efficacia di ocrelizumab

ecosm Sclerosi multipla: nessuna conseguenza sull'efficacia di ocrelizumab dall'eventuale replezione delle cellule B secondo un nuovo studio

Sclerosi multipla, l’efficacia di ocrelizumab sui pazienti è ora verificata mediante nuove tecniche di imaging

Uno studio presentato a West Palm Beach (Florida, USA) nel corso dell’ACTRIMS (Americas Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis) conferma che l’uso di ocrelizumab riduce significativamente il numero e il volume delle lesioni corticali associate alla sclerosi multipla primariamente progressiva (PPMS) entro 120 settimane, basandosi su dati derivati da nuove tecniche di imaging.

Focus sulla sostanza grigia nella forma primariamente progressiva
Questi risultati sottolineano l’importanza del coinvolgimento della sostanza grigia nella sclerosi multipla, un’area tradizionalmente meno studiata rispetto alla sostanza bianca.

La ricerca, condotta da Michael G. Dwyer, professore associato presso la Jacobs School of Medicine dell’Università di Buffalo, ha evidenziato come le lesioni corticali non solo siano molto precoci e diffuse, ma siano strettamente correlate alla disabilità e al deterioramento cognitivo.

Analisi secondaria dello studio ORATORIO
In un’analisi secondaria, basata sui dati dello studio clinico di fase 3 ORATORIO, sono state impiegate tecnologie d’imaging di recente introduzione per analizzare l’impatto di ocrelizumab sull’attività di tali lesioni.

Lo studio, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, ha coinvolto 732 pazienti con PPMS, suddivisi in rapporto 2:1 tra il gruppo trattato con 60 mg di ocrelizumab per via endovenosa e quello placebo.

Riduzione significativa delle lesioni corticali rispetto al placebo
I partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica (MRI) al basale e a 24, 48 e 120 settimane per valutare il numero di lesioni corticali e il livello di atrofia cerebrale.

L’attività delle lesioni è stata esaminata tramite diverse tecniche di imaging: fluid attenuated inversion recovery (FLAIR), rapporto T1/T2 e AI double inversion recovery (AI-DIR).

Un’immagine multimodale a contrasto migliorato (MMCLE), combinando FLAIR2 e AI-DIR, è stata generata per un’analisi più precisa, con le lesioni valutate simultaneamente attraverso tutte le metodiche.

I risultati hanno mostrato una riduzione del 74,8% delle nuove lesioni corticali o delle lesioni ingrandite nel gruppo trattato con ocrelizumab rispetto al placebo, mentre il volume delle lesioni è diminuito dell’86,6% rispetto al gruppo placebo.

Implicazioni cliniche future
Questi dati enfatizzano l’importanza dell’analisi delle lesioni corticali mediante contrasti multipli per una sintesi accurata.
«Dovremmo utilizzare questi metodi, ossia l’analisi delle lesioni corticali, su dati medici retrospettivi, per verificare se i trattamenti attuali stanno influenzando tali lesioni», ha sottolineato Dwyer.

Fonte:
Dwyer M, et al. The Impact of ocrelizumab on cortical lesion accrual in primary progressive MS in the double-blind, phase 3 ORATORIO study. Presented at: ACTRIMS, 2025; West Palm Beach, Florida, USA.

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