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Crohn: SEQUENCE conferma efficacia e sicurezza di risankizumab a 100 settimane

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Efficacia e sicurezza di risankizumab nella malattia di Crohn confermate fino a 100 settimane dall’estensione dello studio SEQUENCE

La seconda parte dello studio SEQUENCE di fase 3 ha valutato l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di risankizumab (RZB), un inibitore dell’interleuchina-23 p19, nei pazienti con malattia di Crohn (CD) da moderata a severa. Durante il congresso della ECCO (European Crohn’s and colitis organisation) sono stati presentati i risultati a un anno della fase di estensione in aperto dello studio che evidenzia come tutti i risultati di superiorità vengono mantenuti fino alla settimana 100.

Lo scorso anno erano stati pubblicati gli importanti dati della prima parte dello studio SEQUENCE in cui nei pazienti con malattia di Crohn da moderata a grave che avevano avuto effetti collaterali inaccettabili o una risposta inadeguata con la terapia anti-TNF, risankizumab si è rivelato non inferiore a ustekinumab nella remissione clinica alla settimana 24 e superiore nella remissione endoscopica alla settimana 48. Questi risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM).

Nella parte 2 dello studio SEQUENCE, i pazienti randomizzati nel braccio RZB che avevano completato la visita alla settimana 48 (w48) hanno continuato a ricevere risankizumab 360 mg per via sottocutanea (SC) ogni 8 settimane (Q8W).

Ustekinumab e risankizumab sono anticorpi monoclonali. Il primo si lega selettivamente alla subunità p40 dell’interleuchina (IL)-23 che è condivisa con la IL-12, e in questo modo inibisce l’attività biologica di entrambe le citochine. Risankizumab si lega selettivamente con elevata affinità alla subunità p19 della IL-23, inibendone la segnalazione e il rilascio di citochine proinfiammatorie. Entrambi si sono dimostrati più efficaci del placebo per la gestione della psoriasi a placche, dell’artrite psoriasica e della malattia di Crohn.

Negli studi comparativi che hanno confrontato direttamente la loro efficacia nella psoriasi, risankizumab è risultato superiore a ustekinumab, suggerendo una maggiore efficacia con il blocco della subunità p19 rispetto a quello della subunità p40.
In questa seconda parte dello studio SEQUENCE, pazienti con risposta inadeguata (peggioramento sintomatologico e biomarcatori infiammatori alterati) hanno ricevuto una terapia di salvataggio (600 mg di RZB per via endovenosa, seguiti da 360 mg SC Q8W). Gli endpoint valutati alle settimane 52 (baseline dell’estensione), 76 e 100 includevano la remissione clinica (CDAI e frequenza delle evacuazioni/dolore addominale [SF/APS]), la remissione clinica senza steroidi, la risposta all’Inflammatory Bowel Disease Questionnaire (IBDQ) e la remissione IBDQ.

L’analisi è stata condotta sia su dati “as observed” (AO), indipendentemente dalla terapia di salvataggio, sia secondo il metodo di imputazione dei non responder (NRI), classificando come non responder i pazienti con valutazioni mancanti, interruzione prematura dello studio o terapia di salvataggio. Gli eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE) sono stati analizzati a partire dalla prima dose nella parte 2 (data di cutoff: 11 luglio 2024).

Efficacia e sicurezza confermate nel lungo periodo
Un totale di 224 pazienti ha partecipato alla parte 2 dello studio. I tassi di remissione clinica (AO) si sono mantenuti stabili tra la settimana 52 e la settimana 100 (CDAI: 75,3% [168/223] vs 84,4% [141/167]; SF/APS: 71,2% [158/222] vs 74,7% [124/166]). La maggior parte dei pazienti in remissione clinica non stava assumendo steroidi alle rispettive visite. Inoltre, i pazienti hanno mostrato miglioramenti sostenuti e clinicamente significativi nella risposta IBDQ (86,7% [157/181]; AO) e nella remissione IBDQ (65,3% [126/193]; AO) alla settimana 100. Risultati simili sono stati osservati con l’analisi NRI.

Sedici pazienti (7,1%) hanno ricevuto terapia di salvataggio durante la parte 2 dello studio, e tra questi il 77,8% (7/9) ha raggiunto la remissione clinica alla settimana 100 (AO). Il profilo di sicurezza di risankizumab è risultato coerente con quanto già noto, senza nuovi segnali di rischio relativi a eventi cardiovascolari maggiori, neoplasie, infezioni gravi o eventi epatici. Non si sono verificati decessi durante la fase di estensione.

In conclusione, dopo 100 settimane di terapia continua con risankizumab, i pazienti dello studio SEQUENCE hanno mantenuto un’efficacia clinica duratura e benefici sulla qualità della vita. Il profilo di sicurezza conferma l’affidabilità del trattamento a lungo termine con RZB.

Laurent Peyrin-Biroulet et al., Efficacy and Safety of Risankizumab in Patients With Moderate to Severe Crohn’s Disease: Results From the One-Year SEQUENCE Open-Label Long-Term Extension. ECCO’25 Berlino, 19-22 febbraio

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