Accordo strategico siglato tra GSK e la biotech sudcoreana ABL Bio, focalizzato sull’utilizzo della piattaforma Grabody-B
Per affrontare in modo efficace le malattie neurodegenerative, è necessario risolvere una delle sfide più complesse della farmacologia moderna: la barriera emato-encefalica (BBB). Questa struttura fisiologica, fondamentale per proteggere il cervello da agenti potenzialmente nocivi, rappresenta al contempo un ostacolo significativo per l’accesso dei farmaci alle aree cerebrali bersaglio.
È proprio in quest’ambito che si inserisce l’accordo strategico siglato tra GSK e la biotech sudcoreana ABL Bio, focalizzato sull’utilizzo della piattaforma Grabody-B per veicolare in modo efficiente molecole terapeutiche nel sistema nervoso centrale.
L’intesa, dal valore potenziale di oltre 2,1 miliardi di sterline (circa 2,7 miliardi di dollari), prevede un pagamento immediato di 38,5 milioni di sterline, a cui si aggiungono ulteriori 38,6 milioni in pagamenti a breve termine. ABL potrà inoltre ricevere milestone fino a 2,075 miliardi di sterline, oltre a royalties sulle vendite dei prodotti che verranno sviluppati.
Grabody-B: una tecnologia innovativa per superare la BBB
La piattaforma Grabody-B si basa su un meccanismo di trasporto attivo attraverso la BBB, utilizzando come vettore il recettore dell’IGF-1 (Insulin-like Growth Factor 1). Questo recettore è espresso sulla superficie delle cellule endoteliali della barriera emato-encefalica e può essere sfruttato per trasportare molecole terapeutiche, incluse proteine di grandi dimensioni come gli anticorpi, oligonucleotidi e polinucleotidi, fino al tessuto cerebrale.
Secondo quanto affermato da Christopher Austin, vicepresidente della ricerca tecnologica di GSK, molte delle nuove terapie basate su anticorpi “non riescono a raggiungere efficacemente il cervello senza un sistema che le accompagni oltre la BBB”. Grabody-B risponde proprio a questa esigenza, rappresentando una piattaforma tecnologica capace di veicolare farmaci che altrimenti resterebbero esclusi dalle strutture cerebrali.
Il potenziale applicativo della tecnologia è ampio: da patologie neurodegenerative classiche come il morbo di Alzheimer e il Parkinson, fino ad altre sinucleinopatie. L’accordo con GSK prevede che ABL trasferisca le competenze tecnologiche e scientifiche necessarie, mentre la multinazionale britannica si occuperà delle fasi successive di sviluppo preclinico e clinico, oltre alla produzione e alla commercializzazione.
La pipeline di ABL e gli sviluppi precedenti con Sanofi
ABL Bio è già nota nel panorama della ricerca neurologica per la sua pipeline orientata alla neurologia e all’oncologia. Attualmente l’azienda ha in sviluppo sette asset clinici in diverse fasi, inclusi anticorpi bispecifici che agiscono su più target molecolari. Tra questi spicca ABL301, un anticorpo bispecifico pensato per il trattamento delle sinucleinopatie, come il morbo di Parkinson, che nel 2022 ha attirato l’interesse di Sanofi. La casa farmaceutica francese ha infatti stipulato un accordo del valore potenziale superiore al miliardo di dollari per assicurarsi i diritti di sviluppo e commercializzazione di ABL301.
ABL301 (nome commerciale non ancora disponibile) è un anticorpo bispecifico progettato per legare contemporaneamente l’alfa-sinucleina e un recettore specifico espresso sulla BBB, facilitando il passaggio del farmaco nel cervello e indirizzandolo verso i depositi patologici proteici. Meccanisticamente, il farmaco agisce quindi sia sul trasporto attivo oltre la barriera emato-encefalica, sia sul target diretto della patologia neurodegenerativa.
Le strategie di GSK nel campo neurodegenerativo
L’accordo con ABL Bio si inserisce in una più ampia strategia di investimento da parte di GSK nel settore delle neuroscienze. Già nel 2021, l’azienda britannica aveva stretto un’intesa da $2,2 mld con Alector per lo sviluppo di candidati immuno-neurologici. Alector è impegnata nello sviluppo di farmaci che agiscono sulla microglia e sulla risposta immunitaria del sistema nervoso centrale, un ambito promettente nella modulazione della progressione di malattie come Alzheimer e demenza frontotemporale.
Negli ultimi anni GSK ha inoltre avviato collaborazioni con Muna Therapeutics, focalizzata sulla neuroprotezione e sulla rigenerazione neuronale nell’Alzheimer, e con Vesalius Therapeutics, una biotech sostenuta da Flagship Pioneering che esplora nuovi bersagli terapeutici per il Parkinson. Questi accordi riflettono un cambiamento strategico di GSK verso lo sviluppo di terapie ad alta innovazione tecnologica nel campo neurologico, spinto anche dalla crescente incidenza globale delle malattie neurodegenerative e dalla carenza di opzioni terapeutiche efficaci.
Prospettive future: verso farmaci personalizzati per il cervello
L’accesso mirato al cervello rappresenta un punto di svolta per la neurologia sperimentale. Tecnologie come Grabody-B non solo aprono la strada allo sviluppo di nuovi farmaci, ma pongono anche le basi per una medicina più personalizzata, capace di intervenire precocemente e con maggiore precisione su malattie complesse e multifattoriali. L’integrazione tra piattaforme di trasporto come quella sviluppata da ABL e i più recenti approcci biofarmaceutici, compresi anticorpi monoclonali, oligonucleotidi antisenso e RNA interferente, può segnare una nuova era nella cura delle patologie del sistema nervoso centrale.
L’accordo tra GSK e ABL non è quindi solo un’operazione finanziaria, ma un segnale chiaro del fatto che la farmacologia neurologica è destinata a entrare in una nuova fase, più integrata, mirata e tecnologicamente avanzata.

