I dati di un registro spagnolo che ha coinvolto un gruppo di oltre 60 specialisti e che ha valutato pazienti con idrosadenite suppurativa (HS) trattati con secukinumab
Alla XIV Conference della European Hidradenitis Suppurativa Foundation e. V., tenutasi recentemente a Vilnius, in Lituania, sono stati presentati i dati di un registro spagnolo che ha coinvolto un gruppo di oltre 60 specialisti e che ha valutato pazienti con idrosadenite suppurativa (HS) trattati con secukinumab nella pratica clinica reale.
Negli ultimi anni, l’approccio alla gestione dell’HS si è evoluto. Sulla base dei dati degli studi clinici, si sta procedendo nella giusta direzione per offrire opzioni terapeutiche sempre più efficaci. Tuttavia, le decisioni cliniche si basano prevalentemente sugli studi sperimentali, pur essendo noto che i risultati osservati nella pratica reale possono differire da quelli ottenuti nei trial clinici.
Nell’ambito delle discussioni ospedaliere, viene spesso sottolineata l’importanza di affrontare tutti gli aspetti dell’HS per ottenere il miglior outcome possibile per ciascun paziente. Una gestione ottimale deve tenere conto sia delle lesioni dinamiche che di quelle statiche, oltre a considerare le comorbidità e il controllo del dolore. Ciò evidenzia il valore dell’esperienza maturata nella pratica clinica quotidiana.
Metodi
I dati presentati provengono da uno studio condotto su 263 pazienti seguiti per un periodo di 52 settimane, con l’obiettivo di valutare l’efficacia della combinazione tra terapia medica e chirurgica, nonché l’impatto della gestione delle comorbidità. La coorte era composta da 130 donne e 133 uomini, con un’età media di 41 anni. Il ritardo diagnostico medio è risultato pari a 7,4 anni, in linea con i dati riportati in altri Paesi. Il punteggio medio HS4 era di 16 e il 50% dei pazienti presentava una forma di malattia a rapida progressione o prevalentemente infiammatoria.
Dall’analisi dei dati demografici è emersa un’alta percentuale di pazienti in stadio 3 di Hurley, condizione che rende necessario considerare l’intervento chirurgico, oltre al controllo dell’infiammazione. Nei recenti meeting europei, si è discusso della necessità di concentrarsi sulle lesioni dinamiche, affrontando al contempo anche quelle statiche che persistono dopo la terapia medica. Un ulteriore aspetto chiave riguarda il trattamento delle comorbidità, sottolineando l’importanza di integrare la loro gestione con il controllo dell’infiammazione.
Risultati
Alla settimana 16, i dati sono stati confrontati con quelli dei trial clinici. È stato osservato che il 57% dei pazienti ha raggiunto l’HiSCR50, un tasso di risposta superiore di circa il 10% rispetto agli studi SUNRISE (42%) e SUNSHINE (45%).
Alla settimana 24, un’analisi ecografica ha mostrato che, sebbene l’attività nodulare fosse diminuita entro la settimana 16, alcune strutture infiammatorie persistevano fino alla 24a settimana. Nella pratica clinica reale, il 63% dei pazienti ha raggiunto l’HiSCR50 entro questo periodo. In termini di HS4, oltre il 56% ha riportato un miglioramento pari ad almeno il 55%.
Per quanto riguarda la sicurezza del trattamento, non sono state riscontrate differenze significative rispetto agli studi clinici. Il farmaco è risultato ben tollerato nelle diverse indicazioni e, a 24 settimane, non sono emersi ulteriori problemi di sicurezza.
Alla settimana 52, il 79% dei pazienti che aveva raggiunto l’HiSCR50 alla settimana 16 ha mantenuto la risposta. Inoltre, il 68% dei pazienti con malattia moderata o grave è passato a una forma più lieve e il 64% ha ottenuto un miglioramento dell’HS4 di almeno il 55%.
Rispetto ai dati dei trial clinici, è stato osservato un tasso di risposta superiore del 10%. Anche la qualità della vita è migliorata significativamente, con l’82% dei pazienti che ha registrato una riduzione di almeno il 30% del punteggio DLQI alla settimana 52. I tassi di flare sono diminuiti in modo significativo, con una riduzione di oltre due punti rispetto al basale alla settimana 52.
Un aspetto chiave emerso nella pratica reale è stato l’aggiustamento della posologia. La maggior parte dei pazienti ha iniziato con una dose di mantenimento ogni quattro settimane, ma nel follow-up il 61% ha richiesto un incremento della frequenza a ogni due settimane per mantenere l’efficacia del trattamento. Questo dato conferma precedenti osservazioni secondo cui il regime bisettimanale sembra garantire risultati migliori. I dati reali suggeriscono, infatti, che per molti pazienti un’intensificazione della dose è necessaria per prolungare i benefici del trattamento oltre la 16a settimana.
Anche la terapia combinata ha svolto un ruolo cruciale. In questo studio, il 32% dei pazienti è stato sottoposto a intervento chirurgico: il 76% ha ricevuto procedure minori, come il deroofing, mentre il 24% ha necessitato di interventi chirurgici maggiori. Questo dato è strettamente correlato all’elevata percentuale di pazienti in stadio 3 di Hurley.
Solo una piccola percentuale di pazienti (16%) ha richiesto corticosteroidi o antibiotici per la gestione delle riacutizzazioni, con un’incidenza relativamente bassa nel corso delle 52 settimane di studio. Inoltre, tra la settimana 24 e la settimana 52, non sono emersi ulteriori problemi di sicurezza e i pazienti sottoposti a chirurgia non hanno riportato complicazioni. Questi dati confermano i risultati dei trial clinici, secondo cui il secukinumab è sicuro in combinazione con procedure chirurgiche minori e maggiori.
Conclusioni
In sintesi, lo studio spagnolo dimostra che il 79% dei pazienti che ha raggiunto l’HiSCR50 alla settimana 16 mantiene la risposta alla settimana 52. Inoltre, il 68% dei pazienti con malattia moderata-grave passa a una forma più lieve. È interessante notare che il 61% dei pazienti ha necessitato di un’intensificazione della dose a ogni due settimane per ottenere risultati ottimali.
Infine, viene ribadita l’importanza di un approccio integrato, che combini trattamenti medici e chirurgici per massimizzare i benefici terapeutici. La gestione dell’HS deve affrontare tutti gli aspetti della malattia: lesioni dinamiche, lesioni statiche, comorbidità e controllo del dolore.
Bibliografia
Martorell et al., Real-world experience with secukinumab in hidradenitis suppurativa: Insight from spanish multicenter retrospective analysis after 1 year of follow up

