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Emofilia: Marstacimab nuova e promettente opzione di cura

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L’emofilia è una malattia rara dovuta ad un difetto nella coagulazione del sangue

Emofilia: Marstacimab rappresenta una nuova alternativa terapeutica. Si tratta di un anticorpo monoclonale inibitore della via del fattore tissutale

L’emofilia A e B sono disordini genetici emorragici causati dalla carenza dei fattori della coagulazione VIII (FVIII) e IX (FIX), rispettivamente. Il trattamento tradizionale si basa su infusioni endovenose di terapia sostitutiva del fattore (FRT), somministrate su richiesta (on-demand, OD) o come profilassi di routine (RP). Tuttavia, la FRT presenta limiti significativi: lo sviluppo di inibitori contro i fattori esogeni, difficoltà di accesso venoso e una bassa aderenza terapeutica che influisce negativamente sulla qualità della vita dei pazienti.

Marstacimab rappresenta una nuova alternativa terapeutica. Si tratta di un anticorpo monoclonale inibitore della via del fattore tissutale (TFPI), progettato per migliorare l’attività coagulativa bloccando il TFPI e riducendo il rischio di sanguinamenti. Il farmaco offre una somministrazione sottocutanea settimanale, semplificando il trattamento rispetto alle infusioni endovenose frequenti richieste dalla FRT. Questo approccio non solo migliora la gestione della malattia, ma riduce anche l’onere psicologico e logistico associato alle frequenti infusioni, favorendo così una maggiore aderenza terapeutica.

Lo scorso anno, il farmaco è stato approvato da Fda e da Ema per i pazienti con emofilia A e B che non presentano inibitori.

Meccanismo di azione di marstacimab
Il TFPI è un regolatore fisiologico della coagulazione che limita l’attività della via estrinseca del coagulo. Marstacimab agisce bloccando selettivamente il TFPI, potenziando la generazione di trombina e migliorando l’emostasi nei pazienti con emofilia A e B. Questo meccanismo consente una gestione efficace della malattia riducendo la frequenza dei sanguinamenti e il carico terapeutico. La possibilità di somministrazione sottocutanea settimanale rappresenta un vantaggio significativo rispetto alle terapie tradizionali, migliorando la qualità della vita dei pazienti e semplificando il regime terapeutico.

Studio BASIS: valutazione della qualità della vita
Il trial di fase 3 BASIS (NCT03938792) ha valutato l’impatto di marstacimab sulla qualità della vita correlata alla salute (HRQoL) nei pazienti con emofilia A grave (FVIII <1%) o emofilia B da moderatamente grave a grave (FIX ≤2%) senza inibitori. Il disegno dello studio prevedeva una fase osservazionale (OP) di 6 mesi seguita da una fase di trattamento attivo (ATP) di 12 mesi con marstacimab.

Lo studio è stato presentato da Vicente Jiménez-Yuste nel corso di una relazione dal titolo “Health-Related Quality of Life Outcomes for Marstacimab in Participants With Severe Hemophilia A or Moderately Severe to Severe Hemophilia B Without Inhibitors: Results From the Phase 3 BASIS Trial” in occasione del 18° Congresso europeo EAHAD a Milano.

I pazienti hanno ricevuto una dose iniziale di 300 mg sottocutanea, seguita da 150 mg settimanali. La dose poteva essere aumentata a 300 mg settimanali in base alla risposta clinica.

Sono stati arruolati 128 pazienti (37 OD e 91 RP). Di questi, 116 hanno completato la fase ATP. Nel gruppo OD, marstacimab ha mostrato un miglioramento del punteggio Haem-A-QoL nel dominio della salute fisica, con un effetto moderato (0,53 SD). Il 61,3% dei pazienti ha registrato un miglioramento clinicamente rilevante (≥10 punti) rispetto al 32,3% durante la fase OP.

Nel gruppo RP, marstacimab ha dimostrato non inferiorità rispetto alla terapia profilattica precedente, mantenendo i punteggi HRQoL stabili. Anche gli strumenti EQ-5D-5L ed EQ-VAS hanno confermato la stabilità della qualità della vita durante il trattamento. Questi risultati sono particolarmente rilevanti in quanto dimostrano che marstacimab non solo riduce la frequenza dei sanguinamenti ma mantiene anche la qualità della vita ai livelli preesistenti, elemento cruciale nella gestione a lungo termine dell’emofilia.

Riduzione del consumo di fattori della coagulazione
Marstacimab ha significativamente ridotto il consumo di FRT in entrambi i gruppi di pazienti. Nel gruppo OD, il consumo medio annualizzato è diminuito da 1276 UI/kg a 111 UI/kg, con una riduzione dei giorni di esposizione alla FRT da una mediana di 19 giorni a 3 giorni. Nel gruppo RP, il consumo è sceso da 3532 UI/kg a 221 UI/kg, con una riduzione delle infusioni profilattiche.

Questi risultati provengono dallo studio condotto da Hae Kyung Kim, presentato al Congresso europeo EAHAD in una relazione dal titolo “Exogenous Factor Consumption in Participants With Hemophilia A or B Without Inhibitors Receiving Marstacimab in the BASIS Trial”.

I dati evidenziano l’efficacia di marstacimab nel ridurre sia il numero di sanguinamenti trattati che l’utilizzo complessivo di FRT, semplificando la gestione della malattia e migliorando l’aderenza terapeutica. La significativa riduzione del consumo di FRT si traduce anche in un potenziale risparmio economico per i sistemi sanitari e una minore necessità di interventi medici d’emergenza.

Sicurezza e tollerabilità
Marstacimab è stato generalmente ben tollerato, con un profilo di sicurezza coerente con le aspettative. Gli eventi avversi osservati sono stati gestibili e non sono emersi segnali di rischio tromboembolico significativo. La somministrazione sottocutanea settimanale ha inoltre migliorato la praticità del trattamento, favorendo l’aderenza dei pazienti. Questo è particolarmente rilevante in contesti pediatrici e nei pazienti anziani, dove l’accesso venoso frequente può risultare problematico.

Discussione e prospettive future
I risultati del trial BASIS supportano marstacimab come valida alternativa alla FRT nei pazienti con emofilia A e B senza inibitori. La riduzione del consumo di fattori della coagulazione, la diminuzione del numero di sanguinamenti e il miglioramento della qualità della vita sono elementi chiave che evidenziano i benefici di questa nuova terapia.

Il vantaggio della somministrazione sottocutanea e la flessibilità del dosaggio rendono marstacimab una soluzione terapeutica più gestibile rispetto alle tradizionali infusioni endovenose, migliorando l’esperienza del paziente e riducendo l’onere terapeutico. Inoltre, la possibilità di adattare il dosaggio alle esigenze individuali permette di ottimizzare i risultati clinici e minimizzare i rischi.

Marstacimab rappresenta un significativo passo avanti nella gestione dell’emofilia A e B senza inibitori. La sua capacità di ridurre i sanguinamenti, migliorare la qualità della vita e semplificare il trattamento lo posiziona come una valida alternativa alla terapia sostitutiva del fattore. Ulteriori studi a lungo termine saranno fondamentali per confermare la sicurezza e l’efficacia del farmaco e valutare il suo potenziale utilizzo in pazienti con inibitori.

Bibliografia
Jiménez-Yuste V., et al. Health-Related Quality of Life Outcomes for Marstacimab in Participants With Severe Hemophilia A or Moderately Severe to Severe Hemophilia B Without Inhibitors: Results From the Phase 3 BASIS Trial. EAHAD 2025; abstract = PO065

Kim H.K., et al. Exogenous Factor Consumption in Participants With Hemophilia A or B Without Inhibitors Receiving Marstacimab in the BASIS Trial. EAHAD 2025; abstract = PO058

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