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Vaginosi batterica: terapia efficace anche per i partner maschili

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Studio ha esplorato un nuovo approccio terapeutico alla vaginosi batterica: il trattamento simultaneo dei partner maschili può ridurre significativamente il tasso di recidiva

Uno studio appena pubblicato sul New England Journal of Medicine da Vodstrcil et al. ha esplorato un nuovo approccio terapeutico alla vaginosi batterica (BV), suggerendo che il trattamento simultaneo dei partner maschili possa ridurre significativamente il tasso di recidiva. La ricerca, condotta nell’ambito dello StepUp Trial, ha coinvolto 164 coppie in relazioni monogame, con l’obiettivo di valutare l’efficacia di una terapia combinata per ridurre il rischio di recidiva nelle donne affette da BV.

La vaginosi batterica è una condizione che colpisce circa un terzo delle donne in età riproduttiva e è associata a un aumento del rischio di infertilità, parti prematuri e complicanze neonatali. Tradizionalmente trattata come una semplice alterazione della flora vaginale, BV presenta tassi di recidiva elevati: oltre il 50% delle donne manifesta una recidiva entro tre mesi dal trattamento con antibiotici orali. Inoltre, BV aumenta la suscettibilità ad altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST), tra cui clamidia, gonorrea e HIV, rendendo ancora più urgente l’identificazione di strategie terapeutiche efficaci.

Lo studio e i risultati principali
Lo studio randomizzato ha confrontato due strategie terapeutiche: in un gruppo, solo le donne hanno ricevuto il trattamento antibiotico standard con metronidazolo o clindamicina, mentre nell’altro gruppo sia le donne che i loro partner maschili sono stati trattati con metronidazolo orale (400 mg, due volte al giorno) e crema topica a base di clindamicina al 2%, applicata sulla pelle peniena per sette giorni. I partecipanti sono stati seguiti per un periodo di 12 settimane per valutare il tasso di recidiva.

L’analisi dei dati ha mostrato una differenza significativa tra i due gruppi: nel gruppo in cui entrambi i partner sono stati trattati, il tasso di recidiva della BV è stato del 35%, contro il 63% del gruppo di controllo. Questi risultati suggeriscono che la reinfezione da parte del partner maschile potrebbe essere una delle principali cause della recidiva della malattia.

Un aspetto interessante dello studio riguarda il profilo di sicurezza della terapia di coppia. Gli uomini trattati hanno riportato pochi eventi avversi, principalmente nausea, cefalea e un sapore metallico in bocca, effetti collaterali noti per il metronidazolo. Tuttavia, nessuno di questi ha portato all’interruzione del trattamento, suggerendo una buona tollerabilità della terapia combinata.

Implicazioni cliniche
Le evidenze raccolte in questo studio supportano l’ipotesi che la vaginosi batterica possa essere trasmessa sessualmente, sebbene il meccanismo esatto della trasmissione non sia ancora del tutto chiarito. Studi precedenti avevano già evidenziato la presenza di batteri associati alla BV sulla pelle e nell’uretra maschile, ma fino ad ora nessuna ricerca aveva dimostrato con certezza che il trattamento del partner potesse ridurre le recidive nelle donne.

Un aspetto fondamentale sollevato dagli autori dello studio riguarda le implicazioni per le future linee guida internazionali. Se il concetto di trattamento del partner maschile venisse adottato su larga scala, ciò potrebbe rivoluzionare la gestione della BV, riducendo non solo i casi di recidiva, ma anche il carico complessivo della malattia sulla salute pubblica. Inoltre, trattare i partner potrebbe contribuire a ridurre il rischio di trasmissione di altre IST, migliorando ulteriormente gli esiti clinici per le pazienti affette da BV.

L’adozione di questa strategia potrebbe avere implicazioni significative per la pratica clinica. Il Melbourne Sexual Health Centre ha già aggiornato i suoi protocolli di trattamento per includere la terapia dei partner maschili. Tuttavia, l’implementazione su larga scala richiederà tempo e ulteriori studi per confermare la sicurezza e l’efficacia a lungo termine di questo approccio.

Direzioni future della ricerca
Sebbene i risultati siano promettenti, restano ancora alcune questioni aperte. In primo luogo, sarà necessario determinare se il trattamento dei partner maschili sia efficace anche in popolazioni diverse, come coppie non monogame o uomini con più partner sessuali. Inoltre, occorrerà valutare la durata della protezione offerta dalla terapia e se siano necessari trattamenti di mantenimento per prevenire le recidive nel lungo termine.

Un altro ambito di ricerca riguarda l’identificazione dei batteri specifici responsabili della BV. Attualmente, BV è diagnosticata in base alla presenza di un insieme di batteri patogeni, piuttosto che a un singolo agente causale. Tuttavia, grazie ai progressi della genomica e della metagenomica, è possibile che nei prossimi anni si possa individuare un target terapeutico più preciso, portando allo sviluppo di terapie ancora più efficaci e mirate.

Infine, lo studio ha già avuto un impatto pratico immediato: un sito web dedicato è stato creato per fornire informazioni aggiornate ai clinici e ai pazienti sulla terapia di coppia per BV, con linee guida dettagliate su come prescrivere e accedere al trattamento. Questo approccio rappresenta un modello innovativo per la diffusione delle conoscenze scientifiche e la loro rapida implementazione nella pratica clinica.

Bibliografia
Vodstrcil, L. A., Plummer, E. L., Fairley, C. K., et al. “Male-Partner Treatment to Prevent Recurrence of Bacterial Vaginosis.” New England Journal of Medicine, 2025;392:947-957. DOI: 10.1056/NEJMoa2405404

Monash University, “New STI impacts 1 in 3 women: landmark study reveals men are the missing link.”, 2025. leggi 

Melbourne Sexual Health Centre, “Clinical Updates on Bacterial Vaginosis Treatment.”, 2025. leggi

Centers for Disease Control and Prevention (CDC), “Bacterial Vaginosis – STD Treatment Guidelines.”, 2025. leggi 

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